Il franco svizzero rimane attraente
Sebbene l’economia statunitense proseguirà quest’anno il suo percorso di ripresa, il dollaro rimarrà sotto pressione. Una ripresa economica globale sulla scia dell’offensiva vaccinale contro il coronavirus aumenta la propensione al rischio degli investitori, disposti a trasferire capitale da un «porto sicuro» ad altre aree valutarie. Essi investono in misura crescente in Paesi che beneficiano maggiormente di un’economia mondiale in espansione.
Inoltre, la politica monetaria fortemente allentata della Federal Reserve non favorisce il dollaro. L’espansiva politica monetaria statunitense ha ridotto notevolmente il vantaggio in termini di tassi d’interesse del biglietto verde. A esercitare pressione sono anche i consistenti pacchetti fiscali statunitensi, che stanno comportando un aumento del disavanzo di bilancio e delle partite correnti. A lungo termine, questi dovrebbero pesare sulla valuta statunitense. In rapporto all’euro, su un orizzonte temporale di dodici mesi, la Banca Migros prevede che il dollaro raggiunga quota 1,26 e che il biglietto verde si attesti a 0,86 rispetto al franco svizzero. L’abbandono dei «porti sicuri» pesa anche sul franco. La politica monetaria ultraespansiva a livello mondiale suggerisce tuttavia che il franco rimarrà comunque interessante come valuta forte. Anche nel 2021 la Banca nazionale svizzera (BNS) continuerà a opporsi a un eventuale apprezzamento eccessivo del franco, nonostante le accuse degli Stati Uniti secondo cui la BNS opererebbe una manipolazione valutaria. Nei prossimi dodici mesi la Banca Migros prevede pertanto che l’euro rimanga invariato a 1,08 franchi.