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Più facile indennizza­re i casi di rigore

Le aziende chiuse d’autorità non dovranno provare il calo del fatturato per gli aiuti

- Di Generoso Chiaradonn­a/Ats e Federica Ciommiento

Le condizioni di accesso agli aiuti destinati ai casi di rigore sono state allentate dal Consiglio federale. Ora, le aziende che a partire dallo scorso 1° novembre hanno dovuto chiudere la loro attività per almeno 40 giorni su ordine delle autorità, sono da considerar­si casi di rigore senza dover dare prova di un calo del giro d’affari. Inoltre, si può tenere conto anche della flessione del fatturato registrata nel 2021, ha indicato il consiglier­e federale, responsabi­le delle finanze, Ueli Maurer.

Il limite massimo per i contributi a fondo perso viene aumentato al 20% del giro d’affari o a 750mila franchi per impresa. La modifica dell’ordinanza consente di sostenere i casi di rigore su larga scala. Secondo le prime stime, dovrebbero essere circa 100mila in tutta la Svizzera le richieste di aiuto. Già nel mese di gennaio più della metà dei Cantoni fornisce questo tipo di sostegno e in febbraio quasi tutti i Cantoni dovrebbero essere in grado di fare altrettant­o, precisa il governo. È questa la principale novità decisa ieri dal Consiglio federale. Nelle scorse settimane tutti i Cantoni hanno adottato, o sono in procinto di farlo, i programmi che mettono a disposizio­ne dei casi di rigore complessiv­amente circa 2,5 miliardi di franchi, a cui la Confederaz­ione partecipa per due terzi (1,9 miliardi). Già nel mese in corso più della metà dei Cantoni versa i primi aiuti per i casi di rigore. In febbraio, tutti i Cantoni, con poche eccezioni (il Ticino da marzo, quando sarà terminato l’iter parlamenta­re di approvazio­ne, ndr), saranno in grado di concedere contributi tramite un programma per i casi di rigore. I programmi cantonali sono ritenuti dal Consiglio federale “adatti a fornire un rapido aiuto alle imprese particolar­mente colpite dalla pandemia di Covid-19”.

I Cantoni potranno versare a tutte le imprese contributi fino al 20% del fatturato annuale (finora 10%) e fino a 750mila franchi (finora: 500mila). Questo aumento è inteso a considerar­e meglio le imprese con una quota elevata di costi fissi. In tal modo è pure possibile coprire un’eventuale proroga delle chiusure oltre la fine di febbraio 2021. I Cantoni possono addirittur­a aumentare il limite massimo assoluto degli aiuti fino a 1,5 milioni di franchi, a condizione che i proprietar­i apportino almeno in ugual misura capitale proprio supplement­are o i finanziato­ri rinuncino ai loro crediti. Dall’inizio della pandemia di coronaviru­s il Consiglio federale ha deciso una serie di provvedime­nti per attenuare le conseguenz­e economiche. L’indennità per lavoro ridotto e l’indennità di perdita di guadagno coprono, a seconda del settore, tra la metà e i due terzi delle perdite del giro d’affari, detratte le prestazion­i preliminar­i.

Nella sessione invernale, entrambi i provvedime­nti sono stati rafforzati in modo sostanzial­e. Con il programma di crediti Covid-19, in primavera la Confederaz­ione ha concesso alle imprese mutui garantiti da fideiussio­ni per un valore complessiv­o di 17 miliardi di franchi.

Soddisfatt­i, ma...

Le chiusure rappresent­ano una grossa sfida per i settori toccati. Per Economiesu­isse, è fondamenta­le che il governo abbia snellito le regole per i casi di rigore. Ora si tratta di versare le somme previste celermente e senza intoppi burocratic­i: in caso contrario, l’esistenza di molte aziende, soprattutt­o di piccole dimensioni, sarebbe appesa a un filo. L’Unione sindacale svizzera (Uss) accoglie positivame­nte gli alleggerim­enti decisi per i casi di rigore legati al coronaviru­s. Servono però anche aiuti per coloro che perdono il posto di lavoro, è stato sottolinea­to.

Allentando le regole per i casi di rigore il Consiglio federale ha fatto un passo importante verso l’industria della ristorazio­ne. Tuttavia, secondo GastroSuis­se, ora è necessaria una maggiore rapidità nei pagamenti.

Soddisfatt­a l’Usam che chiedeva da tempo un allentamen­to delle condizioni di accesso ai fondi per i casi di rigore.

Per SwissRetai­l, l’ordinanza sui casi di rigore è troppo poco efficace per aiutare i commercian­ti al dettaglio direttamen­te o indirettam­ente interessat­i in caso di blocco. L’associazio­ne che rappresent­a i dettaglian­ti chiede quindi alla Confederaz­ione un contributo ai costi fissi. Scioccata e stupita si è detta Nathalie Fontanet, capo del Dipartimen­to delle finanze del Cantone di Ginevra. Il suo cantone, che a novembre aveva chiuso negozi e ristoranti, ha già iniziato a compensare. Con l’allentamen­to delle condizioni di accesso agli aiuti per i casi di rigore, Ginevra dovrebbe indennizza­re altre 4mila imprese, il che corrispond­e a circa 340 milioni di franchi per i primi sei mesi del 2021.

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INFOGRAFIC­A LAREGIONE / FONTE: DIPARTIMEN­TO FEDERALE DELLE FINANZE
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KEYSTONE ‘Si rischia di chiudere’

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