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Decisivo il passivo del primo tempo

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L’inizio sembra promettere bene per il Lugano, che dopo una manciata di secondi appena si crea un’ottima opportunit­à per aprire le marcature con Lajunen, ottimament­e servito da Boedker, il cui tiro viene però neutralizz­ato da Sandro Aeschliman­n. I bianconeri continuano a dettare il ritmo, costruendo di più rispetto al Davos. Poi però la musica cambia. Al 7’41” Turunen sgancia Ambühl, che, presentato­si tutto solo davanti a Schlegel, prima lo finta e poi deposita il puck in rete. Due minuti e mezzo più tardi Herzog ha tutto il tempo per armare il tiro che frutta il raddoppio alla sua squadra, fissando il parziale alla prima sirena. Anche perché l’ultimo sussulto del primo tempo, di Fazzini a fil di sirena, finisce con un nulla di fatto: a tu per tu con il portiere avversario, il numero 17 del Lugano non riesce infatti ad alzare il puck sopra i suoi gambali.

Il Lugano riprende quota al 24’08”, quando al termine di una bella azione corale Bürgler dimezza lo scarto. Sullo slancio, gli uomini di Pelletier cercano con insistenza il pareggio, ma è il Davos a trovare ancora la via del gol, nuovamente con Herzog, lesto a fiondarsi su un disco non trattenuto da Schlegel. Il secondo tempo, che vede anche l’uscita di scena di Bertaggia (colpito da una discata), si chiude così sul parziale di 1-3.

Fazzini, su rigore, riaccende speranze e motore del Lugano, che dal 47’53” in poi torna a pigiare sull’accelerato­re nel tentativo di riacciuffa­re il Davos, ma le speranze vengono frustrate dal 24 a porta vuota di Turunen.

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