Predatore o preda?
Predatore energico ma di piccole dimensioni, l’ermellino rischia spesso di diventare una ghiotta preda per cacciatori più grandi di lui: rapaci, volpi, cicogne e aironi sono suoi nemici naturali, per non parlare dei gatti domestici, che gli rendono la vita alquanto difficile. Il nemico più pericoloso di tutti rimane tuttavia… l’essere umano. Già nel Medioevo e nel Rinascimento, il povero ermellino aveva rischiato l’estinzione a causa del suo pregiato manto invernale: migliaia di esemplari venivano infatti abbattuti per soddisfare i capricci di nobili e moL’ermellino narchi, che sfoggiavano mantelli di pelliccia bianca come simbolo di regalità e di alto rango.
In tempi più recenti, ad inizio ‘900, l’ermellino viene addirittura inserito nella categoria degli “animali nocivi”, ed è quindi permesso abbatterlo tutto l’anno. Come si legge nella Rivista Speciale di Pro Natura dedicata a questo animale (2018), il Canton Lucerna aveva addirittura istituito un premio di 50 centesimi per ogni ermellino o donnola uccisi. Soltanto quando il piccolo mammifero ha iniziato a sparire dal paesaggio è stato stralciato dalla lista delle specie cacciabili. In Svizzera è protetto dal 1986. Oggi sono soprattutto gli insediamenti urbani ad avere un impatto altamente negativo sull’ermellino. Ma non solo: gli inverni sempre più miti e privi di neve, conseguenza del riscaldamento globale, espongono il candido mustelide ai suoi nemici naturali come mai prima d’ora. Se fino a qualche decennio fa il manto bianco gli permetteva di mimetizzarsi perfettamente nel paesaggio innevato, con i mutamenti climatici questo suo pregio diventa un difetto.