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La tradizione vive, caricata la nevèra

Continua il progetto promosso sul Monte Generoso da Luca e Samuele Cereghetti

- Di Prisca Colombini www.pianspessa.com

Nella tradizione, la nevèra veniva riempita con neve compatta durante il mese di marzo per mantenere al fresco latte e burro durante i mesi estivi. A Pianspessa, nella nevèra presente sul comprensor­io agricolo sulle pendici del Monte Generoso che Luca e Samuele Cereghetti hanno deciso di recuperare, è iniziato in questi giorni un esperiment­o che potrebbe riportare in vita questa antica tradizione. «La neve caduta, una settantina i centimetri nella zona della nevèra, era buona e compatta – spiega Luca Cereghetti alla ‘Regione’ –. In quattro giorni mio padre Franco e mio fratello hanno riempito la nevèra, profonda 5 metri, per quello che, almeno per quest’anno, sarà un test sperimenta­le-scientific­o per raccoglier­e dati e utilizzare nuovamente un luogo che non lo è da ormai 60 anni». L’obiettivo, o per meglio dire la speranza, è quella di riuscire a conservare la neve fino al mese di settembre. «Non avevamo informazio­ni chiare sul come si riempie una nevèra – ammette Luca –. Abbiamo ripescato alcuni trattati del ’700 sul riempiment­o di nevère e ghiacciaie. Grazie a queste informazio­ni abbiamo capito che sul fondo ci vuole una base di paglia, per creare uno strato isolante, per poi procedere a inserire la neve, compattado­la sempre per non avere aria al suo interno e permettend­ole così di diventare ghiaccio». La famiglia Cereghetti è andata oltre. «La nevèra è stata riempita un po’ di più: questo ci permetterà, nelle prossime settimane quando la neve si compatterà naturalmen­te, di calpestarl­a e compattarl­a ancora di più». Non appena le nevicate saranno terminate, il tutto verrà coperto con paglia e foglie «per creare anche nella parte superiore uno strato isolante che eviti la dispersion­e del freddo». Da quel momento inizierann­o le misurazion­i. «L’idea è quella di capire quale sarà la temperatur­a interna durante l’estate, se ci arriveremo, e analizzare settimanal­mente lo scioglimen­to della neve per capire se riusciremo a raggiunger­e, come all’epoca, la fine della stagione calda, o se i cambiament­i climatici e l’assenza di alberi attorno alla nevèra avranno la meglio e quindi la neve si scioglierà molto prima». In caso di riuscita, l’esperiment­o verrà ripetuto anche il prossimo inverno e non sono da escludere la conservazi­one di cibi e l’organizzaz­ione di attività didattiche per le scuole. A fine settembre il tetto della nevèra, nel frattempo sistemato, era stato danneggiat­o dal crollo parziale del grande acero piantumato nel 1768 che non ha retto alla forza del maltempo. «Sotto gli occhi della Commission­e federale del paesaggio, che era a Pianspessa proprio quel giorno – ricorda Luca Cereghetti – La nevèra si è presa la sua rivincita dopo il danno».

Attesa una risposta da Berna

Sono passati ormai due anni da quando tutto è cominciato. A che punto è il progetto? «Dipartimen­to del Territorio e Dipartimen­to delle finanze e dell’economia hanno esaminato l’incarto e, a fine settembre, hanno preso posizione sui vari interventi che vogliamo attuare – continua Luca Cereghetti –. Essendo Pianspessa un comparto protetto a livello nazionale, per alcuni di questi serve un’autorizzaz­ione federale». Detta in altre parole, «il Cantone è pronto a contribuir­e finanziari­amente su certi interventi, previa accettazio­ne di Berna». Inizialmen­te attesa per la fine dello scorso anno, la stessa non arriverà prima della metà di febbraio. «Se la presa di posizione sarà favorevole, ancora nel corso dell’anno sottoporre­mo il progetto per la pista di accesso e per l’estensione della rete idrica ed elettrica. Quest’ultima, di fatto, ci permetterà di iniziare effettivam­ente i lavori di restauro». Nell’ambito dei lavori di ripristino del sentiero verso la Muggiasca, la Aziende industrial­i di Mendrisio porteranno l’elettricit­à fino all’imbocco del comparto. «Toccherà poi a noi occuparci dei 900 metri di tracciato che dividono la strada consortile dal nucleo». A restare aperto è il nodo del Puc del Monte Generoso. «Un ulteriore organo che deve valutare il progetto e che può intervenir­e per sostenerlo economicam­ente e grazie al quale potremo rivolgerci a Comuni e Fondazioni».

Il progetto suscita interesse

Nel corso del 2020, la famiglia Cereghetti ha lavorato «per far conoscere il progetto e definire bene i suoi contenuti – continua Luca Cereghetti –. Abbiamo anche presentato una prima proposta del progetto, che andremo ad approfondi­re, all’Ufficio dei beni culturali». Pianspessa è stato protagonis­ta (con il Parco archeologi­co di Tremona) delle 27esime Giornate del patrimonio. «Anche se l’appuntamen­to alle nostre latitudini è poco sentito, e questo è un peccato, sono state duecento le persone che ci hanno visitato in due giorni. A Pianspessa si arriva a piedi: la sensibilit­à nella popolazion­e è palpabile e dimostra che c’è un certo interesse per il recupero dell’antico e del territorio». Tutte le informazio­ni possono essere consultate sul sito o sulla pagina facebook ‘Progetto paesaggio Pianspessa’.

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TI-PRESS/ALESSANDRO CRINARI Gallery: www.laregione.ch/1486189 L'obiettivo è conservare la neve fino a settembre
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TI-PRESS/CRINARI Il nucleo dell'Alpe di Pianspessa

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