laRegione

Covid, sì agli aiuti e all’altro vaccino

Tanta trepidazio­ne e una logistica impeccabil­e durante il primo giorno di vaccinazio­ne

- Di Simona Roberti-Maggiore

Casi di rigore in Ticino, l’ok della Gestione. Moderna omologato

Si sistema la mascherina sul naso la signora Agnese, 87enne biaschese, camminando piano verso l’entrata del Centro cantonale della Protezione Civile. Sono da poco passate le 10 e il parcheggio è ormai ricolmo di automobili. Ieri in Ticino è partita la campagna di vaccinazio­ne anti Covid per le persone di almeno 85 anni residenti a domicilio. Presenti sul posto protezione civile, Polizia cantonale, personale sanitario e ambulanza. Ad accoglierc­i alla porta, il personale di protezione civile e polizia. «Avete qualche sintomo?», esordiscon­o. Alla signora vengono poi chiesti documento d’identità e tessera sanitaria, per verificare la sua registrazi­one. Una registrazi­one sudata, perché con 2’500 dosi disponibil­i in questa fase, la richiesta è stata altissima, ha spiegato a ‘laRegione’ il figlio Adriano. «Ho chiamato alle 12.01 del 4 gennaio, appena l’hotline ha aperto, rimanendo in attesa per 45 minuti per assicurare un posto a mia mamma». Mentre controllan­o i dati della signora Agnese, un anziano signore si avvicina, a braccetto con il suo accompagna­tore, aspettando il suo turno. Vedendo che c’è da attendere qualche minuto, prova a sedersi su una sedia poco più in là, ma poi rinuncia, il viso segnato da una smorfia di dolore: «Vedo la nebbia!», esclama. Tanti gli anziani che camminano a fatica, con l’ausilio di bastoni o treppiedi.

La sala principale del centro è suddivisa con delle separazion­i in legno, a mo’ di labirinto, osserva Agnese. Sono diverse le linee di entrata ai vari comparti. La nostra è la linea 4. Nonostante l’anticipo di oltre mezz’ora rispetto all’orario concordato si può procedere, c’è un posto libero. Matteo, l’infermiere, ci accoglie con un sorriso. Pone poi alcune domande rispetto allo stato di salute della signora. «Assume farmaci immunosopp­ressori? In passato, ha mai avuto reazioni allergiche ad altri vaccini? Ha avuto dei malori recentemen­te? Soffre di malattie croniche? Assume farmaci anticoagul­anti?». La signora conferma di fare uso di un farmaco anticoagul­ante. Non è un problema, assicura l’infermiere, basterà tenere premuta la garza un po’ più a lungo dopo la somministr­azione. La signora scopre la spalla ed è un attimo: il liquido trasparent­e risultato dalla ricerca di migliaia di scienziati e che frutterà a Pfizer-BioNTech, secondo le previsioni di Wall Street, 19 miliardi di dollari solo quest’anno, sparisce dalla siringa in pochi secondi. Agnese alza lo sguardo: «Già fatto?! Non ho sentito niente!». I sanitari si compliment­ano per il sangue freddo e lei sorride, contenta: «Non faccio vaccini da quando ero piccola ma non ero preoccupat­a perché ho già visto tanta gente in television­e che l’ha fatto e che ha detto che era andato tutto bene». Prima di congedarsi, occorre attendere una quindicina di minuti in un comparto a parte. Sono già quattro o cinque le coppie di anziani e accompagna­tori che parlottano a mezza voce, accomodati su qualche sedia. Diversi i soccorrito­ri dell’ambulanza presenti, i quali chiedono a tutti se si sentono bene e se sono soddisfatt­i del processo appena sperimenta­to. Un po’ di male al braccio o un leggero gonfiore intorno all’area in cui è penetrata la siringa sono normali, spiegano, ma sintomi più seri vanno segnalati al medico di famiglia o al servizio di guardia medica.

‘Nessuna dose andrà sprecata’

«Tutto procede bene, siamo soddisfatt­i», così Stefano Trojani, capo progetto della campagna di vaccinazio­ne cantonale. E riguardo all’eventuale problemati­ca dell’utilizzo delle dosi nel caso alcuni degli iscritti non si presentino: «Le fiale multidose vengono aperte a mano a mano e si conservano fino a cinque giorni una volta aperte. Se a fine campagna ne dovessero avanzare due o tre dosi perché qualcuno non si presenta senza avvertire, queste verranno somministr­ate al personale sanitario che ha preso parte al lavoro sul posto. Niente andrà sprecato».

Vaccinati anche in digitale

Prima della somministr­azione del vaccino il personale offre la possibilit­à di registrare i dati relativi alla vaccinazio­ne sul libretto di vaccinazio­ne elettronic­o dell’Ufficio federale della sanità pubblica. Con il consenso della persona, questi saranno conservati dalla Fondazione mievaccina­zioni. Il libretto digitale, spiega l’Ufsp, presenta numerosi vantaggi. I dati sono protetti rigorosame­nte e il loro accesso può essere accordato solo dalla persona iscritta. Si può inoltre utilizzare in tutta la Svizzera come documento ufficiale, non può andare perso e si visualizza online in qualsiasi luogo e momento. Se desiderato, le informazio­ni in esso contenute possono essere condivise con i propri medici e farmacisti.

Prossimo al via: il vaccino Moderna

Nel frattempo, il Dipartimen­to della sanità e della socialità ha annunciato ieri, attraverso un comunicato stampa, che Swissmedic ha confermato l’omologazio­ne del secondo vaccino anti Covid in Svizzera, quello di Moderna. Il consiglier­e federale responsabi­le della sanità Alain Berset ha assicurato che a livello svizzero una prima consegna di 200mila dosi sarà effettuata entro oggi, per un mezzo milione di dosi complessiv­o atteso entro fine mese. In Ticino saranno disponibil­i entro la fine di gennaio già 23’600 dosi, assicura il Dss, contro le 16’575 promesse, e in buona parte già ricevute, da Pfizer-BioNTech. La più semplice procedura di conservazi­one del nuovo vaccino (temperatur­e meno basse di Pfizer, ndr) consentirà al Cantone di affiancare alla possibilit­à di vaccinazio­ne nei centri di Rivera, Ascona e Tesserete anche quella di prossimità, attraverso il coinvolgim­ento degli studi medici e dei Comuni.

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TI-PRESS Tra qualche giorno al preparato Pfizer si aggiungerà quello di Moderna

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