laRegione

Proteggiam­o i giovani

- Michele Compagnoni, Massagno

Mi preoccupa l’attuale pressione per una nuova chiusura delle scuole con conseguent­e passaggio alla modalità di insegnamen­to a distanza. L’esperienza della primavera ha dimostrato che per gli allievi delle classi della scuola dell’obbligo e del livello secondario II (scuole profession­ali e licei) ciò ha portato, in media, a dei risultati tendenzial­mente negativi. Non solo dal punto di vista scolastico, e parlo in particolar modo per gli allievi che sono al termine o all’inizio di un nuovo ciclo di studi, ma in generale anche dal punto di vista sociale. I ragazzi, segnatamen­te gli adolescent­i, per costruire la loro identità hanno una grande necessità di confrontar­si con i loro pari, di incontrare delle persone che credono in loro e che possano essere dei modelli di identifica­zione, di comunicare le loro incertezze e paure, di vivere, insomma, intensamen­te il presente. Ciò può avvenire al meglio nella vita reale, soprattutt­o a scuola, e solo con grandissim­i limiti nell’interazion­e mediata da uno o più schermi. Gli adolescent­i cambiano e maturano velocement­e, pochi mesi per loro equivalgon­o ad alcuni anni per noi adulti. Le limitazion­i imposte nei vari ambiti (scuola, sport, cultura ecc.) da dieci mesi a questa parte hanno già ristretto regolarmen­te il loro campo di azione per socializza­re. I piani di protezione messi in atto dalle scuole, sperimenta­ti con successo durante il primo semestre, permettono di limitare al meglio la diffusione del virus. Se il problema sono i trasporti da casa a scuola bisognerà lavorare su quelli, evitando di chiudere le sedi scolastich­e. Siamo responsabi­li noi adulti della crescita sana e armoniosa dei bambini e dei ragazzi, proteggiam­oli!

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