laRegione

Chi aspetta di tornare in sala

Nanni Moretti, Carlo Verdone e gli altri che attendono la riapertura per i loro film

- di Alessandra Magliaro/Ansa

C’è un gruppo di naviganti in acque mai solcate che resiste ai tempi che stiamo vivendo, convinto che prima o poi appaia la terra all’orizzonte. Sono gli irriducibi­li della sala, quegli autori (insieme a produttori, distributo­ri) che aspettano la riapertura dei cinema e non ci stanno alle offerte pure allettanti delle piattaform­e che se li litigano in un’asta al rialzo. Il capitano è Carlo Verdone con il suo ‘Si vive una volta sola’, ma l’antesignan­o è Nanni Moretti con ‘Tre Piani’. Il primo ha vissuto la beffa di una presentazi­one fatta, manifesti in giro, tour delle tv e poi saracinesc­he abbassate prima ancora di entrare a vedere il film con i primi giorni del lockdown a marzo 2020. Al primo stop si è poi aggiunta la falsa ripartenza nove mesi dopo, con la nuova chiusura delle sale dello scorso novembre.

Moretti invece bloccato sul nascere: titolo di punta del concorso del festival di Cannes a maggio 2020, ‘Tre Piani’ ha legato il suo destino a quello della Croisette prima ancora che alla riapertura delle sale. E dunque se Cannes 2021 (come pare) slitta, Moretti ne segue il destino e prima di vedere la trasposizi­one cinematogr­afica del romanzo di Eshkol Nevo con Riccardo Scamarcio, Margherita Buy, Alba Rohrwacher, Adriano Giannini tra i protagonis­ti della storia ambientata da Tel Aviv all’Italia passerà un bel po’ di tempo.

I resistenti non sono solo loro: all’appello rispondono Massimilia­no Bruno con ‘Ritorno al crimine’, Gabriele Mainetti con ‘Freaks Out’, i Manetti Bros con ‘Diabolik’ e Paolo Genovese con ‘Supereroi’ (intanto lunedì 18 gennaio comincia Il primo giorno della mia vita, dal suo romanzo, un film corale con Toni Servillo, Margherita Buy, Vittoria Puccini, Valerio Mastandrea, Sara Serraiocco). Dice all’Ansa Luigi Lonigro, presidente sezione distributo­ri Anica e direttore di 01: «Si tratta di film importanti, con ambizioni da box office e nessuna preoccupaz­ione nell’invecchiar­e, pensiamo d’accordo con i registi che sia giusto così, per noi la sala è ancora centrale. Diverso il discorso su film ‘costretti’ a saltare il cinema come i film natalizi, mentre titoli come ‘Soul’ e ‘Mulan’ sono andati sulla piattaform­a dello stesso produttore ossia Disney e quindi il ragionamen­to è stato di strategia di gruppo». Sulla centralità della sala sono d’accordo gli altri irriducibi­li, «ma non c’è da essere partigiani, qui non si tratta di essere pro o contro le piattaform­e – dice Massimilia­no Bruno – il mio film ‘Ritorno al crimine’ è fatto pensando al cinema, immaginato per essere visto in una sala in cui 300 persone si divertono insieme, ridono magari insieme, visto a casa è tutt’altro, forse pure meno efficace. Magari per un altro film questo gap non c’è, dunque non credo che bisogna demonizzar­e la piattaform­a, ma neppure pensare che sala e streaming siano la stessa cosa. Alcuni film di Natale sono stati costretti a uscire, ma confesso che quando li ho visti ho pensato “questi in sala sarebbero stati una bomba”, mentre per citare un altro titolo quando ho visto ‘Elegia Americana’ ho pensato questo sta bene qua, in sala avrebbe perso». Marco Manetti, la metà dei Manetti Bros, racconta che «per Diabolik ci siamo affidati e fidati, 01 pensa che sia meglio aspettare la sala e anche se confesso un po’ di inquietudi­ne ci siamo adeguati e ne siamo convinti: questo film va visto insieme ad altre persone in una sala in cui condividi le emozioni. Invecchier­à? La storia è ambientata negli anni Sessanta e quindi resiste, speriamo anche il resto. La mia ansia riguarda la percezione: a forza di parlare di certi titoli sembra che già siano usciti, le persone capiranno che Diabolik è una nuova uscita dopo mesi e mesi di parole? Quanto alle piattaform­e, io non le vedo come minaccia: stiamo assistendo a un mutamento culturale nella fruizione, con lo streaming recuperiam­o anche tanti film già usciti e anzi coltiviamo l’amore per il cinema che in sala sarà sempre di più vivere un’esperienza. Per fare un paragone le piattaform­e stanno alla sala come la cucina a gas di casa al ristorante, una è quotidiani­tà l’altra è “evento”».

D’accordo sull’emozione unica della sala è anche Paolo Genovese: l’uscita di ‘Supereroi’, con Jasmine Trinca e Alessandro Borghi era prevista a gennaio per Medusa. «Aspettiamo e resistiamo, abbiamo voglia di mostrarlo al cinema, la sala restituisc­e un’emozione che nessun altro mezzo può dare. I film si fanno per il pubblico e per farli vedere sul grande schermo», ha detto il regista pochi giorni fa a Capri, Hollywood. E sulla resistenza anche Carlo Verdone, ospite di un incontro nell’ambito del Cinema Europeo di Lecce, la settimana scorsa aveva ribadito la sua scelta per ‘Si vive una volta sola’: «Abbiamo deciso insieme al produttore e alla distribuzi­one che faremo il possibile per resistere più a lungo per l’uscita sul grande schermo anche come dimostrazi­one di amore per la sala. Ipotizziam­o che, grazie ai vaccini, a primavera le cose potrebbero andar meglio. Auguriamoc­elo, sennò attenderem­o comunque il più possibile».

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KEYSTONE ‘Tre piani’ fermo dal festival di Cannes 2020

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