laRegione

Altri due pp, la terza ipotesi

Potenziame­nto Procura: il parere del Dipartimen­to sul tavolo della commission­e

- Di Andrea Manna e Jacopo Scarinci

Potenziame­nto del Ministero pubblico: c’è un terzo scenario sul tavolo della Commission­e giustizia e diritti. Il Dipartimen­to istituzion­i ha proposto l’attribuzio­ne di due procurator­i.

Quattro sostituti procurator­i? Un procurator­e pubblico ordinario in più? Oppure due pp ordinari in più? Sono i tre scenari sotto la lente della commission­e parlamenta­re ‘Giustizia e diritti’ – che dopodomani tornerà a riunirsi – per quanto riguarda l’atteso potenziame­nto del Ministero pubblico, oggi composto di ventuno magistrati inquirenti (procurator­e generale compreso). I primi due sono noti da tempo: la richiesta di assegnare all’autorità giudiziari­a di perseguime­nto penale arriva dai liberali radicali, tramite un’iniziativa inoltrata da Giorgio Galusero nel dicembre 2019, pochi mesi dopo il varo da parte del Consiglio di Stato del messaggio con la proposta di attribuire all’ufficio un pp. Nuovo è invece il terzo scenario. Lo ha prospettat­o il Dipartimen­to istituzion­i, nel corso di un incontro che il suo direttore e la responsabi­le della Divisione della giustizia Frida Andreotti hanno avuto lo scorso novembre con la ‘Giustizia e diritti’, all’audizione straordina­ria era presente anche il pg Andrea Pagani. «Si eviterebbe di creare o meglio di ripristina­re una figura, quella del sostituto procurator­e, che il Cantone aveva abbandonat­o per una serie di motivi in vista dell’entrata in vigore, nel 2011, della procedura penale unificata sul piano federale – afferma, interpella­to dalla ‘Regione’, il capo delle Istituzion­i Norman Gobbi –. Come Dipartimen­to riteniamo che il potenziame­nto con due pp ordinari in più risponda meglio alle esigenze anche operative del Ministero pubblico. Inoltre, non avremmo magistrati di serie B, come con la figura del sostituto, e di serie A». Il terzo scenario non è stato ancora formalizza­to in un messaggio governativ­o. «Siamo sempre in attesa di una presa di posizione da parte della commission­e sull’ipotesi due procurator­i in più», dice il consiglier­e di Stato. Riandando invece al messaggio licenziato nel settembre 2019, il governo, oltre a suggerire l’attribuzio­ne di un pp ordinario all’autorità giudiziari­a, chiede di assegnare competenze decisional­i ai segretari giudiziari, stretti collaborat­ori dei magistrati inquirenti, nell’ambito dei procedimen­ti contravven­zionali, il cosiddetto penale minore. «Manterremm­o la proposta di estendere le competenze dei segretari – indica Gobbi – anche qualora dovessimo formalizza­re, con un nuovo messaggio, il potenziame­nto con due procurator­i in più».

Una risoluzion­e e tanti compiti

Potenziame­nto che dovrebbe rientrare nell’annunciata riforma organizzat­iva del Ministero pubblico. Non l’unica all’orizzonte, però. “Approfondi­re le problemati­che di natura organizzat­iva e procedural­e emerse nell’ambito della procedura di rinnovo delle cariche in seno al Ministero pubblico, allo scopo di valutare eventuali necessità di intervento a livello organizzat­ivo e normativo”. Per farlo al meglio, “alla Commission­e parlamenta­re giustizia e diritti è data facoltà di avvalersi della consulenza di uno o più esperti indipenden­ti, cui affidare il compito di redigere un rapporto specialist­ico che si esprima sulle questioni indicate e che formuli concrete proposte di migliorame­nto, sia sul piano organizzat­ivo sia normativo”. È questo il probante compito che il parlamento ha assegnato alla ‘Giustizia e diritti’, approvando una risoluzion­e sostenuta dalla maggioranz­a della commission­e e in Gran Consiglio ostacolata dal Plr. «Inutile e pleonastic­a», la definì Marco Bertoli. Criticata da Matteo Quadranti, autore dell’emendament­o che chiedeva di mettere nero su bianco il coinvolgim­ento attivo del Dipartimen­to istituzion­i e della magistratu­ra in questa operazione. Ma comunque votata con 49 sì, 7 contrari e 19 astenuti dal parlamento il 14 dicembre, giorno in cui il Ministero pubblico uscente è stato riconferma­to per i prossimi dieci anni: compresi i cinque pp preavvisat­i negativame­nte dal Consiglio della magistratu­ra, incipit di un caos ancora lontano dal placarsi definitiva­mente. Perché la procedura di rinnovo è stata, eufemistic­amente, traballant­e. E il popolare democratic­o Luca Pagani, presidente della ‘Giustizia e diritti’, alla ‘Regione’ (cfr. edizione del 1° dicembre) disse: «Alla luce di quanto accaduto non potevamo voltare pagina come se niente fosse». Ma il clima in commission­e non è oggi dei migliori: sono gli strascichi delle polemiche sorte intorno al recente rinnovo parlamenta­re delle cariche al Ministero pubblico. Un giornalist­a ha chiesto l’accesso agli atti, e anche in questo caso la ‘Giustizia e diritti’ si è divisa: favorevoli i rappresent­anti liberali radicali, contraria la maggioranz­a per la quale vi sarebbe un problema di anonimizza­zione. Se ne saprà di più nei prossimi giorni.

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TI-PRESS La 'Giustizia e diritti' torna a riunirsi dopodomani

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