Proteggiamo i giovani
Mi preoccupa l’attuale pressione per una nuova chiusura delle scuole con conseguente passaggio alla modalità di insegnamento a distanza. L’esperienza della primavera ha dimostrato che per gli allievi delle classi della scuola dell’obbligo e del livello secondario II (scuole professionali e licei) ciò ha portato, in media, a dei risultati tendenzialmente negativi. Non solo dal punto di vista scolastico, e parlo in particolar modo per gli allievi che sono al termine o all’inizio di un nuovo ciclo di studi, ma in generale anche dal punto di vista sociale. I ragazzi, segnatamente gli adolescenti, per costruire la loro identità hanno una grande necessità di confrontarsi con i loro pari, di incontrare delle persone che credono in loro e che possano essere dei modelli di identificazione, di comunicare le loro incertezze e paure, di vivere, insomma, intensamente il presente. Ciò può avvenire al meglio nella vita reale, soprattutto a scuola, e solo con grandissimi limiti nell’interazione mediata da uno o più schermi. Gli adolescenti cambiano e maturano velocemente, pochi mesi per loro equivalgono ad alcuni anni per noi adulti. Le limitazioni imposte nei vari ambiti (scuola, sport, cultura ecc.) da dieci mesi a questa parte hanno già ristretto regolarmente il loro campo di azione per socializzare. I piani di protezione messi in atto dalle scuole, sperimentati con successo durante il primo semestre, permettono di limitare al meglio la diffusione del virus. Se il problema sono i trasporti da casa a scuola bisognerà lavorare su quelli, evitando di chiudere le sedi scolastiche. Siamo responsabili noi adulti della crescita sana e armoniosa dei bambini e dei ragazzi, proteggiamoli!