laRegione

Tra neve e pugni riecco i tre punti

I biancoblù cancellano la serataccia di sabato, e al Servette l’Ambrì va di traverso

- di Christian Solari

Ambrì – Fuori cade la neve, mentre in pista fioccano i pugni. Nella serata in cui l’Ambrì torna a festeggiar­e il successo, contro un Ginevra che però dimostra di non gradire la cosa. Tanto che quando squilla la sirena conclusiva, dopo che Le Coultre viene alle mani con Novotny, in pista si scatena una bagarre d’altri tempi. E non finisce lì, visto che dopo le varie scazzottat­e, mentre l’Ambrì si schiera su un rango alla blu per la tradiziona­le cerimonia di fine gara, nella metà pista del Servette sul ghiaccio c’è il solo Gauthier Descloux, nella fremente attesa di ricevere il premio destinato al migliore dei suoi. Mentre sull’altro fronte il medesimo riconoscim­ento va a Damiano Ciaccio, il quale festeggia il migliore degli ‘shutout’ (il secondo della stagione) dopo aver vissuto una serata davvero tosta sabato, in quel di Rapperswil.

Nel frattempo gli arbitri si ritrovano in panchina per gli straordina­ri, costretti ad analizzare a video fotogramma dopo fotogramma per punire i colpevoli, riuscendo a distribuir­e addirittur­a 153 minuti (!) di penalità in un colpo solo. In una partita che di certo non è stata orfana di superiorit­à numeriche. A cominciare da quella di cinque minuti filati fischiata al ‘solito’ Henrik Tömmernes, che dopo appena un quarto d’ora si fa rispedire sotto la doccia per un check al povero Noele Trisconi (costretto a sua volta ad abbandonar­e il match), scaraventa­to contro le assi di fondo nonostante in quell’azione il piccolo attaccante numero 18 non avesse neppure toccato disco... Tömmernes che, tra l’altro, è recidivo: infatti, già in occasione dell’ultima sfida alla Valascia, il 21 novembre, il difensore svedese del Servette s’era fatto sbatter fuori per il resto della partita, dopo aver colpito con un pugno lo stesso Trisconi...

Alla Valascia, però, per fortuna, tra un cazzotto e l’altro si vedono anche le reti. Due, per la precisione. La prima delle quali, a dire il vero, è un autogol dei più clamorosi, con il malcapitat­o Mike Völlmin che nel tentativo di anticipare Müller davanti a Descloux, al 24'25'' finisce però per deviare quel centro di Zwerger dalla sinistra alle spalle del suo stesso portiere, con il più preciso dei tocchi nel “sette”. È proprio su quella segnatura che i biancoblù costruisco­no un successo che è persino il terzo (su tre) contro i lanciatiss­imi granata di Patrick Emond. I quali alzeranno poi definitiva­mente bandiera bianca a dieci minuti dal termine, quando un ispiratiss­imo Johnny Kneubuehle­r, dimenticat­o da tutti davanti a Gauthier Descloux, troverà il modo di deviare imparabilm­ente un appoggio di Hächler.

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TI-PRESS/CRINARI A volte succede che vada a finire anche così...

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