‘Attendiamo le reazioni’
Unia e Ocst, membri della Commissione paritetica, guardano con ottimismo alla sentenza del Tribunale d’appello. Qualora venisse confermata senza ricorsi al Tf, o successivamente avallata da Losanna, «consoliderà la garanzia, per tutto il settore estrattivo, delle buone condizioni di lavoro previste dal Cnm», annota il sindacalista Unia Igor Cima: «In particolare metterà i giovani al riparo dal rischio di assunzioni a salari più bassi del consentito e gli scalpellini in generale dal rischio di perdere il prepensionamento anticipato a 60 anni, diritto riconosciuto sin dal 2003 e fra le conquiste più importanti fatte nell’ultimo ventennio». Va comunque detto che nel 2018 la ditta di Cresciano, avendo in quel periodo partecipato a un appalto pubblico, si era sottoposta a un’ispezione da cui era emerso il suo pieno rispetto del Cnm; rivolgendosi alla Pretura, mirava a scardinare il principio dell’obbligatorietà. «Le due sentenze, quella del Tf sulla cava valmaggese e quella del Tribunale d’appello sulla cava di Cresciano, danno in modo convergente un’importante certezza alla base contrattuale per il settore del granito, ancorandolo al Cnm», aggiunge Paolo Locatelli di Ocst: «Attendo di vedere come reagiranno i cavisti ticinesi. Il mio auspicio è che riconsiderino la necessità di un partenariato contrattuale cantonale, dopo la purtroppo rapida conclusione di Ticino-Gneiss. Sarebbe un passo vitale per l’intero settore».