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Vaccini ‘extra’ in altre tre strutture

Il direttore Ecam Briccola spiega: ‘Era l’ultima ratio per non sprecare le dosi’

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Vi è stato un ‘uso privato di vaccino pubblico’? Oggi a lasciare in sospeso l’interrogat­ivo è soprattutt­o la politica. Dentro le case per anziani, alla fine, si è cercato di fare di necessità virtù. Dai vertici dell’Ente case anziani Mendrisiot­to (Ecam) lo si ribadisce con forza. Di fatto ci si è trovati a un bivio: inoculare tutte le dosi di ‘antidoto’ a disposizio­ne o gettarle via. Un dilemma con cui non si è confrontat­a solo Casa Girotondo a Novazzano; che lo ha sciolto inoculando le ultime quattro fiale ad altrettant­i membri del Consiglio di fondazione della struttura. È successo anche nel Sopracener­i, alla San Donato di Intragna nelle Centovalli. E si è ripresenta­to all’interno della stessa rete Ecam: alla Santa Filomena di Stabio, alla casa per anziani Torriani e alla Quiete di Mendrisio. In totale si parla di sei dosi ‘extra’.

‘La mia è stata una proposta’

La decisione finale è spettata, come sempre in questi casi, alle direzioni sanitarie. Ad aprire la strada a quella che il direttore dell’Ecam, Severino Briccola, chiama l’‘ultima ratio’, è stato un suggerimen­to della direzione amministra­tiva. «Ci siamo ritrovati con dei focolai, quindi ho fatto circolare nella rete la proposta che se avanzavano dei vaccini, una volta seguite le direttive – che danno la priorità ai residenti delle case, ai collaborat­ori e alla popolazion­e fragile, ndr –, vi era la possibilit­à di interpella­re i componenti di Comitati e Consigli delle strutture». Così, a conti fatti, a essere vaccinate sono state dieci persone – «che va precisato, frequentan­o le rispettive case per anziani» – su una trentina di membri. «Lo ribadisco – ci fa presente ancora Briccola – si è trattato di una proposta, nessuna intenzione di fare dei favoritism­i. Del resto, meglio vaccinare qualcuno in più che buttare delle dosi. Di conseguenz­a, le direzioni sanitarie delle strutture hanno accolto la proposta».

‘Difficile valutare il fabbisogno di dosi’

In prima battuta, comunque, il Farmacista cantonale ha biasimato questa scelta. «Nelle dichiarazi­oni successive – dopo il caso di Intragna, ndr –, chiarite le circostanz­e, le dichiarazi­oni si sono ammorbidit­e», ci fa notare il direttore. Quindi non vi aspettate un richiamo. «Spero che il nostro intento venga compreso. D’altro canto, le stesse autorità vogliono evitare gli sprechi. Lo ribadisco, abbiamo agito in buona fede». Gli esuberi, richiama ancora Briccola, sono stati originati dai contagi che si sono verificati tra i residenti e gli operatori dopo l’ordinazion­e dei vaccini, e sono stati dettati, altresì, da chi ha rinunciato a farsi vaccinare. In altre parole, fare delle previsioni sul numero di fiale utile è arduo. «In questa situazione valutare e quantifica­re le dosi è la cosa più difficile; fare delle previsioni appare quasi impossibil­e».

La Lega non demorde

La Lega, però, non sembra volersi far convincere e invoca chiarezza e a due livelli: quello del Consiglio di Stato da una parte e quello del Municipio della Città, dall’altra. Mentre il deputato Massimilia­no Robbiani chiede una inchiesta al Cantone, la consiglier­a comunale Simona Rossini, a nome dei colleghi del gruppo Lega-Udc-Ind., sollecita spiegazion­i all’esecutivo dopo il caso della Girotondo. In buona sostanza, si domanda, “il Municipio ha un controllo effettivo delle dosi di vaccino da somministr­are nelle nostre case anziani e il riscontro di quanti effettivam­ente verranno somministr­ati?”. E “come verranno impiegati o meglio a chi verranno somministr­ati eventuali vaccini in esubero?”. La polemica, insomma, è servita.

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TI-PRESS Dopo Girotondo, S. Filomena, Torriani e Quiete

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