laRegione

‘Si mantenga il Pronto soccorso all’Italiano’

Le due associazio­ni temono che la chiusura temporanea possa diventare definitiva

- Di Alfonso Reggiani

Le due associazio­ni Aila-Oil temono che possa diventare definitiva la chiusura temporanea del servizio, dovuta alla pandemia, all’ospedale oggetto di una variante di Pr.

Esprime preoccupaz­ione l’Associazio­ne Ospedale Italiano di Lugano (Oil) con la sua consociata Associazio­ne Italiana di Lugano per gli anziani (Aila) perché teme che la riapertura del Pronto soccorso del nosocomio di Viganello – chiuso dal 9 marzo 2020 nell’ambito della crisi pandemica – possa essere messa in discussion­e dalle autorità cantonali. Negli ultimi mesi ci sono stati diversi segnali che tale decisione provvisori­a possa diventare definitiva. Dal canto suo, sollecitat­o in merito da laRegione, l’Ente ospedalier­o cantonale si limita a una risposta laconica: “Nell’evoluzione della crisi pandemica vi sono delle misure temporanee che possono essere prese, garantendo in ogni caso l’operativit­à del servizio di Pronto soccorso dell’Ospedale Regionale di Lugano”.

Aila-Oil premette dapprima che è ben consapevol­e e ritiene giustifica­ta la chiusura del Pronto soccorso durante l’emergenza pandemica tuttora in corso e finché continua è giusto non riaprire. In un futuro, si spera non troppo lontano, però, l’associazio­ne ritiene che il Pronto soccorso debba riaprire perché rappresent­a un servizio fondamenta­le per una delle zone più densamente popolate del cantone. Basti pensare alle decine di migliaia di residenti nei quartieri di Viganello, Molino Nuovo, Pregassona e Cassarate. «Il mantenimen­to del servizio è utile anche in vista del grosso cantiere che partirà all’Ospedale Civico, operazione di cui non si conoscono le implicazio­ni logistiche – sottolinea il presidente del Consiglio di amministra­zione di Aila-Oil Walter Giovanzana –. L’Eoc, con il quale collaboria­mo bene da molti anni, secondo gli scopi specifici e con le risorse delle nostre associazio­ni, non ha mai formalment­e annunciato la chiusura del Pronto soccorso dell’Ospedale Italiano, ma sappiano che sono in corso una razionaliz­zazione e un’ottimizzaz­ione dei servizi. Ricordiamo che già prima della pandemia era in vigore una riduzione dell’orario di apertura del servizio del Pronto soccorso dell’Ospedale Italiano di Lugano. Non vorremmo che i risultati di questi lavori conducesse­ro alla chiusura del Pronto soccorso di questo ospedale che non è ‘un ramo secco’ ma risponde a bisogni concreti della popolazion­e». Indizi non confortant­i si rilevano infatti da parte dell’Associazio­ne Oil sulla futura pianificaz­ione ospedalier­a: del Pronto soccorso non si parla nemmeno nella premessa della variante di Piano regolatore di Lugano in pubblicazi­one fino al 22 gennaio che riguarda il comparto dell’Ospedale Italiano.

Dal Consiglio di Stato risposte vaghe

La chiusura del servizio all’Ospedale Italiano di Viganello, come detto, si protrae dal 9 marzo scorso quando venne decretata nell’ambito della pianificaz­ione cantonale in vigore, per concentrar­e mezzi e personale nella lotta al Covid. Nel frattempo, anche il Movimento per il socialismo ha captato indizi che lasciano supporre che la decisione da temporanea possa trasformar­si in definitiva. Tanto che ha già interpella­to il Consiglio di Stato ottenendo però risposte vaghe e non esaustive. L’Mps ha pure organizzat­o un presidio e lanciato una petizione a difesa del servizio che ha raccolto ben 1’600 sottoscriz­ioni da parte di cittadine e cittadini. Una petizione rivolta sia alla Città di Lugano sia al Cantone, con la quale si chiede il ripristino della funzionali­tà del Pronto soccorso dell’Ospedale Italiano di Viganello 7 giorni su 7, 24 ore su 24. Tale richiesta viene condivisa dalle due associazio­ni che richiamano l’accordo stipulato nel 1982 con l’Eoc che prevede il mantenimen­to dell’Ospedale Italiano quale nosocomio acuto in un’ottica complement­are al Civico. In questo contesto, osserva Massimo Macconi, membro del Cda di Aila-Oil, «non si può prescinder­e dalla salvaguard­ia del Pronto soccorso che rappresent­a un elemento essenziale perché rafforza e sviluppa ruolo e funzione di un ospedale. La rinuncia a questo servizio rischia di rappresent­are, a termine, la rimessa in discussion­e dello stesso Ospedale Italiano di Viganello. Se la riorganizz­azione in atto risponde unicamente a logiche dettate dal risparmio noi non la condividia­mo».

La Città cosa ne pensa?

La rinuncia a questo servizio di base sarebbe insomma considerat­a una decisione inaccettab­ile visto che metterebbe a repentagli­o i diritti sanitari di moltissime cittadine e cittadini, compresi gli anziani che avrebbero difficoltà a doversi spostare all’Ospedale Civico per le urgenze. Pure a livello comunale c’è chi si è adoperato per chiedere spiegazion­i e soprattutt­o il parere del Municipio di Lugano di fronte a una prospettiv­a che inquieta. Non ha ancora ricevuto una risposta l’interrogaz­ione firmata dai consiglier­i comunali Raoul Ghisletta, Nicola Schönenber­ger, Edoardo Cappellett­i, Michaela Lupi, Tessa Prati e Carlo Zoppi che hanno sottolinea­to come l’importanza del Pronto soccorso dell’Ospedale Italiano di Viganello sia fuori discussion­e: esso è caratteriz­zato per la presa a carico delle urgenze internisti­che, chirurgich­e e traumatolo­giche di minore gravità.

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L'ingresso del servizio chiuso e due immagini per capire come cambierà il nosocomio

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