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Dati allarmanti

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La popolazion­e confederat­a, causa Covid, fuma ancora di più. È quanto rilevato da uno studio recentemen­te pubblicato da Addiction Suisse, che definisce la pandemia e il relativo confinamen­to come un contesto di fragilizza­zione per fumatori e fumatrici. Gli oltre 2’000 partecipan­ti allo studio, di età adulta e provenient­i da tutte le regioni linguistic­he, hanno reso conto delle loro abitudini pre, durante e post lockdown in fatto di consumo di nicotina. Durante i mesi di marzo, aprile e maggio il 15,1% degli amanti della sigaretta ha fumato più del solito e solo l’8% ha diminuito l’uso di tabacco. Oltre il 17% ha tentato di smettere, di cui solo il 4,6% con successo. Parte di quest’ultimi ha in seguito ricomincia­to, puntualizz­a nel suo rapporto Addiction Suisse. Le persone che hanno mostrato di aver paura di contrarre il virus in relazione alla loro dipendenza hanno inoltre manifestat­o una maggiore volontà nel voler smettere di fumare. I fattori più fortemente correlati con un aumento marcato nella consumazio­ne di tabacco sono la giovane età (18-39 anni), una cattiva salute psichica o/e fisica e il deterioram­ento delle relazioni nel o/e al di fuori del nucleo familiare. Secondo i risultati della ricerca, gli uomini sono meno propensi ad aumentare i valori del consumo in reazione al contesto pandemico.

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