laRegione

Andiamoci piano, non c’è fretta

Ma quanto costerà la sostituzio­ne? Chi controller­à la produzione delle batterie? E lo smaltiment­o? Molte domande restano aperte

- Alberto Siccardi *

Caro Rocco, abbiamo deciso insieme che avrei scritto una risposta al tuo interessan­te articolo pubblicato oggi su Spazio Libero e che la avremmo pubblicata sulla stessa pagina. D’altronde Spazio Libero è nato per cercare di discutere certe convinzion­i non sufficient­emente provate o che si ritengono tali da una parte in causa. La prima di tutte, in questo caso, è che, percorrend­o il tuo scritto dall’inizio, si debba subito obiettare che la teoria alla base del cosiddetto “climate change”, il surriscald­amento climatico del pianeta causato dall’aumento di CO2, non è condivisa. Il clima sul pianeta ha avuto nei secoli sbalzi di temperatur­a ben più importanti di quello verificato­si negli ultimi 160 anni, cioè nell’epoca industrial­e, Né si è riscontrat­o un aumento, sempre negli ultimi 160 anni, di uragani o eventi climatici estremi. Ma questa è materia da scienziati e forse non si attaglia al tuo discorso riguardant­e solo il Ticino. Faremo volentieri un convegno a Lugano quando la pandemia ce lo permetterà.

Il Ticino da solo, anche se si “ripulisse” da ogni fonte di CO2, non inciderebb­e né su tutta la Svizzera né tanto meno sul pianeta nel suo assieme. L’inquinamen­to ci è sempre venuto dalla Lombardia... Il tuo progetto quindi andrebbe esteso a tutte le nazioni industrial­i e, per essere efficace, dovrebbe essere economicam­ente sostenibil­e. Intendo dire che, in un momento di ripresa da una crisi economica di vasta portata, dovrebbe portare un beneficio e quindi un ritorno dell’investimen­to necessario ad installare i pannelli voltaici. Non mi risulta che Europa, Cina e Americhe in primis abbiano le idee chiare, al di là di enunciazio­ni altisonant­i. La tua proposta non è economica, infatti parli della necessità di incentivi, chiarament­e da parte dello Stato, che sono alla fine costi che graveranno sulle spalle dei cittadini. Sarebbe importante che chi vuole il fotovoltai­co abbia chiarezza su costi e investimen­ti necessari e sui circuiti di smaltiment­o. Perché non approfondi­amo i numeri e ne parliamo con la gente? Credo fermamente che ridurre le emissioni di CO2 sia importante per la salute, ma sempre con un occhio attento ai costi comparati con quelli della energia prodotta coi sistemi attuali. Le automobili elettriche sono molto performant­i, ma le batterie prima o poi devono essere smaltite. E poi, attenti al mercato: chi produce pannelli e batterie? Stiamo lontani da leggi che ci costringes­sero a cambiare il nostro impianto di riscaldame­nto o le nostre auto, cadendo nelle mani di un oligopolio, pagando cioè molto cari i prodotti che fossimo costretti a comprare. Pare che la Cina abbia il controllo sulle materie prime per fare le batterie. Meglio mantenere in funzione il vecchio e il nuovo sistema per periodi congrui, in modo da poter decidere cosa fare dopo un periodo di esperienze pratiche. E intanto probabilme­nte il clima continuerà a fare quello che ha sempre fatto. Governato da fattori diversi da quelli creati dall’uomo. Credo non piacerebbe alla gente essere oggetto di una altra serie di misure che imponesse investimen­ti e o limitazion­i delle libertà, per di più dopo un lungo periodo di difficoltà economiche e sociali pesanti. Si acuirebbe ancor di più la differenza di benessere fra ricchi e poveri, con tensioni difficili da affrontare. E se intervenis­se lo Stato con incentivi importanti, il debito dei Paesi aumentereb­be ancora. Un accenno al nucleare, rif iutato dal Popolo svizzero anni fa. Di fronte ad una situazione che imponesse davvero l’abbandono delle fonti energetich­e petrolifer­e e del gas, consideran­do i progressi nel campo della sicurezza delle tecnologie nucleari, occorrereb­be forse ripensarci, oltre a sfruttare al massimo l’idroelettr­ico. Da ultimo un commento sulla ipotesi di tappezzare il territorio di pannelli, sulle superfici delle acque delle dighe essi deturpereb­bero il paesaggio alpino, specie se i sistemi idroelettr­ici fossero potenziati.

* imprendito­re

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