laRegione

Col Davos non è sempre domenica

Per il Lugano weekend a mani vuote. Morini: ‘Non tutti riescono a esprimere il potenziale’.

- di Moreno Invernizzi

Lugano – Niente pokerissim­o dei bianconeri: stavolta la festa la fa il Davos. Che al quinto tentativo in stagione riesce ad avere la meglio su un Lugano che incassa così il suo secondo scacco in tre giorni alla Cornèr Arena. E il terzo k.o. consecutiv­o, dopo la battuta d’arresto di martedì a Zurigo e quella interna di venerdì contro lo Zugo. «L’inizio di partita non è stato male: sui primi due-tre cambi siamo stati noi a dettare il ritmo – premette Giovanni Morini –. Poi, però, abbiamo subìto quelle due reti in rapida succession­e che ci hanno tagliato le gambe. Quei gol sono stati un duro colpo soprattutt­o al morale».

La rete di Bürgler prima, e quella di Fazzini poi, hanno però rimesso mordente alla vostra manovra: «Sì, questo è vero: i nostri due gol ci hanno ridato un po’ di carica, ma purtroppo non è stato sufficient­e. Anche oggi al tirar delle somme usciamo sconfitti: quello che abbiamo portato sul ghiaccio non è stato sufficient­e per fare punti». Niente punti né contro il Davos, e nemmeno venerdì contro lo Zugo, per un doppio passaggio a vuoto alla Cornèr Arena... «Già, e chiudere il weekend con un bilancio di zero punti fa parecchio male, anche senza guardare alla classifica. E fa ancora più male se si pensa che con quella subita contro il Davos, le sconfitte consecutiv­e adesso sono tre».

Il numero 23 dei bianconeri non si nasconde però dietro a facili alibi: «Sarebbe troppo facile campare le solite scuse, quali la stanchezza per un calendario fitto di partite o le diverse assenze soprattutt­o in difesa per il fatto che la squadra non gira come dovrebbe... Dobbiamo essere onesti: abbiamo diversi giocatori il cui rendimento, malgrado la loro volontà, è al di sotto delle aspettativ­e. Stiamo accusando una lieve flessione: in questo momento non stiamo esprimendo tutto il nostro potenziale. L’hockey è forse lo sport di squadra per eccellenza, quello in cui è il collettivo a fare la differenza piuttosto che il singolo giocatore: abbiamo diverse assenze pesanti in difesa, certo, ma è tutta la squadra che vince o perde le partite, non i singoli reparti. E, poi, ogni assenza è l’opportunit­à per altri di assumersi maggiori responsabi­lità, tanto dietro, quanto davanti. Ma occorre sfruttarle queste opportunit­à. Anche in attacco ora come ora non stiamo facendo abbastanza». Quanto pesano dal punto di vista psicologic­o queste tre sconfitte consecutiv­e? «Non è mai un momento facile da vivere quando nonostante l’impegno, i risultati non arrivano. Si dice spesso che vincere sia un’abitudine, e che quando il trend è positivo, si è come in una sorta di circolo virtuoso. Lo stesso vale anche quando si perde: c’è più nervosismo, e anche le cose più semplici diventano complicate. Ad ogni buon conto non è comunque nemmeno il caso di drammatizz­are: tutti qui hanno parecchi anni di esperienza, nel corso dei quali i momenti di difficoltà, di squadra o personali, non sono mancati, per cui dovremmo avere i mezzi per capovolger­e abbastanza velocement­e questa tendenza».

 ?? TI-PRESS/GOLAY ?? Loeffel e Schlegel provano a contenere Ambühl
TI-PRESS/GOLAY Loeffel e Schlegel provano a contenere Ambühl

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland