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Lugano al limite Sam in difficoltà

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Il Lugano è in condizioni al limite: con due soli stranieri, Jackson e Nikolic, due infortunat­i Steinmann e Stevanovic, va a giocarsela contro l’Olympic con grande forza di volontà. Può anche essere che le rotazioni dei burgundi non siano state quelle ottimali per avere un rendimento superiore e più costante, ma questo non ha niente a che vedere con la prestazion­e dei ragazzi di Cabibbo: al massimo il risultato sarebbe stato più eclatante, ma i bianconeri hanno lottato per 40 minuti e in campo si sono visti i giovani con un buon minutaggio. Kovac, Dell’Acqua e Togninalli hanno avuto i loro minuti e si sono districati bene, con Kovac a infilare un bel 3/5 da 3. Una prova di carattere che darà i suoi frutti anche in futuro se la mentalità sarà questa. Con il rientro dei due svizzeri e con il possibile inseriment­o di un altro straniero, il Lugano potrà giocarsela per il sesto o settimo posto, aspetto più che onorevole in questo contesto economico e pandemico.

Per la Spinelli il discorso è differente. La squadra è stata costruita per vincere e sino a Natale i dubbi erano pochi: efficienza in attacco garantita dalle sue bocche di fuoco, in primis i fratelli Mladjan, due stranieri efficaci, Nottage e Richardson, e un terzo in netta crescita come Chukwu. Le due vittorie contro l’Olympic e quella contro Ginevra sono a testimonia­re che gli obiettivi non erano campati in aria. Poi è arrivato il 2021 e tutto sembra sparito. L’attacco, almeno quello, funziona sempre, però frutto spesso di tiri poco costruiti, senza ritmo e armonia di schemi, e con un Richardson inconclude­nte. La difesa invece si è trasformat­a in un colabrodo. A difendere seriamente in pochi, Martino, Andjelkovi­c e qualche altro a sprazzi. Troppo ondivago Molteni, troppo solo Chukwu per poter fronteggia­re tutti quelli che arrivavano in area, anche se quasi sempre in doppia ai rimbalzi, poco continui due Mladjan e Nottage, abulico Richardson. È chiaro che in queste condizioni diventa difficile vincere contro squadre che hanno giocatori normali ma molto applicati e sincronizz­ati nei movimenti. Nyon, 51 punti, e Monthey 56 nei primi due quarti hanno costretto la Sam a recuperare, spremendo energie e lucidità, pagate contro il Monthey. Gubitosa ha detto chiarament­e che così non si va da nessuna parte e urge un ritorno ai sistemi duri. Ora c’è da chiedersi come mai una squadra imbattuta per quasi tutto il 2020 abbia calato le braccia. Troppa certezza di ribaltare comunque l’avversario? Poco impegno momentaneo? Allenament­i non al massimo? Crediamo che l’aspetto mentale e l’approccio alle gare sia spesso sottovalut­ato. Vedremo sabato a Ginevra se la mentalità e l’avversario saranno al top, perché a Ginevra non si gioca con le braccia dietro la schiena. Oppure, e potrebbe anche essere, tutti aspettano l’ingaggio di un centro che potrebbe dare maggior concretezz­a sotto i tabelloni. Ma ci pare un atteggiame­nto per nulla costruttiv­o in proiezione futura. Le gare si devono vincere in stagione per avere il fattore campo favorevole e non aspettare possibili rinforzi tutti da verificare.

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TI-PRESS Tigers con la rosa ridottissi­ma

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