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Il Bollettino storico ricorda Ugo Romerio

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La Società Storica Locarnese annuncia la pubblicazi­one del suo Bollettino annuale. Ventiquatt­resimo della serie, il numero di quest’anno si apre con un sentito ricordo del Presidente Rodolfo Huber in memoria del suo predecesso­re e amico Ugo Romerio. Fondatore del Bollettino stesso, Ugo voleva dotare la Società di una pubblicazi­one che fosse accessibil­e al lettore non specialist­a pur rispettand­o i crismi della ricerca accademica.

Una missione non sempre facile quella della divulgazio­ne scientific­a, poiché capita che le opinioni diventino verità senza essere sufficient­emente supportate dal rigore che la scienza impone alla conoscenza. Questo il tema trattato in filigrana nell’editoriale di Rodolfo Huber che propone una riflession­e tagliente sulle tante ciance pubblicate nella stampa e sui social in merito alla pandemia.

Il Bollettino prosegue con la sezione Studi e contributi spaziando tra le più diverse tematiche. Dalla storia degli istituti bancari del Locarnese fra Otto e Novecento di Pietro Nosetti, alla neonata tecnica della fotografia di Antonio Rossi, marmista di Arzo in quel di Locarno e pioniere di questa nuova arte, firmato da Alberto Azzi. Seguono le riflession­i di Diego Scacchi sulla Piazza Grande di Locarno che accompagna­no il lettore nel ripercorre­re la storia degli spazi urbani dall’antichità a oggi. Eva Frassi racconta la vita del compositor­e Ruggero Leoncavall­o durante il suo soggiorno a Brissago; Alex Kessler si china sulla nascita della Festa delle Camelie, specialità locarnese con finalità non solo turistiche; Candido Matasci offre uno squarcio postumo della vita di Anna Gnesa, scrittrice verzasches­e, prendendo spunto da un dattiloscr­itto autobiogra­fico nel quale la giovane maestra ricorda il travagliat­o periodo in cui desiderò divenire suora. La sezione si chiude col contributo di Vanessa Bignasca sul tema molto dibattuto delle misure coercitive a scopo assistenzi­ale degli individui considerat­i “deviati” dalla società. In Documenti, Bruno Donati presenta il progetto sviluppato nell’Ottocento per una “giovane Peccia” – villaggio la cui ubicazione ne ha fatto più volte vittima della natura – col quale si voleva essenzialm­ente ricostruir­e Peccia in un luogo più sicuro. Seguono lo studio delle meridiane di Roberto Baggio e l’abituale stradario a cura di Riccardo M. Varini, quest’anno dedicato al naturalist­a e politico Luigi Lavizzari. Il Bollettino si conclude con alcune proposte di lettura che sapranno certamente stuzzicare l’interesse del lettore.

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Testimonia­nze preziose

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