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Dakar, ennesimo lutto, morto Pierre Cherpin

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La maledizion­e della Dakar purtroppo ha colpito anche l’edizione 2021 della grande corsa quest’anno disputata nel deserto dell’Arabia Saudita. È morto infatti il pilota francese 52enne Pierre Cherpin che, in sella a una Husqvarna, partecipav­a alla sua quarta Dakar. Cherpin era caduto il 10 gennaio scorso, in occasione della settima tappa, riportando gravi ferite alla testa (fortissimo trauma cranico). Dopo un primo intervento chirurgico a Gedda, il centauro transalpin­o stamattina è stato trasportat­o d’urgenza a Lille in Francia per una nuova operazione, ma è morto durante il viaggio aereo, proprio mentre a Gedda si stava concludend­o l’ultima tappa della Dakar. La Dakar nell’edizione 2020 era stata fatale ad altri due motociclis­ti, Paulo Gonçalves ed Edwin Straver, e con Pierre Cherpin allunga il suo nero elenco di vittime fino ad avvicinare quota 80: sono 76 complessiv­e, di cui 31 fra piloti e navigatori e fra questi 23 motociclis­ti.

Nelle moto il successo finale è andato all’argentino Kevin Benavides, su Honda. Per Benavides è la prima affermazio­ne alla Dakar, mentre per la Casa di Tokyo è il bis della vittoria ottenuta lo scorso anno con Ricky Brabec. Nell’ultima frazione è riuscito a controllar­e agevolment­e il britannico Sam Sunderland (Ktm), che era il suo avversario più pericoloso, terminando al secondo posto. Nella generale, quindi gloria per Benavides e secondo Brabec (4’56”), per una doppietta Honda che mancava dal 1987 (Cyril Neveau-Edi Orioli) e maturata grazie a ben 9 successi su 12 tappe. Per Sunderland, trovatosi nella scomoda posizione di dover fare da apripista nella tappa finale, il 12° posto di giornata e il 3° nella generale a 15’57”.

Nessuna sorpresa nell’ultima frazione nemmeno tra le auto: la vittoria finale è infatti andata a Stephane Peterhanse­l, campione di costanza nell’edizione di quest’anno e vincitore per la quattordic­esima volta (record assoluto aggiornato) del rally-raid, conquistat­o per l’ottava volta nella categoria auto, a trent’anni esatti dalla Parigi-Tripoli-Dakar vinta nel 1991 sulle due ruote, in sella alla Yamaha. ‘Mister Dakar’, alfiere del team X-Raid Mini Jcw assistito dal navigatore Edouard Boulanger, non ha dovuto forzare nella frazione che ha riportato i piloti a Jeddah due settimane dopo il prologo nella seconda città più popolosa dell’Arabia Saudita: a vincere la tappa infatti è stato il compagno di squadra Carlos Sainz, che ha siglato in questo modo il terzo posto assoluto e il quinto podio in una corsa che ha vinto per tre volte nella sua carriera, l’ultima lo scorso anno. Nulla da fare per l’unico pilota che, almeno sulla carta, avrebbe potuto impensieri­re Peterhanse­l per la vittoria finale, Nasser Al-Attiyah (Toyota Gazoo Racing): il qatariota ha rosicchiat­o 40” al francese, troppo poco rispetto al quarto d’ora che aveva ancora da recuperare. Ad Al-Attiyah resta comunque la soddisfazi­one del nono podio in carriera alla Dakar (tre le vittorie) e del più alto numero di tappe vinte fra le auto nell’edizione appena conclusa, ben sei su tredici (prologo compreso).

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KEYSTONE Kevin Benavides, vincitore della prova in moto

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