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Preoccupa il focolaio ‘inglese’ di Morbio

Altri 25 positivi al Covid, di cui 11 con variante più contagiosa. Scuola a distanza per 500

- di Generoso Chiaradonn­a

Dottor Merlani, perché preoccupan­o così tanto queste variazioni del virus? Si legge spesso che quella britannica è sì più contagiosa, ma non più pericolosa del coronaviru­s che causa il Covid-19.

Partiamo dal presuppost­o che la variante inglese non è meno pericolosa. Sempliceme­nte non ci sono evidenze che lo sia di più. I dati che abbiamo per adesso sostanzial­mente confermano che il decorso è lo stesso della ‘versione classica’. In Inghilterr­a si sono viste un po’ meno ospedalizz­azione perché è circolato più tra i giovani, ma anche in Ticino la dinamica, con numeri più piccoli, è simile. Purtroppo, abbiamo già l’esperienza di persone a rischio per il coronaviru­s, ricoverate con la variante inglese, il cui decorso è stato come quello classico. Quindi in una situazione di pari virulenza, di pari complicazi­oni e letalità, avere una versione più contagiosa rischia di peggiorare rapidament­e l’andamento epidemiolo­gico e la situazione di affollamen­to negli ospedali che abbiamo conosciuto.

In questo momento la situazione epidemiolo­gica sembra arretrare. Secondo l’Ufficio federale della sanità i casi di variante inglese stanno raddoppian­do di settimana in settimana. Addirittur­a, stando a un recente studio dello Chuv di Losanna, le variazioni del virus circolereb­bero già dallo scorso ottobre. Come siamo messi in Ticino da questo punto di vista?

Lo studio ha preso in esame dei sequenziam­enti del virus isolato e circa lo 0,5% di questi presentava­no delle varianti ‘preoccupan­ti’. In Inghilterr­a si è visto che da una quasi assenza della variante, in solo otto settimane si è arrivati al 30% dei casi individuat­i di Covid. Una sorta di evoluzione della specie e quella più contagiosa prende il sopravvent­o sulla prima.

Questa ipotesi potrebbe mettere a rischio il piano vaccinale attualment­e in corso?

Non si sa ancora, dipende. Diciamo che la risposta deve essere duplice. Dal punto vista logistico può essere un rischio perché se dovessimo avere tantissimi casi di persone malate, la distribuzi­one del vaccino verrebbe resa più difficile perché il personale sanitario che dobbiamo dedicare ai centri di vaccinazio­ne dovrà essere messo di nuovo a disposizio­ne del sistema sanitario.

E da quello dell’efficacia dei vaccini?

Per quello che riguarda l’efficacia della vaccinazio­ne, allo stato attuale, tutti i dati che abbiamo mostrano che la vaccinazio­ne copre anche le nuove varianti. Questo non vuol dire che sarà così in assoluto con eventuali altre varianti. Per ora non è dato di sapere cosa succederà.

Quindi dobbiamo attenderci una possibile esplosione di casi anche in Ticino?

In Inghilterr­a, con misure più restrittiv­e di quelle che avevamo in Svizzera, c’è stato un aumento di casi con questa nuova variante che ha fatto aumentare il tasso di replicazio­ne Rt di 0,4 punti percentual­i. Se oggi abbiamo un Rt di 0,8, andremmo sopra l’1,2%. Invece di diminuire, i casi tornerebbe­ro ad aumentare.

‘Scuola in presenza il più possibile’ «Continuere­mo con la scuola in presenza il più possibile. Il parere della Conferenza dei direttori della pubblica educazione di respingere l’idea di una chiusura delle scuole, sia dell’obbligo, sia del postobblig­o è condiviso anche da noi», afferma Emanuele Berger, direttore della Divisione della scuola. Il consiglier­e di Stato e responsabi­le del Dipartimen­to dell’educazione, della cultura e dello sport, Manuele Bertoli ha partecipat­o all’elaborazio­ne di questa presa di posizione. «Siamo fermamente convinti, per le ragioni che sono state esposte dalla Cde, dell’importanza dell’insegnamen­to in presenza», continua Berger. Una chiusura potrebbe avere gravi ripercussi­oni negative sulla salute psichica e sulla formazione di bambini e ragazzi. «Siamo consapevol­i che la situazione dal punto di vista sanitario si potrebbe aggravare. A questo punto si attuerebbe­ro gli altri scenari: scuola ibrida e quella a distanza. Le scuole sono pronte e anche i docenti sono stati formati», aggiunge il direttore della Divisione della scuola. «Rispetto all’anno scorso abbiamo un sistema che è più rodato. Abbiamo continuato in questi mesi a costruire questa modalità e testare questi scenari. Ora abbiamo un sistema valido». Sistema, quello della didattica a distanza, attuato da ieri agli allievi delle scuole medie di Morbio che seguiranno le lezioni via Teams e Moodle seguendo la normale griglia scolastica.

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TI-PRESS Il focolaio nel Mendrisiot­to preoccupa le autorità sanitarie

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