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Il comitato Ps: ‘Sostegno insufficie­nte’

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Ieri sera il Partito socialista ha riunito il proprio Comitato cantonale via web, e alla presenza di oltre 50 partecipan­ti la copresiden­te Laura Riget ha definito «insufficie­nti» gli aiuti promessi finora per contrastar­e le conseguenz­e economiche della pandemia. Punta il dito contro il Consiglio di Stato, reo secondo lei di «un agire inaccettab­ile che mette a rischio migliaia di posti di lavoro». Ma è anche generale la bocciatura di quanto stanziato finora a livello federale: «È una vergogna per un Paese così ricco fare così poco». E secondo Riget c’è un grande pericolo. Vale a dire che «diventa difficile l’accettazio­ne delle misure. Se arriva un obbligo di chiusura del proprio negozio ma non gli aiuti necessari, si vede sgretolars­i tutto e si conclude che è preferibil­e tenere aperto il negozio e rischiare di contagiars­i. Così si crea terreno fertile per il populismo».

Speziali (Plr): ‘Sono davvero scettico’

«Sono davvero scettico su queste nuove chiusure, che colpiscono moltissime attività, grandi e piccole», commenta invece da noi interpella­to il presidente del Plr Alessandro Speziali. Che aggiunge: «Sono ora essenziali un orizzonte di riapertura chiaro, che manca, e aiuti finanziari erogati il prima possibile, riducendo all’osso le procedure. Per evitare il rischio di abusi, le sanzioni per chi fa il furbo devono essere esemplari». Sull’obbligator­ietà del telelavoro, invece, per Speziali «occorre arrivare a misure concordate, a difesa della salute ma anche della sopravvive­nza dei posti di lavoro. Per fortuna le scuole non chiudono, sarebbe stato un nuovo duro colpo per l’apprendime­nto dei giovani. Infine, la campagna di vaccinazio­ne deve diventare una vera e propria offensiva per ridare ossigeno a tutti».

Agustoni (Ppd): ‘Restrizion­i pesanti’

«Si tratta di restrizion­i estremamen­te pesanti per i settori economici colpiti – evidenzia il capogruppo del Ppd in Gran Consiglio Maurizio Agustoni –. E dalle prime indicazion­i, le compensazi­oni finanziari­e prospettat­e potrebbero risultare non adeguate. Pertanto sul piano federale si impone, da questo punto di vista, una riflession­e. È chiaro che non si può pensare che siano i negozi, in particolar­e quelli della piccola distribuzi­one, a sobbarcars­i l’intero peso economico di queste chiusure. Negozi che hanno adottato dei protocolli di sicurezza molto severi e che ora sono costretti a chiudere. Quando avremo una visione di dettaglio degli incentivi federali, bisognerà valutare se a livello cantonale vi sia la necessità di ulteriori interventi. Occorre comunque agire rapidament­e».

Caverzasio chiede aiuti

congrui e immediati

E di rapidità parla anche il leghista Daniele Caverzasio: «Gli aiuti finanziari – afferma il presidente del Gran Consiglio – devono essere congrui e soprattutt­o immediati. Dobbiamo assolutame­nte scongiurar­e non solo una terza ondata pandemica, ma anche un peggiorame­nto della situazione economica e di riflesso di quella sociale». Riprende, sulle misure decise dal Consiglio federale, Agustoni: «Noto che per quanto riguarda gli assembrame­nti sui mezzi di trasporto pubblico da Berna purtroppo non sono ancora giunte misure. Osservo invece positivame­nte che è stata mantenuta la scuola in presenza».

I Verdi: ‘Meglio tardi che mai’

“Finalmente il governo federale ha deciso di agire, prevedendo però ancora troppe eccezioni”, annotano i Verdi del Ticino. “Contro la diffusione dei contagi e per evitare ulteriori danni dovuti anche alle mutazioni del virus, era necessaria un’azione sotto un regime straordina­rio con misure più chiare e decise” aggiungono. Inoltre, in merito alle aziende toccate dalle chiusure, i Verdi scrivono che “avrebbero meritato delle procedure di richiesta di aiuti più snelle e rapide”.

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TI-PRESS C'è preoccupaz­ione

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