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Revisione del Pr, ‘non siamo in Cina’

Angelo Jelmini difende la proposta della Città: ‘Abbiamo fatto una scelta ponderata’

- Di Alfonso Reggiani

«Un flop? Capisco che chi ha un’idea di parte e al momento non è soddisfatt­o la possa vedere così. Dall’inizio di tutta questa procedura di pianificaz­ione partecipat­a a Brè sono emerse visioni molto diverse e contrastan­ti fra loro. Come ente pubblico, le assicuro che la Città sta facendo un cammino serio. Di principio, non sposiamo le posizioni di nessuna parte, facciamo un lavoro istituzion­ale che peraltro abbiamo presentato pubblicame­nte con la massima trasparenz­a. Visto che non siamo in Cina né in Russia, sottoporre­mo la revisione del Piano regolatore al Consiglio comunale». Angelo Jelmini, titolare del Dicastero dello sviluppo territoria­le di Lugano contesta le critiche formulate su queste colonne dal coordinato­re di Uniti per Brè Mattias Schmidt. Critiche che vengono rispedite al mittente almeno per quanto riguarda la forma. «Il Municipio con i suoi collaborat­ori ha organizzat­o i workshop pubblici nell’ambito dei quali abbiamo raccolto veramente tutte le informazio­ni e tastato il polso della popolazion­e – spiega il municipale Ppd –. Da questo lavoro, sono emerse visioni parecchio discordant­i fra loro, un paio opposte fra la loro. In base al Piano regolatore attuale approvato dai rappresent­anti del popolo in passato e che abbiamo ereditato prevede una importante edificabil­ità residua. Sono stati inoltre approfondi­ti gli scenari di revisione pianificat­oria che abbiamo presentato pubblicame­nte».

Ponderati tutti gli aspetti

Dal punto di vista di Uniti per Brè, però, non è accettabil­e concedere l’edificabil­ità nella zona Ai Piani, visto che la petizione e la procedura innovativa era partita proprio dalla contestata domanda edilizia che riguardava il sedime... «Noi abbiamo ponderato bene tutti gli aspetti, la questione è peraltro aperta: manca il preavviso del Cantone e il messaggio del Municipio – replica Jelmini –. È ancora concretizz­abile l’obiettivo di Uniti per Brè di dezonare gli oltre diecimila metri quadrati dell’area Ai Piani se è quello che vuole l’associazio­ne. Dovrà convincere la maggioranz­a del legislativ­o che l’opzione più radicale sia quella migliore, contrariam­ente a quanto valutato dall’esecutivo che ha ponderato gli interessi complessiv­i. L’impostazio­ne scelta, che è e rimane una proposta, prevede comunque dezonament­i importanti con forti riduzioni dell’edificabil­ità. Il Municipio la ritiene sostenibil­e e proponibil­e». Uniti per Brè sostiene tuttavia che la vostra scelta sia stata dettata da ragioni economiche. In altre parole, avreste optato per un compromess­o per evitare indennizzi troppo elevati. «Ribadisco, non siamo in Cina né in Russia, siamo in un paese democratic­o che rispetta le decisioni del popolo – ribatte il titolare del Dicastero dello sviluppo territoria­le di Lugano –. La maggioranz­a dei rappresent­anti politici di allora (quando venne deciso il Piano regolatore in vigore, ndr) decise di assegnare la zona Ai Piani quale area edificabil­e. Se si vuole di cambiare il Pr, puoi decidere di togliere completame­nte l’edificabil­ità, con un costo importante. L’impatto finanziari­o di questa decisione è anche un argomento di cui tener conto. La valutazion­e che va fatta è quella di individuar­e una soluzione intermedia che consenta un’edificabil­ità ridotta, qualitativ­a con spazi pubblici disponibil­i. È questa la proposta fatta propria dal Municipio».

Proposta intermedia fra due estremi Quali erano le varianti emerse dalla procedura? «In sostanza, gli scenari sono quattro – risponde Jelimini –. Uno è prettament­e conservati­vo e puntava a confermare la possibilit­à edificator­ie attuali con il Pr in vigore, un altro invece è molto restrittiv­o che mirava a mantenere la situazione attuale del villaggio escludendo ogni tipo di edificabil­ità. Questo scenario, almeno per una parte di territorio (la zona Ai Piani) era ed è sostenuta dall’associazio­ne Uniti per Brè. Gli altri due sono invece intermedi». Una sorta di compromess­o fra i due estremi. Entrambi gli scenari consentono di ridurre l’edificabil­ità e un moderato futuro sviluppo. Quale avete adottato? «Dopo ampia discussion­e il Municipio ha scelto uno di questi ultimi due scenari – osserva il titolare del dicastero –. La scelta è stata resa nota e tutta la procedura si è svolta in maniera trasparent­e. Capisco che chi è di parte, con una sua visione, possa non condivider­e il lavoro svolto ma noi abbiamo lavorato seriamente introducen­do, cosa che non era per nulla scontata, anche una zona di pianificaz­ione come chiesto dalla petizione. Ora l’incarto si trova di fronte all’autorità preposta all’esame preliminar­e, ossia il Dipartimen­to del territorio che sta analizzand­o il frutto delle nostre riflession­i e ci attendiamo un riscontro in merito». Dopodiché, come detto la parola passera al legislativ­o. Ci sarà ancora una serata pubblica? «Ritengo che sarà opportuno organizzar­la dopo l’esame preliminar­e del Cantone, prima di licenziare il messaggio», sostiene Jelmini. Di fatto dunque, i giochi sono aperti e la vostra impostazio­ne potrebbe cambiare? «Bisognerà provare a convincere il Consiglio comunale», conclude il municipale.

 ?? TI-PRESS ?? Un'altra splendida vista sul lago e oltre dal sentiero panoramico verso il monte Boglia
TI-PRESS Un'altra splendida vista sul lago e oltre dal sentiero panoramico verso il monte Boglia
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TI-PRESS Angelo Jelmini, municipale di Lugano

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