laRegione

Patria, grilletto e milizie d’America

-

‘We the People’ (noi il popolo). È lʼincipit della Costituzio­ne americana, a cui si rifanno – almeno sulla carta – molti gruppi armati di nazionalis­ti ed estremisti.

David Corey, pizzetto e occhiali da sole, impartisce ordini precisi prima dell’avvio dell’esercitazi­one. “Tranquilli, ho informato lo sceriffo. Lui sa perché oggi siamo qui”. Per sparare proiettili veri nel bosco, simulando un’operazione armata in una specie di scenario di guerra. “We the People” è il tatuaggio a stelle-e-strisce sull’avambracci­o muscoloso di Charles, un ex marine che maneggia con calma e perizia il suo fucile, in attesa di inoltrarsi nella boscaglia. Fusti di fucili e alberi ad alto fusto della West Virginia, dall’altro lato delle colline allineate lungo l’Interstate 81.

C’è chi adesso denuncia l’improvviso rigurgito di terrorismo domestico e di estremismo fanatico dopo l’assalto al Congresso di Washington. “State pronti, state preparati”: Donald Trump aveva lanciato il suo messaggio da tempo. Queste milizie non si sono mai nascoste. Anzi. Mi avevano permesso di seguire un loro addestrame­nto già nel 2017. Volontari della “Lightfoot militia” in arrivo da Maryland e Pennsylvan­ia. Radunati per l’occasione in una foresta. In mimetica e pesantemen­te armati. “We the People”: quelle parole – l’incipit della Costituzio­ne americana – le ho viste tatuate anche sul braccio di uno degli assalitori del Campidogli­o. Mi stava accanto insieme ai facinorosi che hanno tentato invano di sfondare uno degli ingressi laterali, tra granate assordanti, gas lacrimogen­i e la polizia che su quel lato dell’edificio è riuscita a respingere l’attacco.

Molti di questi movimenti di miliziani si richiamano alla Costituzio­ne. Quasi una bestemmia laica contro i Padri Fondatori. Una nebulosa di gruppi dove i confini tra sedicente patriottis­mo e razzismo palesement­e ostentato appaiono labili. Ne esistono centinaia: formazioni armate, vere e proprie milizie private, gruppi paramilita­ri composti spesso da veterani. Monitorati da anni, studiati da esperti. E ora divenuti il simbolo dell’arrembaggi­o alla democrazia trasmesso in diretta planetaria il giorno della Befana.

Nei boschi della West Virginia

Christian Yingling – un teschio nero cucito sulla divisa era il comandante della milizia incontrata in West Virginia. “Non siamo di destra, non abbiamo nulla a che fare con i gruppi politici” mi disse. Eppure i suoi uomini – con lo stesso AR-15 brandito tra i boschi – erano presenti anche nelle strade di Charlottes­ville, quando un mese prima un’armata di neo-nazisti e suprematis­ti calò sulla città provocando poi la morte di una donna di 32 anni. A Charlottes­ville, aveva poi insistito il comandante di questa milizia durante l’intervista – “noi abbiamo garantito libertà di espression­e in difesa della Costituzio­ne”. Ancora una volta la Magna Charta d’America tirata in ballo. Nella lista dei movimenti anti-governativ­i compilata dal Southern Poverty Law Center, nel 2019 esso ha censito 576 organizzaz­ioni definite “antigovern­ative”, di cui 181 milizie armate. Un calo rispetto all’anno precedente, ma il numero è cresciuto negli anni di Trump. E soprattutt­o ha ottenuto una legittimaz­ione dalla Casa Bianca. La retorica incendiari­a del presidente ha concimato in abbondanza un terreno fertile di intolleran­za, suprematis­mo bianco, fanatismo e xenofobia. Che poi si è concentrat­o nell’insurrezio­ne contro il Campidogli­o. Tra i miliziani della West Virginia, ne riconobbi uno incontrato e fotografat­o poche settimane prima proprio a Charlottes­ville. Tra caricatori zeppi di proiettili, coltelli appesi alla cintola e l’immancabil­e fucile semi-automatico, sulla divisa portava la stessa dicitura: “Infidel” (infedele), scritta anche in caratteri arabi. Sdraiato a terra tra le sterpaglie, nascosto dietro un tronco mi disse: “Io sono cristiano e voglio proteggere i cristiani”. Poi premette il grilletto sparando con la sua arma. Certo, regolarmen­te detenuta.

Le fiamme di Kenosha

“Violenza da entrambe le parti”, tenta di giustifica­re qualcuno adesso. L’hanno detto anche alcuni deputati repubblica­ni respingend­o il voto per l’impeachmen­t di Trump. Disordini e tumulti – dicono - non solo da parte dei sostenitor­i del presidente. Ma anche di chi è sceso in piazza a protestare nei mesi scorsi contro la violenza razzista della polizia, come i Black Lives Matter. Un rancore detonato, in qualche caso, con assalti devastanti. Come i negozi distrutti a Kenosha, in Wisconsin, dopo il ferimento dell’afro-americano Jacob Blake da parte della polizia. Nel parcheggio dell’autosalone Car Source lo scorso settembre avevo visto le carcasse annerite di decine di auto date alle fiamme. Condanna unanime, certo. Un rabbia – comprensib­ile – tracimata talvolta in cieco e inutile vandalismo. La risposta armata arrivò da un 17enne invasato di suprematis­mo, che uccise due manifestan­ti anti-razzismo proprio a Kenosha. Resta una differenza fondamenta­le: milioni (nel vero senso) di persone sono scese per strada a protestare nell’estate dell’anno scorso. La stragrande maggioranz­a delle manifestaz­ioni è stata pacifica. Stavolta a infiammare il rancore – orientando­lo verso il Congresso che stava certifican­do la vittoria di Joe Biden – è stato lo stesso presidente. Lo riconoscon­o anche alcuni repubblica­ni. Con la litania di bugie sulle elezioni “rubate”. Una realtà parallela ormai infiltrata­si sottopelle a milioni di americani. Lo si è visto nelle settimane prima dell’attacco al Campidogli­o. A un’altra manifestaz­ione nelle strade di Washington, un sabato di metà novembre. “Stop the Steal”, fermate il furto delle elezioni. Uno slogan iniettato come veleno con la complicità colpevole di network televisivi compiacent­i, opinionist­i radiofonic­i radicalizz­ati e il tam-tam incontroll­abile sui social dell’estremismo.

Antifa(scismo) e squadrismo

Al termine di quella manifestaz­ione avevo visto in azione i drappelli di pseudo anarchici e sedicenti “anti-fascisti”. Antifa, come li chiamano qui. Che in realtà sono degli incappucci­ati con atteggiame­nti squadristi. Ero stato testimone della fastidiosa aggression­e contro una coppia di anziani colpevoli soltanto di camminare per strada con una bandiera di Trump. Proprio lì, tra la 16esima Strada e la H Street, dove mesi prima avevo assistito agli assalti della polizia contro i pacifici manifestan­ti anti-razzismo, ordinati per permettere al presidente di farsi fotografar­e con la Bibbia in mano davanti alla Casa Bianca. Dan Rather, nell’ottimo libro What unites us, scrive che non bisogna confondere il patriottis­mo col nazionalis­mo. Nella foresta della West Virginia l’obiettivo dell’esercitazi­one era salvare presunte milizie intrappola­te. Per riconoscer­le, avevano usato una bandiera confederat­a. Lo stesso drappo schiavista con cui un sostenitor­e di Trump dieci giorni fa aveva profanato la Rotunda del Capitol. Dove per la prima volta dalla Guerra Civile si sono accampati i riservisti della Guardia nazionale.

Il mio aereo sta atterrando a Washington, di ritorno dall’ultima visita fuori città di Trump in Texas. Da quassù si vede il Memoriale di Lincoln che chiude il Mall, dall’altro lato del lungo viale antistante il Congresso. Da quassù, Lincoln sembra corrucciat­o tra le pieghe di marmo, forse preoccupat­o per la democrazia americana.

 ??  ?? La scalata del muro del Capitol, come un assalto medioevale. In realtà chi conosce lʼedificio sa che basta spostarsi di qualche decina di metri per guadagnare la terrazza.
La scalata del muro del Capitol, come un assalto medioevale. In realtà chi conosce lʼedificio sa che basta spostarsi di qualche decina di metri per guadagnare la terrazza.
 ??  ??
 ??  ?? Lʼassedio del 6 gennaio al Congresso di Washington. I gruppi di milizie e le formazioni estremiste hanno giocato un ruolo decisivo. Erano molto organizzat­i.
Lʼassedio del 6 gennaio al Congresso di Washington. I gruppi di milizie e le formazioni estremiste hanno giocato un ruolo decisivo. Erano molto organizzat­i.
 ??  ?? Il drappo confederat­o è stato sventolato parecchio durante lʼattacco al Congresso. La bandiera è stata portata persino allʼintern­o, dove non era entrata mai.
Il drappo confederat­o è stato sventolato parecchio durante lʼattacco al Congresso. La bandiera è stata portata persino allʼintern­o, dove non era entrata mai.
 ??  ?? Kenosha, Wisconsin. Carcasse di auto incenerite dopo le violenze e i saccheggi per il ferimento dellʼafroa­mericano Jacob Blake.
Kenosha, Wisconsin. Carcasse di auto incenerite dopo le violenze e i saccheggi per il ferimento dellʼafroa­mericano Jacob Blake.
 ??  ?? Infidel (infedele). Un appartenen­te alla milizia Lightfoot Militia, durante unʼesercit­azione nel 2017. Lo stesso gruppo – e lo stesso personaggi­o – erano presenti a Charlottes­ville.
Infidel (infedele). Un appartenen­te alla milizia Lightfoot Militia, durante unʼesercit­azione nel 2017. Lo stesso gruppo – e lo stesso personaggi­o – erano presenti a Charlottes­ville.
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland