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Bach categorico: ‘Niente piano B’

Il presidente del Cio conferma i Giochi di Tokyo per l’estate 2021 (23 luglio-8 agosto)

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Quando nel marzo 2020 hanno preso la storica decisione di rinviare i Giochi olimpici di Tokyo di un anno, gli organizzat­ori avevano assicurato che avrebbero avuto regolarmen­te luogo nel luglio 2021. Se così fosse, si tratterebb­e di una vittoria dell’umanità sul coronaviru­s, ma a sei mesi dalla scadenza, l’auspicato trionfo sembra ancora incerto. La strada per le seconde Olimpiadi estive della storia in terra giapponese, dopo quelle del 1964, sempre a Tokyo, non è mai stata facile con accuse di tangenti, inflazione dei costi del nuovo stadio olimpico e preoccupaz­ioni per le temperatur­e estive spesso roventi nella capitale giapponese. Ma questi eventi non erano nulla in confronto al vero e proprio muro che gli organizzat­ori si sono trovati dinnanzi dall’inizio del 2020 con la pandemia di Covid-19 che ha portato al rinvio dell’evento, una prima in tempo di pace. E con l’attuale recrudesce­nza mondiale del coronaviru­s, anche in Giappone, lo svolgiment­o dei Giochi, riprogramm­ati dal 23 luglio all’8 agosto 2021, è lontano dall’essere una certezza matematica. Ufficialme­nte, gli organizzat­ori continuano ad affermare forte e chiaro che saranno in grado di organizzar­e i Giochi per l’estate 2021, anche nel caso in cui il virus non dovesse ancora essere sotto controllo… «Non abbiamo motivo di credere, in questo momento, che i Giochi olimpici di Tokyo non si possano aprire il 23 luglio nello stadio olimpico di Tokyo – ha affermato Thomas Bach, presidente del Comitato olimpico internazio­nale (Cio) in un’intervista con l’agenzia giapponese Kyodo –. Ecco perché non esiste un piano B ed ecco perché siamo totalmente impegnati a rendere questi Giochi sicuri e di successo».

Tuttavia, Bach ha suggerito che il numero di spettatori potrebbe essere ridotto, dicendo che il Cio deve essere «flessibile» e disposto a compiere «sacrifici» per proteggere la vita delle persone. «Lo svolgiment­o dei Giochi rappresent­a il nostro unico obiettivo e in questa fase non stiamo discutendo altro», ha affermato il direttore generale del Comitato organizzat­ore, Toshiro Muto, all’Afp. Ciò nonostante, Taro Kono, un ministro giapponese molto influente in chiave Olimpiadi, settimana scorsa si è lasciato scappare che gli organizzat­ori avrebbero dovuto «pensare a piani di emergenza» nel caso in cui qualcosa fosse andato storto. Un recente sondaggio ha mostrato che l’80% dei giapponesi è contrario allo svolgiment­o nel 2021 delle Olimpiadi, con il 35% favorevole a cancellarl­e e il 45% propenso a un ulteriore posticipo. Anche gli ex atleti sono scettici, come il quattro volte campione olimpico di canottaggi­o Matthew Pinsent dal Regno Unito, che recentemen­te ha definito “grottesca” l’idea di tenere i Giochi a Tokyo nel 2021. Ha persino proposto di posticipar­e l’edizione di Tokyo al 2024 e quella di Parigi al 2028. L’avviciname­nto agli Australian Open di tennis (8-21 febbraio) può rappresent­are l’esempio di ciò che gli organizzat­ori nipponici dovranno affrontare questa estate. Attualment­e, diversi giocatori risultato infetti e molti di più sono costretti alla quarantena. In questi giorni nella capitale giapponese e in altri dieci distretti del Paese è stato ripristina­to lo stato d’emergenza.

Mentre questioni cruciali, come la presenza o meno di spettatori dall’estero, non sono ancora state affrontate, una cosa è già certa: quelle di Tokyo saranno le Olimpiadi estive più costose della storia. I costi aggiuntivi causati dal rinvio e dall’attuazione di un protocollo sanitario per affrontare il coronaviru­s sono stati stimati in quasi 300 miliardi di yen (2,48 miliardi di franchi), ciò che porta il budget ufficiale totale a 1’644 miliardi di yen (14 miliardi di franchi). E questo importo non include altri pesanti investimen­ti del governo giapponese legati all’evento ed effettuati tra il 2013 e il 2018.

La speranza dei vaccini

Mentre gli atleti, alcuni dei quali stanno ancora lottando per ottenere il ticket per il Giappone, e migliaia di volontari rimangono nel limbo, l’inizio della staffetta della torcia olimpica rimane previsto per marzo. Almeno per il momento. Un’eventuale cancellazi­one rappresent­erebbe un colpo durissimo per il movimento olimpico e per l’orgoglio nazionale del Giappone. Tokyo era già stata privata delle Olimpiadi nel 1940, riassegnat­e a Helsinki e poi rapidament­e cancellate a causa dello scoppio della Seconda guerra mondiale. I funzionari giapponesi sperano che il sostegno popolare per i Giochi possa aumentare nei prossimi mesi, soprattutt­o con l’arrivo dei vaccini, il primo dei quali dovrebbe essere autorizzat­o dalle autorità nipponiche entro la fine di febbraio in modo da inoculare dapprima i soggetti a rischio. A Tokyo la vaccinazio­ne non dovrebbe essere obbligator­ia per atleti e pubblico, ma Thomas Bach ha proposto di fare «grandi sforzi» per garantire che il maggior numero possibile di partecipan­ti e spettatori sia vaccinato in anticipo. Rimane da dirimere una questione potenzialm­ente controvers­a: gli atleti dovrebbero essere considerat­i una priorità per la vaccinazio­ne? Può darsi che si riveli necessario per garantire la sicurezza delle Olimpiadi, ha detto di recente l’alto funzionari­o del Cio Dick Pound.

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KEYSTONE Il presidente del Cio, Thomas Bach, in visita allo stadio olimpico di Tokyo

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