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Essere donna oggi

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Sion (VS) – Due start-up vallesane si sono lanciate sul mercato delle mutandine mestruali, ancora poco conosciuto in Svizzera. Le loro fondatrici vogliono offrire un’alternativ­a “efficiente, confortevo­le ed ecologica” ai classici assorbenti, il cui usa e getta causa tossicità. Il primo atelier è quello di Stélina Lorieux, che a Veysonnaz ha iniziato a produrre le mutande Oûna, ‘Luna’ nel dialetto locale (1’074 ordinazion­i già ottenute). La seconda start-up, Gaya, è diretta da Chloé Bazzi ed Elodie Schenk (già raccolti 60mila franchi che consentire­bbero di avviare la produzione). Il successo dei due progetti testimonia un forte interesse della clientela per questo genere di prodotti ‘zero waste’ (senza rifiuti), molto diffusi in Francia. Nei grandi magazzini vi sono già alcuni prodotti esteri di questo genere, ma di qualità piuttosto scarsa, soprattutt­o per quanto concerne il tessuto.

Nelle mutandine mestruali, il nucleo è costituito da un tessuto assorbente per la raccolta del sangue, foderato con una membrana impermeabi­le per evitare perdite. Il terzo strato traspirant­e, in bambù o cotone, mantiene asciutta la superficie a contatto con la pelle: “Nessun odore, nessun effetto pannolino”, promette Chloé Bazzi. Una volta sciacquati in acqua fredda, gli slip rinforzati possono essere lavati in lavatrice a 30 o 40°C e poi messi ad asciugare all’aria aperta. Se utilizzate con cura, possono durare dai tre ai sette anni. Il costo è di circa 60 franchi il paio.

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