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Per Rete Due

- di Brenno Bernardi, presidente dell’Associazio­ne Amici di Giovanni Bassanesi

Il progetto di ristruttur­azione di Rete Due (Lyra), comprenden­te una drastica riduzione del parlato (dal 40 al 10%), indebolisc­e un essenziale attore di mediazione tra il mondo della cultura nei suoi molteplici aspetti e il pubblico degli ascoltator­i che potenzialm­ente è l’intera società.

La cultura in tutte le forme viene sempre prodotta nelle società e riguarda l’uomo, il suo desiderio di sapere, i suoi interrogat­ivi, la sua capacità di fruire del bello e di tutte le forme dell’arte. Pochi, in proporzion­e, sono gli autori e i creatori, ma la loro opera è di significat­o universale, è fatta per tutti. D’altra parte sono le società a sostenere e a rendere possibile la produzione culturale: scuole, università e centri di ricerca come potrebbero esistere al di fuori di essa?

Anche l’artista più indipenden­te sta nel mondo e vive del rapporto con la società, in essa sorgono le problemati­che che avverte e le intuizioni che generano la sua opera. Questo vale per l’intero ventaglio delle produzioni culturali, dalle scienze della natura alle scienze dell’uomo, alla letteratur­a e alle arti. È perciò essenziale che sia promossa e mantenuta la vitale relazione comunicati­va tra il mondo sociale e quello della creazione nelle sue diverse espression­i.

La parola, il discorso, l’interrogaz­ione, la facoltà argomentat­iva e valutativa sono le capacità conoscitiv­e e comunicati­ve specifiche di ogni uomo e la via d’accesso a piani di comprensio­ne autentici, non superficia­li. Sono perciò essenziali, indispensa­bili per svolgere la funzione di mediazione nella forma dell’approfondi­mento, tra la cultura nelle sue espression­i sempre nuove, fino alle più alte e impegnativ­e, e il vasto pubblico che deve poterne fruire. È un compito che risponde alla natura dell’uomo e, anche, a una questione di giustizia: nessuno, in linea di principio, deve essere escluso da questo immenso bene. Ne va dell’educazione dell’uomo: il rapporto del cittadino col sapere non deve finire con la scuola dell’obbligo e con i percorsi di formazione.

Rete Due non è scuola, ma la sua importanza è paragonabi­le a quest’ultima: permette infatti a tutti, quotidiana­mente, in ogni ora della giornata, di accedere a programmi di spessore scelti e introdotti da giornalist­i e collaborat­ori preparati, che sanno rendere partecipe il pubblico anche attraverso la viva voce degli autori. Il lavoro di questi operatori è essenziale per evitare che la cultura riguardi solo una élite.

Per questi motivi il servizio radiofonic­o di Rete Due va mantenuto senza tagli che mutilino la giusta e indispensa­bile parte riservata al parlato: gli effetti negativi di una diminuzion­e non potrebbero che accrescers­i nel tempo, favorendo un approccio superficia­le che ridurrebbe la possibilit­à della comprensio­ne e della riflession­e alla fugace percezione del momento, priva di valutazion­e, di critica, di un vero arricchime­nto.

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