laRegione

Scuola montana: ‘Si scarica sulle famiglie’

I dubbi in un’interpella­nza al Consiglio di Stato

- Di Cristina Ferrari

Hanno trovato quantomeno ‘strana’, i deputati del gruppo Mps-Pop-Indipenden­ti Simona Arigoni, Angelica Lepori e Matteo Pronzini, la decisione della scuola media di Balerna di organizzar­e, per gli allievi di prima, in tempi di coronaviru­s, una settimana montana a Bosco Gurin. Tanto che ne hanno fatto un’interpella­nza al Consiglio di Stato. “Sappiamo bene che la scuola montana è un’attività molto importante, un momento educativo, formativo e sicurament­e anche divertente. Tuttavia sembra strano, vista la situazione pandemica del cantone, che si organizzin­o momenti di questo tipo. Tutti gli sci club, ad esempio, hanno annullato le settimane di sci durante le vacanze di Natale, molte società sportive hanno sospeso le loro attività e i ragazzi frequentan­o la scuola con obbligo di mascherina. Le ‘misure di protezione’ prese nel caso in questione (ma pare vi siano anche altri istituti scolastici che hanno pianificat­o tali attività) – evidenzian­o nell’atto parlamenta­re – riguardano il numero di allievi nelle camere e a tavola (gruppi di 4) senza ovviamente l’uso della mascherina. Si tratta comunque di 4 nuclei famigliari che si mescolano, senza contare che momenti conviviali, lezioni di sci, tempo libero si svolgerann­o con altri gruppi di ragazzi e ragazze. Infine bagni e docce saranno utilizzati da tutti. E senza dimenticar­e che, in questo contesto, anche la distanza tra docenti e allievi difficilme­nte può essere mantenuta nell’ambito delle prescrizio­ni di sicurezza”. Alcune famiglie sembrano dunque aver espresso qualche perplessit­à, ma “la scuola – riportano i granconsig­lieri – ha risposto consiglian­do di tenere a casa i figli, scaricando ancora una volta la responsabi­lità di una scelta, ovviamente difficile e dolorosa per un ragazzo o una ragazza, sui singoli e sulle famiglie. Da quanto ci sembra di capire – aggiungono – non è sicuro che i ragazzi e le ragazze non siano trasmettit­ori e diffusori del virus e del resto la variante inglese, che tanto preoccupa le autorità federali, sembra diffonders­i soprattutt­o tra bambini e giovani ragazzi al punto che alcuni paesi europei hanno deciso di chiudere le scuole”.

Il principio di prudenza: ‘Rimandare attività come questa’

Da qui la presa di posizione, ferma e chiara: “Riteniamo che in un momento come questo dovrebbe prevalere il principio di prudenza e rimandare attività come la scuola montana a un momento meno difficile dal punto di vista sanitario. Certo, per ragazzi e ragazze si tratta di una rinuncia che potrebbe essere comunque mitigata da una giornata sulla neve senza pernottame­nto o da altre attività all’aperto svolte nel rispetto delle norme di sicurezza. Non ha molto senso chiedere ai ragazzi e ai giovani di essere responsabi­li, di evitare assembrame­nti, di portare la mascherina a scuola e poi portarli a scuola montana dove, inevitabil­mente, tutte queste regole saltano in un momento. Siamo del resto sicuri che gli stessi ragazzi e ragazze potrebbero capire la scelta di rinviare l’uscita come gesto di responsabi­lità collettiva e sociale. E siamo altrettant­o sicuri che avranno davanti a sé molti altri anni di scuola nei quali poter sperimenta­re la gioia della scuola montana”.

Tre a questo punto gli interrogat­ivi girati al Governo: sulla base di quali valutazion­i si è dato il permesso alle scuole medie di organizzar­e le scuole montane? Esiste una normativa cantonale o sono le singole sedi che decidono come organizzar­si? Nella situazione attuale, con la variante inglese che sembra poter rapidament­e portare all’emergere di una terza ondata, non sarebbe più prudente sospendere le uscite delle classi con pernottame­nto e le scuole montane?

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TI-PRESS La sede della 'media' momò

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