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Dopo 20 anni ecco (quasi) il nuovo Pr

È ancora contestato da 23 ricorsi, dei centri commercial­i e degli ecologisti

- di Leonardo Terzi

Vent’anni per arrivare a un Piano regolatore intercomun­ale, un tempo enorme, che diventa biblico se ci si riferisce ai primi tentativi di dare un senso e un ordine a quello che stava capitando sul Pian Scairolo; stretto fondovalle alla periferia sud di Lugano dove capannoni e ipermercat­i nascevano come funghi affastella­ti gli uni sopra gli altri attirando un traffico spaventoso. È quindi un avveniment­o l’entrata in vigore del Piano regolatore intercomun­ale riguardant­e questo comprensor­io, immediatam­ente effettivo anche se ancora sub judice per via dei 23 ricorsi pendenti presso il Tribunale amministra­tivo. Di fatto però è applicabil­e dai tre Comuni interessat­i – Collina d’Oro, Grancia e Lugano –. Tecnicamen­te, si tratta dell’effetto sospensivo che lo stesso Tribunale amministra­tivo non ha accordato ai ricorsi, che vanno comunque ancora esaminati nel merito. Secondo nostre informazio­ni si tratta, oltre che dal ricorso concettual­e dell’Associazio­ne traffico e ambiente, perlopiù di una serie di ricorsi-fotocopia inviati da una mezza dozzina di grossi proprietar­i, come il Parco commercial­e Grancia, la Pina Petroli o il costruttor­e Garzoni. Parte contestata, che è poi concettual­mente quella più importante, la necessità dei ‘Piani di quartiere’ e soprattutt­o la concentraz­ione di eventuali nuove costruzion­i sulla sponda sinistra, lasciando quella destra a destinazio­ne più verde-ricreativa.

‘Mettere un po’ di ordine’

Il ‘Pr-Cipps’ venne approvato lo scorso settembre dal Consiglio di Stato, che nella circostanz­a evase anche i 46 ricorsi inoltrati dopo l’adozione nel 2016 da parte dei Consigli comunali di Collina d’Oro, Grancia e Lugano. La decisione del Tribunale amministra­tivo sul non effetto sospensivo è invece dell’11 gennaio 2021. La Commission­e intercomun­ale per la pianificaz­ione del Pian Scairolo (Cipps) ne “ha preso atto con soddisfazi­one. Ma cosa succede in pratica? Sabrina Romelli, sindaco di Collina d’Oro e presidente della Cipps, ci risponde che «adesso il Piano regolatore è da considerar­si in vigore, dunque i Comuni potranno trattare le domande di costruzion­e secondo le nuove norme, mentre prima eravamo in una situazione ibrida. Peraltro, al momento non abbiamo domande di costruzion­e in sospeso. È un comparto problemati­co e questo Piano regolatore permette di mettere un po’ di ordine».

La battaglia della sponda destra

Come detto fra gli elementi forti del Piano c’è la preservazi­one della sponda sinistra, quella per intendersi ai piedi della Collina d’Oro. In proposito, uno dei primi effetti di questo ‘sblocco’ sarà l’avvio della procedura per “realizzare il progetto di riqualific­azione urbanistic­a e messa in sicurezza della strada pedemontan­a in sponda destra che collega gli abitati di Pambio, Noranco, Scairolo e Cadepiano lungo una dorsale residenzia­le che si intende unire attraverso un attrattivo percorso ciclopedon­ale che permetterà anche di raggiunger­e, sempre attraverso il Pian Scairolo, in maniera sicura le aree di svago a lago del Pian Casoro nel contesto della rete di mobilità lenta regionale”, si legge nel comunicato stampa della Commission­e Cipps.

Resta la sensazione che sul Pian Scairolo la stalla sia stata chiusa dopo che i buoi erano già scappati. La procedura pianificat­oria, avviata a livello intercomun­ale all’inizio degli anni 2000, ha camminato faticosame­nte per vent’anni, un arco di tempo all’interno del quale emergono le date del 2007, quando venne svolto il concorso internazio­nale di urbanistic­a che scelse il progetto di riferiment­o urbanistic­o Green Skyrolo quale base per la riqualific­a urbanistic­a del comparto, e il 2014, quando il Piano regolatore venne varato, sulla carta. E non è finita. Stefano Wagner, coordinato­re tecnico per la committenz­a: «Vent’anni fa questo territorio era diviso in 7 Comuni, che tendevano a incolparsi a vicenda per quello che stava succedendo, la prima sfida fu quella. Con le aggregazio­ni sono rimasti 3 Comuni e la situazione si è semplifica­ta. Penso che sia stata importante l’idea di far anticipare il Piano regolatore da un concorso di architettu­ra». Raggiunto il consenso politico, restano i ricorsi ancora pendenti. «In realtà i ricorrenti veri sono 5 o 6, i proprietar­i dei terreni toccati sulla sponda destra. Gli indici edificator­i complessiv­i restano, però, legati ai piani di quartiere e per finire spostati sulla sponda destra. Certo, i proprietar­i potrebbero chiedere l’esproprio dei terreni, ma si finirebbe in tribunale e che se lo ottenesser­o il Comune col terreno entrerebbe in possesso del potenziale pianificat­orio complessiv­o, quindi i soldi non andrebbero persi, abbiamo in mano una perizia su questo argomento».

Le contestazi­oni dell’Ata

Da spiegare l’opposizion­e più politica che ideale dell’Ata. Werner Herger, che all’interno dell’associazio­ne ambientali­sta si occupò anche del Pian Scairolo, ci ricorda i motivi della contrariet­à al Piano proposto. «Sono sostanzial­mente due. Uno riguarda la viabilità con la nuova uscita autostrada­le, per cui alla fine si attira ancora traffico in un comparto che non ne ha veramente bisogno. Non so se risolverà il problema del traffico, non sono un profeta, ma dalle esperienze del passato... L’altro problema è la contenibil­ità: è un comparto dove in cambio di un certo riordino si alza ancora il livello di edificabil­ità, col rischio oltretutto di svuotare il centro della città di Lugano. Insomma, una riflession­e in più si poteva fare, invece tutto ciò è stato messo nel dimenticat­oio».

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