La Lega dei lunghi coltelli
I due rampolli della Famiglia Grande di via Monte Boglia, quella che voleva contrastare (...) le Grandi Famiglie, è riuscita ad ottenere l’effetto contrario. E ci è riuscita in un battibaleno tanto da bruciare, oltre alla maggioranza relativa in G.C., anche vent’anni di risultati del movimento. Nel parlamenticchio cantonale sono rimasti poco più di una dozzina di membri! In parte pseudo leghisti e ma in gran parte dei perfetti “bambèla” fedifraghi e supportati, ma solo in parte, dal domenicale redatto dal giornalaio triplo stipendiato, il predicatore “Don Lorenzo de Quadri” (Lorenzo chi?). Domenicale ormai assurto al ruolo di grosso fornitore di carta da macero, per la gioia e la saccoccia dei riciclatori. Grazie alla sua incoerente e petulante aria fritta, i raccoglitori di cascami cartacei si sono visti trasformare il lunedì lavorativo in un proficuo giorno di festa e di sicuri affari. Altro che “Nano non molleremo”! Tutti i quotidiani, radio e Tv hanno dato ampio e dovuto risalto al forzato abbandono dei ranghi di Michele Foletti che ha lasciato, sfiduciato proprio da coloro che invece dovevano sostenerlo, il ruolo di capo gruppo in G.C. e l’appartenenza alla Commissione della gestione. Tutti, meno il Mattino del lunedì, ops della domenica, uscito silente e senza fare nemmeno un “plissé”. Come se nulla fosse successo. E questa sarebbe la coerenza (e non parliamo di trasparenza per pura misericordia) dell’armata sbracata dei Brancaleone di via M.te Boglia, dove parrebbe che il più sano abbia la rogna. E sì che si voleva che in casa altrui – Plr-Ppd e Socialisti –, volassero gli stracci!? Qui invece si va di coltellate a tradimento nella schiena. Ma chi volete ancora prendere in giro? Se qualcuno di voi, che oggi scalda la sedia in G.C. (ma vale in parte anche per chi è al Governo che promette e non mantiene) e ne combina più di Bertoldo, ritiene che la sua elezione in G.C. sia stata una sorta di assegno in bianco, si sbaglia e anche di grosso. Passi di avere i piedi bene al caldo, ma a tutto c’è un limite. Limite ormai largamente sorpassato. E ne avremo purtroppo un assaggio già alle prossime comunali di aprile, mentre il sonoro e meritato calcio nel sedere lo avrete, ad ogni livello istituzionale, alle prossime cantonali. Lì sì che saranno lacrime e sangue. Si resterà in pochi? È possibile; ma meglio pochi ma buoni invece di dover assistere, elezione dopo elezione, allo sfacelo cui state portando il movimento. Vi basta o volete anche un “domenical disegno”? V’è solo da sperare che l’emorragia di consensi (e di voti) non torni tutta da dove è venuta agli inizi. L’Udc, laddove a dirigerla vi sono dei politici veri e dei galantuomini autentici, al vostro confronto e contrariamente a lor signori, (signori si fa per dire ovviamente) dell’interesse del Paese ne hanno fatto una missione e non un tornaconto. Qui serve la ricomposizione del mitico zoccolo duro che, magari anche a suon di sonori schiaffoni, renderà più di qualcuno un “leghista rieducato”. Sperare non è mai vano, ma così non va più!