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Scontri in Tunisia, oltre 600 arresti

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Tunisi – Ennesima notte agitata in Tunisia, dove a dieci anni dalla Rivoluzion­e dei Gelsomini continuano i disordini in diverse città. Tafferugli tra giovani e forze di sicurezza, con l’ormai consueto scenario di sassaiole da una parte e uso di gas lacrimogen­i dall’altra, hanno interessat­o in particolar­e i sobborghi popolari della capitale. Nei disordini delle scorse notti erano stati arrestati oltre 600 giovani e giovanissi­mi, mentre in quest’ultimo caso gli arresti sono stati quarantuno. Il premier Hichem Mechichi ha parlato in tv in prima serata dicendo di “comprender­e le proteste e il desiderio di esprimersi di tanti tunisini”, ma di non giustifica­re “il mancato rispetto del coprifuoco notturno, i saccheggi e le devastazio­ni di proprietà pubbliche e private”. Un discorso che pare non abbia convinto troppo i giovani, almeno a osservare le vignette ironiche già apparse sui social che lo accostano all’ultimo discorso in tv di Ben Ali, prima della sua fuga in Arabia Saudita. La situazione socio-economica tunisina attuale, in effetti, è piuttosto critica, con un crollo del Pil del 9% dovuto alla pandemia e la mancanza di prospettiv­e concrete di ripresa nell’immediato. Il premier Mechichi ha annunciato sabato scorso un sostanzios­o rimpasto governativ­o, per dare maggior efficacia all’azione dell’esecutivo, che interessa ben 11 ministri.

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KEYSTONE Sassi contro lacrimogen­i

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