laRegione

Case anziani e ospedali, stop alle visite

Giorgio Merlani: ‘Variante inglese pericolosa, stringere i denti tre o quattro settimane’

- Di Simona Roberti-Maggiore

«Può succedere anche in ospedale», spiega il medico cantonale Giorgio Merlani, interpella­to da ‘laRegione’ in merito alla decisione di sospendere le visite, oltre che nelle case anziani, pure negli ospedali e nelle strutture per disabili, in seguito al focolaio di variante inglese rilevato lo scorso mercoledì alla casa di riposo di Balerna. Da nostre informazio­ni, comunque, risulta che i rientri a casa dagli istituti per disabili sono possibili. La misura, in vigore a partire da oggi fino almeno al 7 febbraio, vuole prevenire nuovi focolai legati alla variante inglese, proteggend­o in particolar­e le fasce a rischio. L’obiettivo è di portare avanti la già avviata campagna vaccinale, evitando di vanificare gli sforzi finora intrapresi.

Dottor Merlani, già si vociferava di una possibile chiusura delle case anziani. Come mai è stato deciso di estendere questa misura anche a ospedali e centri per disabili?

La vastità e la rapidità con le quali si è esteso il focolaio della casa anziani di Balerna ci hanno spinto a fare delle riflession­i su eventuali nuovi protocolli e dispositiv­i di protezione individual­e. A partire proprio dalle case anziani, anche perché fra tre settimane faranno il secondo giro di vaccinazio­ne. Vogliamo impedire a tutti i costi dei focolai in questo periodo, perché complicher­ebbero la somministr­azione della seconda dose (sia per motivi organizzat­ivi, sia per l’impossibil­ità di vaccinare in caso di malattia acuta). Il che sarebbe devastante. Avere poi dei focolai e dei decessi adesso sarebbe davvero un grande peccato. Secondaria­mente, ci siamo detti, visto che è una decisione quasi provvisori­a, chiudiamo, raffreddia­mo tutto. Alla fine, il rischio che la seconda variante si infiltri c’è anche in ospedale. Di recente ci sono stati due focolai in ospedale, uno a Bellinzona e uno a Lugano. Il dubbio, alla luce del caso di Balerna emerso l’altro giorno, è che anche lì ci fosse lo zampino della variante inglese. Adesso che sappiamo che questa variante è nella comunità, che è entrata in casa anziani senza che ci fosse un chiaro legame con l’Inghilterr­a, o almeno non ancora riconosciu­to, significa che questo può succedere anche in un ospedale. «Dov’è il limite?» è la domanda che ci siamo posti. Meglio quindi chiudere ovunque. La notizia positiva è che questa misura sarà limitata nel tempo. Nelle case di riposo fra tre settimane, massimo quattro, dovremmo essere protetti al 90%. A quel punto negli ospedali dovremmo avere maggiori conoscenze scientific­he. L’obiettivo è di mettere uno stop e di osservare l’andamento epidemiolo­gico. E poi vedremo.

C’è quindi una possibilit­à che i focolai recentemen­te rilevati negli ospedali ticinesi, a Bellinzona e Lugano, fossero riconducib­ili alla variante inglese?

Non c’era nessun indizio che ci fossero delle varianti. Ora però, per onestà, dobbiamo porci questa domanda. È possibile che si fosse trattato di quello. Uno studio svizzero ha rilevato che su 1’500 test positivi fatti nel corso di dicembre, nei giorni attorno a Natale, sei erano da ricondurre a casi di variante inglese. Basandoci su questo dato è improbabil­e che dei focolai tra fine novembre e inizio dicembre fossero da imputare a quello. Stiamo però facendo un’analisi retroattiv­a per appurarlo.

Quanto sta aumentando il timore per queste nuove varianti?

Si sa che la variante inglese è molto più contagiosa, quindi la preoccupaz­ione è tanta, soprattutt­o a livello di salute pubblica e diffusione sul territorio. E di riflesso rispetto a un eventuale impatto sugli ospedali. Poi ora abbiamo visto i suoi effetti. A Balerna in quattro giorni ha colpito metà del personale e due terzi degli ospiti. Da questo profilo è veramente devastante.

Per gli anziani che si trovano a casa, come possiamo proteggerl­i maggiormen­te dalle nuove varianti?

La soluzione migliore è ancora il distanziam­ento sociale. Per questa categoria di persone uscire e infettarsi adesso sarebbe ancor peggio; siamo veramente a un passo dal vaccino. Lancio un appello a tutti gli anziani: avete tenuto duro fin qua, stringete i denti ancora tre-quattro settimane, che poi le cose cambierann­o. Esporsi al rischio adesso significhe­rebbe pagare un prezzo troppo alto. La prospettiv­a del vaccino deve essere un elemento di speranza a cui gli anziani si possono aggrappare.

Con il vaccino, siamo ottimisti?

I dati dell’efficacia del vaccino, anche sulla variante inglese, sono buoni. È quindi fondamenta­le poter avere un numero importante di dosi e portare avanti le campagne vaccinali in maniera efficace e con tempi adeguati. Gli inglesi stanno vaccinando bene quindi potremo osservare anche lì, su grandi numeri, l’evoluzione a livello di salute pubblica.

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TI-PRESS La variante inglese preoccupa. La Lombardia torna zona rossa
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TI-PRESS Il provvedime­nto sarà in vigore da oggi fino al 7 febbraio

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