Lara Gut-Behrami regina del superG
La ticinese ha colto la 27esima vittoria della carriera. ‘Che piacere nel fare scorrere gli sci’.
A St. Anton, Lara Gut-Behrami ha conquistato la sua 27esima vittoria in Coppa del mondo, aggiudicandosi il superG davanti a Marta Bassino e Corinne Suter. La ticinese non aveva digerito l’8° posto nella discesa libera di sabato e si è rifatta nella sua disciplina preferita. E pensare che ha commesso un errore madornale dopo un minuto di gara, errore che le ha fatto perdere un sacco di tempo. Ciò nonostante, si è messa alle spalle tutte le avversarie, anche se ha dovuto trattenere il fiato all’arrivo di Bassino e Suter, staccate di 16, rispettivamente 20 centesimi. È stato con sentimenti contrastanti che la sciatrice di Comano ha tagliato il traguardo, convinta che le traiettorie mancate su tre curve le sarebbero costate un ottimo risultato. Ma LaraGut-Behrami si era assicurata un bel tesoretto di decimi di vantaggio, in una parte alta del tracciato affrontata con grande aggressività e con curve scolpite alla perfezione. Ed è risaputo che quando Lara Gut-Behrami riesce a far scorrere gli sci come vuole, la concorrenza può spesso focalizzarsi sul secondo posto, come un anno fa in occasione della libera di Crans-Montana.
La ticinese cercava da tre anni la vittoria in superG, da quando si era imposta sulle nevi di Cortina. «È vero, era da tempo che non vincevo più in superG – ha spiegato Lara – ma se si va oltre i risultati ci si accorge che al successo sono andata spesso molto vicino. Ciò che per me più conta, è la capacità di correre per le prime posizioni in ogni gara. Fatta eccezione per Val d’Isère, mi sono sempre classificata nelle prime dieci, anche quando non avevo delle grandi sensazioni. Qui ho provato un grande piacere nel lasciar scorrere i miei sci». Sesta sabato in discesa, Corinne Suter ha ripreso le sue buone abitudini conquistando un altro podio, il suo terzo consecutivo in superG. Per la svittese si tratta del 13º podio della carriera. Marta Bassino ha invece salvato la squadra italiana, rimasta orfana già dopo pochissime porte di Sofia Goggia, vincitrice della libera di sabato. Il risultato complessivo delle atlete svizzere è stato eccellente, con Michelle Gisin al 7° posto e Wendy Holdener all’8°, anche se i numerosi ritiri sono serviti alla causa di chi è riuscita a raggiungere il traguardo. Nel complesso, in stagione la Svizzera al femminile ha già ottenuto tre vittorie e nove podi.
In slalom è mancato l’acuto Quest’anno Adelboden non ha portato fortuna allo sci elvetico. Dopo le due vittorie di Alexis Pinturault in gigante, è arrivata quella dell’austriaco Marco Schwarz nello slalom. Ha preceduto di 0”14 il tedesco Linus Strasser e di 0”15 il britannico Dave Ryding. Tra i paletti stretti gli elvetici si sono dovuti accontentare del quinto posto di Meillard a 0”19, del sesto di Tanguy Nef a 0”23 e del settimo di Daniel Yule a 0”29, con Ramon Zenhäusern 13º, Luca Aerni 20º e Marc Rochat 21esimo. Una prestazione d’assieme più che dignitosa, alla quale è però mancato l’acuto. Che ci sarebbe potuto stare, perché Meillard, al termine di una prima manche molto buona, occupava la terza posizione, alle spalle del duo francese Clément Noël e Victor Muffat-Jeandet (andato alla deriva nella replica, in particolare su un muro finale molto difficile da interpretare). Inevitabile, alla fine, un pizzico di delusione... «Mi rendo conto, una volta di più, che con cinque centesimi in meno avrei chiuso al secondo posto – ha analizzato Meillard –. Fa male, ma dopo tre giorni di competizioni un quinto posto non è del tutto da buttare, perché ho percepito che le gambe iniziavano a essere pesanti».
Ci si aspettava molto da Daniel Yule, vincitore un anno fa, e da Ramon Zenhäusern, quarto nel 2020 e vincitore in Alta Badia, ma i due vallesani sono apparsi meno precisi del solito, in particolare nel corso della prima manche. Yule è stato il più veloce sul secondo tracciato, ma non è bastato per la rimonta completa... «Non sono per nulla soddisfatto della prima discesa. Per fortuna, sono riuscito a migliorarmi sul secondo percorso, durante il quale ho avuto sensazioni molto migliori, anche se alla fine i centesimi non hanno giocato a mio favore».
LE GARE DI SABATO Goggia la più veloce
Nona vittoria della carriera, la sesta in discesa, per l’italiana Sofia Goggia, impostasi con una gara perfetta nella libera di St. Anton di sabato. La bergamasca ha inferto poco meno di un secondo all’austriaca Tamara Tippler e 1’’04 all’americana Breezy Johnson. Sesta l’elvetica Corinne Suter, in una gara segnata dal grave infortunio al ginocchio sinistro occorso alla svittese Juliana Suter (legamenti crociati ko, è stata operata a Basilea, le si prospettano molti mesi di assenza). Ottava Lara Gut-Behrami. Campionessa olimpica in carica, Goggia ha staccato quindi Corinne Suter nella generale di specialità (erano appaiate al comando). Ventesime a pari merito Michelle Gisin (ha perso il duello diretto per la generale con la slovacca Petra Vlhova, 12esima) e Joana Hählen. Nelle quindici anche Jasmine Flury (14esima).
Doppietta Pinturault
Sempre sabato, ma in campo maschile, splendida conferma per Alexis Pinturault, trionfatore anche nel secondo gigante in due giorni di Adelboden. Il francese, come venerdì, ha preceduto il croato Filip Zubcic. Loïc Meillard, rispetto alla gara della vigilia, ha sostituito Marco Odermatt sul terzo gradino del podio. Pinturault, padrone assoluto del mitico pendio del “Chuenisbärgli”, ha sfoderato una seconda manche di assoluta eccellenza per recuperare i 30 centesimi di disavanzo che accusava nei confronti di Meillard, al sesto podio della carriera, il terzo in gigante. Terzo dopo la prima manche, Marco Odermatt ha chiuso in quarta posizione, a due soli centesimi dal collega vallesano di origini neocastellane. Completano il pingue bottino rossocrociato l’ottimo settimo rango di Gino Caviezel (eliminato venerdì) e il decimo di Justin Murisier.
Note tutto sommato liete giungono dall’ospedale nel quale è stato ricoverato l’americano Tommy Ford. Era cosciente quando è stato trasportato in elicottero dopo una brutta caduta a ridosso del traguardo a causa della quale aveva perso i sensi. Per lui, comunque, un problema al ginocchio da valutare. Molto pesante il bilancio del doppio appuntamento sul “Chuenisbärgli” che ha mietuto ben tre vittime: il citato Ford e i norvegesi Lucas Braathen (crociato ko) e Atle Mc Grath (crociato fortunatamente solo stirato), infortunatisi venerdì.