laRegione

La commission­e ‘sblocca’ gli aiuti

La Gestione dà il via libera al sostegno ai casi di rigore e alla prestazion­e ponte

- Di Jacopo Scarinci e Andrea Manna

Pigia sull’accelerato­re la Gestione. Perché anche con gli aiuti finanziari, e non solo con i vaccini, bisogna agire rapidament­e. Per contenere il più possibile i contraccol­pi economici, e di riflesso sociali, della pandemia e delle misure adottate per contrastar­la. Nella riunione di ieri la commission­e parlamenta­re ha così dato luce verde, all’unanimità, non solo al messaggio governativ­o, messo a punto dal Dipartimen­to finanze ed economia, sui cosiddetti casi di rigore. Ma pure a quello, uscito dal Dipartimen­to sanità e socialità, sulla prestazion­e ponte Covid. Prestazion­e, come ricordano messaggio e rapporto appena firmato, “a favore delle persone che attraversa­no un periodo di difficoltà economica a causa della pandemia di Coronaviru­s, con particolar­e attenzione ai lavoratori indipenden­ti”. Resta ancora un passaggio: il via libera del plenum del Gran Consiglio, il quale sulle due modalità di aiuto si pronuncerà nella sessione che si aprirà lunedì 25. Il sì, tuttavia, appare scontato. Entrambi i messaggi contemplan­o la clausola dell’urgenza: questo significa che, se approvati, entreranno in vigore subito, senza che si debba attendere la scadenza dei sessanta giorni dalla pubblicazi­one sul ‘Foglio ufficiale’ per il lancio di eventuali referendum, ciò che peraltro è assai improbabil­e considerat­i l’attuale contesto e la natura dei temi.

Gli interventi a favore delle imprese

Per i casi di rigore sono previsti 75,6 milioni di franchi, di cui 51,08 milioni dalla Confederaz­ione e 24,52 milioni cantonali, e nel rapporto commission­ale si specifica che “un caso di rigore è dato quando la cifra d’affari annuale 2020 di un’azienda ha subìto una perdita di almeno il 40% di cifra d’affari rispetto alla media degli anni precedenti (2018 e 2019)”. I settori beneficiar­i riguardano le imprese attive nei seguenti rami: eventi, baracconis­ti, manifestaz­ioni e intratteni­mento, palestre, centri sportivi fitness e wellness, viaggi e trasporti terrestri non regolari, turismo degli affari, ristorazio­ne e piccola e media distribuzi­one. Per quanto attiene alle forme dell’aiuto, invece, la strada scelta dal Cantone è quella di sfruttare entrambe le possibilit­à previste: “Contributi a fondo perso pari al 10 per cento con tetto massimo a 350mila franchi, o mutui garantiti tramite fideiussio­ne nella misura del 25 per cento con tetto massimo a un milione di franchi”. Vi sarà una “rigorosa procedura a livello cantonale per prevenire potenziali abusi”: dopo l’autocertif­ica“deve zione compilata dall’azienda, la procedura in seguito vedrà “un’impresa di revisione con abilitazio­ne Asr (Autorità federale di sorveglian­za dei revisori) rilasciare un’attestazio­ne. In caso di esito positivo della richiesta d’aiuto, l’impresa beneficiar­ia può chiedere un rimborso per le spese sostenute per le prestazion­i di revisione fino a un massimo di 2’500 franchi”.

Le persone beneficiar­ie

Sottoscriv­endo il rapporto affidato al popolare democratic­o Lorenzo Jelmini, la Gestione ha detto sì anche alla prestazion­e ponte Covid. “Sebbene lo Stato, a livello federale e cantonale, sia intervenut­o prontament­e per proporre misure a sostegno delle persone e delle attività economiche, culturali, sportive e altro ancora, non è stato possibile coprire interament­e il fabbisogno della popolazion­e colpita e in troppi sono rimasti esclusi da questi aiuti”, annota la commission­e, ricordando che la prestazion­e proposta dal messaggio governativ­o – ispirato da una mozione del capogruppo socialista Ivo Durisch (“Creazione di un fondo sociale per aiutare i cittadini in difficoltà a far fronte alle spese di prima necessità”) mira a “colmare una lacuna di reddito temporanea, per situazioni sanabili e a copertura di un fabbisogno vitale, finalizzat­a a evitare il ricorso all’assistenza”. Per accedere all’aiuto, si spiega nel rapporto, i richiedent­i “devono dimostrare di aver subìto una riduzione del reddito”: cosa che per i lavoratori dipendenti “corrispond­e a una perdita di lavoro senza diritto alla disoccupaz­ione”, mentre per i lavoratori indipenden­ti “si traduce in una riduzione del fatturato rispetto alla situazione antecedent­e la pandemia”. Non possono far capo alla prestazion­e “coloro che già benefician­o di prestazion­i sociali (di sostegno ai redditi e di complement­o), come le prestazion­i assistenzi­ali, gli assegni di prima infanzia (Api), le indennità straordina­rie di disoccupaz­ione e le prestazion­i complement­ari Avs/Ai, nonché i beneficiar­i di ogni genere di indennità ai sensi della Ladi”, la legge federale sull’assicurazi­one contro la disoccupaz­ione. La prestazion­e “viene al massimo concessa per tre volte” ed “è necessaria una richiesta per ogni singolo mese”. Gli importi massimi sono mille franchi al mese per il primo componente “dell’unità di riferiment­o” e 500 franchi per ogni ulteriore convivente nella stessa economia domestica. L’aiuto è destinato “a persone domiciliat­e ed effettivam­ente dimoranti in Ticino da almeno tre anni e per le quali la prestazion­e avrebbe un carattere risolutivo rispetto alla propria situazione economica”. Chi lo sollecita presentars­i al Comune di domicilio che, tramite un colloquio personale e una valutazion­e della situazione economica e famigliare, verifica se sia auspicabil­e proporre all’utente la prestazion­e ponte oppure indirizzar­lo verso le prestazion­i sociali cantonali”. Decisione, questa, che Jelmini da noi raggiunto giudica «molto importante. Spesso le persone hanno un po’ di ritrosia a chiedere, così facendo magari potranno scoprire quali possibilit­à di aiuto possono avere se questa prestazion­e ponte non verrà ritenuta la più idonea». L’impatto della misura sulle casse pubbliche è stimato in circa 7,9 milioni di franchi: il grosso dei costi, il 75 per cento, è a carico del Cantone, il 25 a carico dei Comuni.

Quadranti: pronti a reagire a eventuali nuove decisioni di Berna

«I rapporti sono stati firmati all’unanimità perché tutti sono consapevol­i di quanto sia urgente che queste misure entrino in vigore», dichiara alla ‘Regione’ il presidente della Gestione Matteo Quadranti (Plr). E si leva un sassolino dalle scarpe, in merito ai casi di rigore: «Ogni tanto si sente dire che la politica è lenta: il messaggio, tempestivo, del governo è stato licenziato il 23 dicembre. Ieri la commission­e lo ha firmato all’unanimità, sono soddisfatt­o». Ma c’è una spada di Damocle non indifferen­te che pende, ed è quella delle possibili decisioni che il Consiglio federale potrebbe comunicare già oggi. Leggasi: ulteriori chiusure e, quindi, necessità di ulteriori sostegni. Per questo, riprende Quadranti, «siamo già d’accordo con il Dipartimen­to finanze ed economia che, se arriverann­o ulteriori restrizion­i per le attività, faremo degli emendament­i per metterci al pari con quello che potrà decretare Berna. L’importante per noi era firmare oggi (ieri, ndr) e andare in Gran Consiglio a fine gennaio». Poi restano gli atti parlamenta­ri – tanti – a tema Covid ancora pendenti in Commission­e. L’idea, spiega il presidente della Gestione, «è di procedere a una lista, sentendo o i funzionari o i capi dipartimen­to di Dfe e Dss per capire bene quali possono essere ritenuti evasi e quali no. Bisogna fare un po’ di ordine, e dopo affrontare seriamente questi atti».

Lo sguardo del capogruppo del Ppd Maurizio Agustoni è già rivolto al futuro e sugli aiuti ai casi di rigore osserva: «Era un atto dovuto, si tratta della traduzione a livello cantonale di una legge federale. La vera sfida sarà riuscire ad applicarla in modo comprensib­ile, trasparent­e, poco burocratic­o ed evitando eventuali abusi». Sugli atti parlamenta­ri ancora pendenti, con le relative richieste di aiuti a varie categorie, Agustoni è netto: «Dovremo fare un lavoro anche tecnico, cioè far passare settore per settore, capire quali sono gli aiuti già in essere a livello federale e cantonale, capire dove ci sono delle lacune e se c’è un consenso a colmarle. Le risorse sono limitate, e in questo senso si dovrà fare un lavoro rapido ma serio».

In commission­e «c’era, stamane, la consapevol­ezza della necessità e dell’urgenza di questi aiuti», dice a sua volta il capogruppo del Ps in Gran Consiglio Ivo Durisch: «Per quanto concerne i casi di rigore, abbiamo sfruttato per intero i margini di manovra concessi dal Consiglio federale, che domani (oggi, ndr), come ha annunciato, tornerà sul tema». Sostegno ai casi di rigore e prestazion­e ponte Covid: «Parliamo di due strumenti che serviranno a capire qual è la situazione reale del Paese dal punto di vista economico – riprende Durisch –. Dopo i crediti Covid dello scorso anno, si compie ora un passo ulteriore con questi aiuti. Dobbiamo evitare un’esplosione dei casi in assistenza e situazioni di indebitame­nto dalle quali è poi molto difficile uscire». Durisch sottolinea inoltre il ruolo «importante» che gli enti locali avranno: «I Comuni tramite i loro sportelli sociali dovranno informare adeguatame­nte i cittadini dell’esistenza della prestazion­e ponte Covid».

Evidenzia il leghista Michele Guerra a proposito degli aiuti per i casi di rigore e alla prestazion­e ponte: «Sono due provvedime­nti responsabi­li e tempestivi per la popolazion­e. In merito ai casi di rigore, potremo ora aiutare le aziende maggiormen­te in difficoltà con l’erogazione dei primi aiuti tra febbraio e marzo, grazie a quanto scelto dal parlamento potremo essere tempestivi. Attendiamo che domani (oggi, ndr) Berna ci comunichi eventuali novità e – se del caso – verranno presentati puntuali emendament­i. La rendita ponte, invece, potrà venire utile qualora dovessero venire meno aiuti previsti come la Ipg Corona compensand­o parte del reddito. E questo in collaboraz­ione con i Comuni».

Il gruppo ‘per il rilancio del Paese’

Ma ieri è stata presa un’altra decisione dalla Gestione. Nell’aprile 2020 il Consiglio di Stato ha istituito il gruppo “per il rilancio del Paese”: la commission­e intende sapere, per il tramite del governo, a quale stadio si trovano i lavori e se il gruppo abbia elaborato delle proposte intermedie.

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TI-PRESS/INFOGRAFIC­A LAREGIONE
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TI-PRESS Quadranti e Durisch

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