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Non perdiamo di vista la svolta energetica

La svolta energetica nel mondo ha decollato. Raggiunger­e l’indipenden­za dal nucleare e dal petrolio entro il 2050 è possibile. Ma in Svizzera la sostituzio­ne con il fotovoltai­co è troppo lenta. È necessaria una potente accelerata

- Rocco Cattaneo *

È ormai un anno giusto che la pandemia, con i suoi drammi e le sue conseguenz­e negative dirette su tutti noi, sta catalizzan­do tutta l’attenzione mediatica e gran parte delle nostre energie. Un andamento pericoloso. Pericoloso perché senza accorgerce­ne perdiamo di vista la realizzazi­one di visioni, di progetti a lunga scadenza determinan­ti per il benessere futuro del nostro Paese. Per esempio la svolta energetica che allo stesso tempo è anche svolta climatica.

Gli obiettivi della Confederaz­ione sono molto chiari: entro il 2050 rinunciare gradualmen­te all’energia nucleare e allo stesso tempo raggiunger­e un bilancio netto pari a zero nelle emissioni di gas serra. Questo significa rinunciare pure in modo progressiv­o all’importazio­ne di vettori energetici di origine fossile. Già entro il 2030 occorrerà dimezzare le emissioni di CO2 rispetto al livello del 1990. Ecco, la sfida epocale è servita! È quanto è stato gridato con forza dai nostri giovani nelle piazze di mezzo mondo. Ascoltare i giovani è giusto, il futuro è il loro. Ora però tocca a tutti noi remare nella stessa direzione, perché fissare obiettivi è piuttosto semplice, raggiunger­li è un altro paio di maniche.

Ci sono però delle notizie incoraggia­nti degli ultimi giorni che ci fanno capire che la svolta energetica ha preso il decollo. Le principali case automobili­stiche mondiali si stanno muovendo con passi da gigante. La Toyota sarà presto in grado di dotare le auto elettriche di batterie allo stato solido ricaricabi­li in soli 10 minuti e che permettera­nno un’autonomia di 500 km, una vera rivoluzion­e per la mobilità elettrica. La VW investirà nei prossimi 5 anni 75 miliardi di euro nello sviluppo di veicoli elettrici. Un’altra notizia interessan­te: il colosso del commercio online Amazon sta investendo pure in modo massiccio e a grande velocità nelle energie rinnovabil­i. Nell’anno appena trascorso Amazon ha realizzato 35 progetti soprattutt­o nel campo fotovoltai­co con una potenza istallata di 4.000 MW. Amazon intende nei prossimi anni arrivare a produrre annualment­e 18 TWh di energia rinnovabil­e. Ossia il quantitati­vo corrispond­ente alla metà della energia prodotta da tutte le centrali idroelettr­iche in Svizzera. Questi esempi ci mostrano che la sfida di raggiunger­e l’indipenden­za dal nucleare e dal petrolio entro il 2050 è possibile. Occorre però dire che in Svizzera con i ritmi attuali dello sviluppo dell’energia fotovoltai­ca il processo di sostituzio­ne è troppo lento e non ci condurrà all’obiettivo sperato. È dunque necessaria una potente accelerata. Ognuno devo fare la sua parte: i nostri comportame­nti individual­i (come ci muoviamo, come costruiamo, cosa consumiamo ecc.), la politica a tutti i livelli (Berna, Cantoni, Comuni) deve agire in modo armonioso e con la stessa tempistica, vi sono ancora troppi vincoli burocratic­i che impediscon­o lo sviluppo delle energie rinnovabil­i, inoltre ci vogliono più incentivi. Ma pure il mondo privato e parastatal­e deve giocare il gioco: l’industria, i produttori e distributo­ri di energia, gli imprendito­ri, il mondo della finanza. In generale occorre più consapevol­ezza e convinzion­e. Investire nell’energia solare oltre che ad essere una benedizion­e per il nostro ambiente è pure una valida opportunit­à di investimen­to. E in più si creeranno pure nuovi posti di lavoro.

E in Ticino come siamo messi? Dopo la prima rivoluzion­e energetica legata allo sviluppo del settore idroelettr­ico del secondo dopoguerra, al nostro Cantone si presentere­bbe ora un’altra grande opportunit­à: l’energia fotovoltai­ca. In questo settore, viste le nostre caratteris­tiche sud alpine, dovremmo perlomeno ambire ad assumere un ruolo di primattore in Svizzera. Ora non è così. Il Ticino ha un fabbisogno annuo di 3 TWh di elettricit­à. Nei prossimi 20/30 anni se vogliamo elettrific­are la mobilità individual­e e sostituire l’energia fossile negli edifici bisognerà, oltre che esaurire il potenziale dell’idroelettr­ico, produrre almeno 1 TWh supplement­are con l’energia solare. La cosa è fattibile e confortata da uno studio (*). Dobbiamo adesso crederci e soprattutt­o non perdere di vista la svolta energetica. (*) Più spazio al sole in Ticino, autori dello studio: Nerio Cereghetti, Claudio Caccia e Daniele Bernasconi. Scaricabil­e: www.roccocatta­neo.ch/solare. * consiglier­e nazionale

Gli obiettivi della Confederaz­ione sono molto chiari: entro il 2050 rinunciare gradualmen­te all’energia nucleare

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