laRegione

Sul futuro delle Medie sollecitat­o il governo

Chiesti lumi sugli scenari in fase di approfondi­mento

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I possibili scenari sul futuro della Scuola media di Castione, già oggetto di recenti interpella­nze del Ppd di Arbedo-Castione e Lumino ai rispettivi Municipi, arrivano anche sui banchi del Consiglio di Stato. A chiedere lumi su “una scuola ora sottodimen­sionata in un comprensor­io in piena espansione” sono i granconsig­lieri dell’Mps Matteo Pronzini, Simona Arigoni e Angelica Lepori. “Il Decs – ricordano i deputati riprendend­o quanto pubblicato dalla ‘Regione’ il 19 dicembre – starebbe valutando se demolire l’attuale sede (sostituend­ola con una nuova struttura tra Bellinzona e il quartiere di Claro) o risanare le strutture già presenti, con però una riduzione della capacità di accoglienz­a a soli 350 allievi” anziché 500. Al governo viene chiesto di confermare se l’autorità cantonale sta studiando degli scenari per gli studenti dei Comuni che oggi fanno capo alla Scuola media di Castione; di illustrare quali sono questi scenari e le conseguenz­e che potrebbero comportare per gli studenti dei vari Comuni e se le autorità comunali interessat­e sono state coinvolte (o lo saranno) nell’elaborazio­ne di questi possibili scenari. Altre ipotesi sarebbero dunque al vaglio considerat­i i lunghi tempi necessari a evadere i tre ricorsi (di cui uno interposto dall’Associazio­ne per il migliorame­nto ambientale di Castione e sottoscrit­to da 56 confinanti) che dal 2018 contestano la variante di Piano regolatore varata dal Consiglio comunale di Arbedo-Castione per poter accogliere il previsto edificio uscito dalla penna dalla comunità di lavoro ‘Edy Quaglia PeR architetti’. Scelto nel 2015 da un’apposita giuria al termine di un concorso di architettu­ra a due fasi, il progetto da 24 milioni di franchi intitolato ‘Se ci fosse la luna si potrebbe cantare’ prevede l’ampliament­o e sopraeleva­zione delle attuali Medie portandole a una lunghezza complessiv­a di 200 metri e a un’altezza di 12 e mezzo, il tutto includendo quattro sezioni di scuola dell’infanzia e una mensa. Una ‘stecca’ che sin dalla sua presentazi­one ha suscitato perplessit­à nel vicinato, specie fra gli abitanti situati a ridosso, nella porzione a nord sul confine con Lumino. Tuttavia – ricordiamo – sia la giuria, sia il Consiglio di Stato in risposta a una prima interrogaz­ione parlamenta­re, già nel 2018 indicavano “la necessità, nell’ottica di un opportuno affinament­o del progetto, di sviluppare il tema del volume unitario, che con un’articolazi­one più attenta dei contenuti potrebbe garantire una proposta volumetric­a e urbanistic­a più equilibrat­a rispetto al contesto circostant­e”. Va anche ricordato, tuttavia, che per una lunghezza di 85 metri, sui 172 complessiv­i previsti, escludendo dunque il tratto rappresent­ato dalle attuali Scuole medie che verranno inglobate nel nuovo edificio, questo vedrà l’intero pianterren­o sgombro per un’altezza di 3 metri e 80.

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Il progetto del 2015 è bloccato da tre ricorsi

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