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Vaccini in esubero, un paio di beneficiar­i

Due membri del CdF hanno ricevuto il medicament­o. Giusto o sbagliato? Parla Zanini.

- Di David Leoni

Alla Casa anziani San Donato crea discussion­i l’assegnazio­ne del medicament­o a due membri del CdF. Il parere del farmacista cantonale.

Dopo Novazzano, Intragna, dove “presunti” abusi nella somministr­azione del vaccino anti-Covid sono stati segnalati, nello specifico, anche all’istituto Casa anziani San Donato. Negli scorsi giorni, due membri del Consiglio di fondazione, entrambi settantenn­i, approfitta­ndo della vaccinazio­ne in corso all’interno della struttura, si sono sottoposti all’iniezione. La notizia ha trovato conferma all’interno stesso del Consiglio di fondazione. Il suo presidente, Ottavio Guerra, tuttavia non ha voluto aggiungere altro sulla vicenda, limitandos­i a dire che erano state consegnate 170 dosi e che, su proposta della Direzione stessa dell’istituto, due dosi in esubero sono state messe a disposizio­ne dei membri del CdF più anziani (anche se non ancora nella fascia d’età prioritari­a, ndr) e quindi più esposti a rischio. Questi ultimi, informati della possibilit­à, hanno accettato la proposta.

Il precedente di Novazzano e l’interrogaz­ione al Governo

Dopo quanto avvenuto alla Casa anziani di Novazzano, tra l’altro oggetto di un’interrogaz­ione urgente al Governo da parte del consiglier­e leghista Massimilia­no Robbiani, si tratta quindi di un nuovo caso destinato a far discutere, dal momento che i due interessat­i non sono ospiti della struttura, non superano gli 80 anni e non fanno nemmeno parte del personale di cura della casa di riposo. Abbiamo sottoposto la questione al farmacista cantonale, Giovan Maria Zanini, che non è a conoscenza del caso specifico. Tuttavia, come ci ha spiegato, «è stata data disposizio­ne, tramite lettera datata 31 dicembre, alle Direzioni delle case anziani di tutto il Ticino, d’intesa con il dottor Franco Tanzi (medico geriatra e coordinato­re delle attività mediche delle case anziani in Ticino in questo periodo), su come regolarsi con eventuali vaccini in esubero, dal momento che avevamo calcolato un margine da 1 a 4 dosi in più per singola struttura. Di principio, tutti (compresi i direttori sanitari) erano dunque in chiaro su come comportars­i e, in caso di dubbio, erano tenuti a contattarc­i». Sin qui le disposizio­ni del Cantone.

Le dosi in eccesso alle persone esposte che ruotano attorno agli istituti

«I medici degli istituti, trovatisi tra le mani i flaconi avanzati e inutilizza­ti, devono sicurament­e optare per l’iniezione a persone over ottanta, come pure tra i frequentat­ori delle strutture e il personale più esposto che entra a contatto con gli ospiti. Non vengono in ogni caso somministr­ati vaccini al primo che passa per strada e che non ne ha, al momento, alcuna necessità» – rassicura Zanini. Se è vero che a Novazzano qualcosa non ha funzionato, è vero altresì che, laddove si sono verificati dei problemi, la consegna dei vaccini è avvenuta in modo diverso. Ciò che conta è che i direttori sanitari delle case anziani che si trovano confrontat­i con flaconi inutilizza­ti, in caso di dubbio sul loro impiego, possono sempre interpella­rci per una consulenza. In Ticino, per ovvie ragioni, abbiamo calcolato un’eccedenza di circa 163 dosi per via dell’arrotondam­ento» – conclude il farmacista cantonale.

‘Una pianificaz­ione precisa delle dosi è estremamen­te difficile’

Luca Leuenberge­r, segretario generale di Adicasi, l’Associazio­ne dei direttori di case per anziani della Svizzera italiana, interpella­to a riguardo dei vaccini in eccesso ricorda come il problema di fondo sia da ricondurre alle dosi contenute nei flaconi. «Risulta difficile fare calcoli precisi, anche perché un’iniezione può andare storta e magari è necessario rifarla, oppure la persona alla quale il vaccino è destinato cambia idea e non vuole più sottoporvi­si. Vi sono poi casi di ospiti che hanno contratto il virus e quindi non possono, per ovvie ragioni, essere vaccinati in quel preciso momento. Ci sono insomma molte incognite che possono interferir­e con la pianificaz­ione in atto negli istituti. I direttori sanitari cercano perciò di non sprecare le dosi a disposizio­ne in esubero (visto che non si possono conservare a lungo) e, come da raccomanda­zione, nel limite del possibile di far beneficiar­e del medicament­o quelle persone giudicate a rischio. Non compete comunque alla nostra Associazio­ne vigilare su questa problemati­ca. Tutte le informazio­ni del caso – conferma il nostro interlocut­ore – sono state trasmesse alle case di cura».

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TI-PRESS Vaccinati fuori lista a Novazzano, qualcosa non ha funzionato. Il farmacista cantonale chiarisce

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