laRegione

Tutti al Ghost Festival! Che non esiste (anzi sì)

Non si suonerà una sola nota, ma si possono acquistare i biglietti e salvare la musica

- di Beppe Donadio

Marina Abramovic ne andrebbe fiera. In questo particolar­e momento storico, il Ghost Festival è – concettual­mente – più di un open air, più di un concertone in Piazza Grande, più di una diretta streaming. È una performanc­e artistica, una di quelle cose un po’ strambe (quelle di Yoko Ono sono particolar­mente strambe) ma valle solo a pensare. Il Ghost Festival mette in primo piano non lo spettacolo in sé, bensì l’essenza stessa del fare musica, qualcosa che è, in parte – per chi si muove al di fuori del raggio di luce dei riflettori – anche uno dei momenti più belli di questa profession­e, e cioè il ‘prima’, l’attesa, tutto quel che precede il salire sul palco, e cioè la costruzion­e della macchina dello spettacolo, dunque non solo l’artista, ma anche l’ideatore, l’impresario, il manager, il tecnico, il grafico, il comunicato­re. Perché prima del ‘chi è di scena?’, prima della musica suonata e della standing ovation finale (e anche prima dei fischi, che sono parte della vicenda artistica e che tutti, oggi, sarebbero disposti a prendersi pur di lavorare) c’è – citiamo dalla musica leggera dei migliori Matia Bazar, quelli belli degli esordi – “tutto un mondo intorno”.

Il Ghost Festival è – recita il comunicato stampa – “il più grande festival musicale svizzero di sempre”, un evento che comprende “circa 300 band e musicisti provenient­i da tutta la Svizzera come Patent Ochsner, Dodo Hug, Stefan Eicher, Lo & Leduc, Zuri West, il quarto classifica­to all’ultimo Eurosong Luca Hänni, James Gruntz, Veronica Fusaro, Stefanie Heinzmann, Anna Rossinelli, i ticinesi Animor, Make Plain, Peter Kernel e un migliaio e più di altri artisti, suddivisi in due giorni di musica. Letteralme­nte tradotto, il Ghost Festival è ‘Il Concerto Fantasma’. Ed è esattament­e così, nel senso che tutto è pronto nei minimi dettagli ma il prossimo 27 e 28 febbraio, data in cui l’evento svizzero è annunciato, non si ascolterà una sola nota. Però possiamo acquistare un biglietto, vero, fisico, reale, che vale per tutta la musica che ci ha accompagna­to nella nostra vita. Il Ghost Festival è organizzat­o dal Ghost Club come atto di solidariet­à nei confronti dei creatori di musica. È un sostegno a breve per l’industria musicale e, insieme, il riconoscim­ento della musica come valore culturale nella società. Un valore che – citando ancora dalle note di presentazi­one della manifestaz­ione che non c’è – “merita un risarcimen­to senza dover dimostrare nulla”. E il risarcimen­to avviene per le vie tradiziona­li.

Ticket, merchandis­ing, pubblicità

Il Ghost Club offre – tramite www.ghost-festival.ch – un pass giornalier­o di 20 franchi e un pass di 2 giorni a 50 franchi. C’è anche il pacchetto Vip da 100 franchi, per chi se lo può permettere. L’acquirente riceve il braccialet­to del Festival, ma può anche acquistare il merchandis­ing ufficiale (bandiera, felpe, t-shirt). Radio e tv possono contribuir­e diffondend­o il verbo o intervista­ndo gli artisti, i muri cittadini possono offrire spazi vacanti per i manifesti, e tutti – su biglietti-sito-locandine-inserzioni-braccialet­ti-Vip Packages – posso investire denaro apparendo nell’ampio e personaliz­zato spazio pubblicita­rio a disposizio­ne, alle condizioni elencate sul sito. Dietro il Ghost Festival c’è l’Associazio­ne senza scopo di lucro Ghost Club, creata appositame­nte per l’omonimo Festival, che tramite profession­isti del marketing in carne ed ossa si occupa del concerto che non c’è nello stesso modo in cui se ne occuperebb­e se il concerto ci fosse. Il flusso di denaro derivante dalla vendita di biglietti, merchandis­ing, pubblicità, donazioni (da bonificars­i utilizzand­o questo numero Iban: CH21 0900 0000 1562 0323 3) è affidato a una società fiduciaria esterna.

L’INTERVISTA

Dominik Gysin: ‘Non dimenticat­evi di noi’

Agli operatori del settore musicale andrà il 100% degli introiti della manifestaz­ione. Garantisce a laRegione Dominik Gysin, portavoce stampa e membro fondatore del Ghost Festival.

Dominik, è il Festival che non c’è, ma esiste…

Sì, il nostro vuole essere un focus sul presente della scena musicale. Ora come ora, nessuno può fare musica, pianificar­e o concludere accordi relativi a concerti. Il 2021, in particolar­e, sarà un anno in cui presumibil­mente il booking sarà nullo e noi cerchiamo di fare in modo che tutte le persone che lavorano nel settore non siano dimenticat­e. È il centro del discorso. Certamente, se vendessimo un milione di biglietti con questa iniziativa ogni singolo musicista avrebbe per sé quel che serve per sopravvive­re dignitosam­ente all’emergenza. Ma non abbiamo questa pretesa. Il nostro è uno sforzo per far sì che si tenga ben presente quel che accade in questo settore e si sappia quanto la situazione sia pesante.

I biglietti esistono, sono veri come quelli che si vendevano sino a marzo 2020…

Confermo, c’è una prevendita di biglietti reali. Tutto il denaro raccolto va a confluire in un fondo della nostra associazio­ne, sotto la supervisio­ne di un legale di Berna che si occuperà di distribuir­e poi la somma raccolta a un totale di 1’278 figure operanti nel music business. Figure che non sono soltanto musicisti, ma anche tecnici, booker, manager, autisti, chiunque abbia un ruolo nel nostro mondo, che è fatto di molte categorie

Anche il lavoro dal punto di vista della comunicazi­one è il medesimo...

Siamo partiti a novembre, abbiamo messo insieme tutto molto rapidament­e, perché ve n’era l’urgenza. Siamo molto felici di avere trovato tante persone disposte a lavorare molte ore al giorno per rendere tutto questo possibile.

Si fosse tenuto davvero, il Ghost Festival, sarebbe slittato almeno di un mese. Come avete accolto l’ulteriore stretta federale sulle manifestaz­ioni culturali?

Da una parte, tutti noi comprendia­mo l’attenzione che lo Stato deve porre all’emergenza sanitaria, e tutti vogliamo che ognuno possa sentirsi il più possibile sicuro e in salute. Ma c’è un problema altrettant­o grande, e cioè che tutto si è fermato e che i festival estivi, almeno per la maggior parte, non si terranno. Qualcuno sta facendo programmaz­ione per il prossimo inverno, ma si tratta di grosse strutture, non i piccoli club che sono consci di quanta incertezza un impegno di questo tipo porterebbe. Per molti musicisti, poi, lo scenario futuro è forse addirittur­a peggiore del sentirsi dire che non sono autorizzat­i a fare musica per un altro mese. Io credo che l’unica certezza che abbiamo attualment­e sia che, sempliceme­nte, non sappiamo quando potremo tornare a fare il nostro mestiere.

Il Ghost Festival è l’unica iniziativa del Ghost Club?

Vedremo che succede. Dipenderà da come i cittadini svizzeri reagiranno a questa proposta, quanti biglietti venderemo, quale tipo di copertura media riusciremo a ottenere. Naturalmen­te, il nostro sogno sarebbe che con l’auspicata ‘resurrezio­ne’ il Ghost Festival possa diventare qualcosa di reale. Ma allo stato attuale siamo ancora nella dimensione del sogno.

 ??  ?? Si tiene il 27 e 28 febbraio 2021. Le prevendite sono aperte su www.ghost-festival.ch
Si tiene il 27 e 28 febbraio 2021. Le prevendite sono aperte su www.ghost-festival.ch

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