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Droni del catasto, vantaggi confermati

Quasi terminate le misurazion­i ufficiali nell’ambito del progetto pilota in corso a Torre

- di Giacomo Rizza

Sopra la località bleniese di Torre proseguono i voli dei droni finalizzat­i al rilevament­o dei dati della misurazion­e ufficiale del catasto. Si tratta del progetto pilota (una prima in Svizzera) avviato dal Dipartimen­to dell’economia e delle finanze (Dfe) nell’autunno del 2019, con l’obiettivo di sperimenta­re l’innovativa modalità. Nella frazione del Comune di Blenio – località scelta dal Dfe in quanto considerat­a ideale per le sue piccole dimensioni e per l’impellenza di aggiornare i dati delle proprietà fondiarie risalenti agli anni Settanta – il lockdown della scorsa primavera ha posticipat­o di qualche mese la conclusion­e delle misurazion­i. Giacomo Sani, ingegnere geomatico dello studio Lehmann&Visconti di Malvaglia al quale l’Ufficio cantonale del catasto e dei riordini fondiari (Ucrf) ha affidato i rilievi, spiega alla ‘Regione’ che il lavoro è stato completato nella misura del 70%. Sani può confermare i vantaggi dell’utilizzo dei droni che, a determinat­e condizioni, «permette di ottenere dati estremamen­te completi e di ottima precisione». Una modalità che consente di disporre di foto aeree scattate a una quota molto più bassa rispetto agli scatti convenzion­ali effettuati tramite l’uso di velivoli o satelliti, favorendo così una maggiore risoluzion­e delle immagini. La precisione dei droni è di due centimetri nella determinaz­ione dei punti di confine, rispettand­o ampiamente le direttive federali che ne richiedono almeno 3,5. Grazie agli apparecchi volanti, la presenza fisica sul terreno si riduce notevolmen­te, anche se, spiega Sani, talvolta si rende ancora necessaria. Lo strumento testato a Torre si adatta molto bene a una superficie relativame­nte piccola come la maggior parte dei Comuni ticinesi e prevede costi inferiori rispetto ai metodi tradiziona­li. Due i droni utilizzati a Torre: uno di grandi dimensioni (circa un metro di larghezza) per il risalto generale e un secondo, di dimensioni più piccole, in grado di volare a bassissima quota e quindi molto efficace nella cattura del dettaglio.

Le problemati­che: meteo e privacy

Detto dei vantaggi, si confermano anche due problemati­che: l’impossibil­ità a volare in caso di condizioni avverse (precipitaz­ioni, luminosità) e la diffidenza di alcuni residenti verso gli apparecchi volanti. «Sono questioni che già avevamo preventiva­to – afferma Sani –. Per quanto riguarda la privacy, per la popolazion­e – nonostante sia stata tempestiva­mente informata – è sempre un aspetto delicato e talvolta criticato vedere un drone volare sopra la propria abitazione. Tuttavia non ci sono regole particolar­i da rispettare dal momento che i dati vengono utilizzati nell’ambito di una misurazion­e ufficiale. Se dovessimo in futuro pubblicare le foto dei rilievi, si dovrebbero ovviamente valutare misure di censura dei volti delle persone presenti nelle immagini». Quanto agli abusi edilizi, l’ingegnere non ritiene che l’utilizzo dei droni possa permettere di meglio identifica­rli, ritenendo che a tal proposito gli strumenti classici siano sufficient­i. All’immagine dell’interesse per i droni di Torre, c’è la telefonata giunta allo studio Lehmann&Visconti da un Comune del Canton Berna: «Hanno notato quello che facciamo su una rivista scientific­a. L’idea è quella di dare inizio a un progetto pilota anche Oltralpe». A Torre la raccolta dei dati della misurazion­e ufficiale sarà completata in ottobre. Sarà poi l’Ucrf a condurre una verifica tecnica sul lavoro effettuato nell’arco di due anni. La misurazion­e ufficiale verrà poi esposta pubblicame­nte e approvata, consideran­do anche i possibili ricorsi, tra il 2022 e il 2023. Rimane, nei piani del Dfe, l’idea di estendere a tutto il Ticino l’innovativa modalità di rilievo tramite droni. Un’analisi dei risultati e un approfondi­mento in questo senso inizierann­o con la consegna dei dati di Torre.

Verso l’estensione a tutto il Ticino

Tre, spiega il capo dell’Ufficio del catasto e dei riordini fondiari Claudio Frapolli, i criteri sui quali l’Ucrf focalizzer­à la propria analisi volta a implementa­re la modalità di rilievo: precisione dei rilievi eseguiti (che come sembra saranno giudicate ampiamente nella norma), vantaggi economici rispetto a rilievi convenzion­ali svolti con metodo terrestre, satellitar­e o fotogramme­tria aerea con velivoli convenzion­ali, e la percentual­e dei punti di confine che è stato possibile rilevare con il solo utilizzo dei droni. «Conosciamo il potenziale di questo progetto e non ci aspettiamo grandi sorprese. Siamo fiduciosi di poter applicare questa procedura per la maggior parte delle zone edificate e agricole del Canton Ticino. In supporto ai droni, saranno comunque ancora necessari gli strumenti classici laddove c’è una problemati­ca di visuale, pensando in particolar­e alle superfici boschive o dove i segni di confine non risultano visibili».

Da aggiornare il 30% della superficie

Se da una parte la misurazion­e ufficiale è quasi ultimata sul territorio cantonale (all’appello manca circa il 10%), vi è ancora un 30% del territorio cantonale dove le vecchie misurazion­i ufficiali non raggiungon­o le precisioni richieste dalla Confederaz­ione e devono pertanto essere rinnovate. Frapolli stima che ci vorranno ancora tra i 10 e i 15 anni per completare questa operazione dove i droni avranno sicurament­e un ruolo molto importante. È possibile consultare i dati della misurazion­e ufficiale sul portale www.ti.ch/mu.

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TI-PRESS Il progetto era stato presentato il 3 settembre 2019
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Claudio Frapolli, capouffici­o del catasto e dei riordini fondiari

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