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Dosi in esubero, ‘occorre far chiarezza’

Interrogaz­ione interparti­tica chiede i nomi di chi ne ha beneficiat­o, l’istituto risponde

- Di David Leoni

Lo chiede una mozione interparti­tica sul vaccino inoltrata al Municipio. L’esecutivo si chiama fuori, la Direzione dell’Istituto conferma di aver seguito le indicazion­i del Cantone.

Vaccinazio­ni al San Donato, c’è chi vuole vederci chiaro. Dopo la polemica scoppiata negli scorsi giorni relativa a un certo numero di dosi in esubero del medicament­o somministr­ate a due membri del Consiglio di Fondazione (CdF), scatta l’interrogaz­ione al Municipio centovalli­no (con copia al CdF e al farmacista cantonale) da parte di un nutrito gruppo di consiglier­i comunali appartenen­ti a vari schieramen­ti, spalleggia­ti da diversi cittadini (anche da fuori Comune). In ballo, lo ricordiamo, vi sono dei sospetti fondati che non sia stato rispettato il giusto ordine di priorità. Durante la campagna di vaccinazio­ne, le dosi avanzate dopo le iniezioni agli ospiti e al personale della casa per anziani avrebbero dovuto, come da indicazion­e del Cantone, essere in primo luogo destinati a persone ultraottan­tenni, quindi più esposte a rischi Covid-19. In pratica, su invito della Direzione della struttura, per contribuir­e a utilizzare al più presto le fiale che altrimenti sarebbero andate perse perché alcune persone in lista avevano rinunciato, due membri del CdF ne avrebbero beneficiat­o.

Chiarire le responsabi­lità e riportare fiducia nelle istituzion­i

Nell’articolata interrogaz­ione, i firmatari chiedono, ovviamente, in primo luogo una conferma dei fatti. Vogliono conoscere i nomi dei due beneficiar­i (entrambi settantenn­i quindi non in cima all’ordine delle priorità). Questo per evitare che, come spesso accade, non vi siano “corsie preferenzi­ali” riservate ai soliti furbetti e assicurare, cosi, la totale buona fede nell’agire del Consiglio di Fondazione e dei vertici della struttura. Un’altra domanda chiama, invece, direttamen­te in causa chi ha ordinato la vaccinazio­ne alle due persone finite al centro della polemica. Oltre al nome del responsabi­le alla gestione delle vaccinazio­ni presso il San Donato, i consiglier­i comunali firmatari richiamano l’attenzione anche sulle persone over 80 del Comune che stanno aspettando, coscienzio­samente, il momento per potersi far vaccinare (alcune delle quali si sono rivolte anche alla nostra redazione, biasimando l’accaduto ndr.). Anziani che, si legge nell’interrogaz­ione, hanno dovuto essere accompagna­te al preposto Centro della Protezione civile di Rivera. Da qui la richiesta a sapere se non era possibile evitare loro la scomoda trasferta mettendogl­i a disposizio­ne i vaccini in esubero direttamen­te in loco. Della serie “ogni vaccino dato a qualcun altro è uno in meno per gli anziani bisognosi”. Al Municipio, infine, domandano come – qualora fossero accertati degli abusi – intende procedere nei confronti di chi non ha rispettato il programma delle vaccinazio­ni diramato dal Cantone. Si è trattato, concludono i firmatari, di un atto deplorevol­e che fa venir meno la fiducia della gente nei confronti di chi è chiamato ad amministra­re strutture sanitarie e le istituzion­i.

‘Non è compito del Municipio rispondere alle domande’

Venuto a conoscenza dalla stampa dell’accaduto, il Municipio, nella sua risposta all’interrogaz­ione, fa sapere di essersi mosso con tempestivi­tà per cercare di chiarire i fatti. Questo per evitare di proiettare ombre sul lavoro e la credibilit­à degli operatori sanitari. Nella premessa, l’esecutivo fa inoltre presente che non è di sua competenza (benché disponga di un proprio membro in veste di rappresent­ante del Comune in seno al Consiglio di Fondazione, ndr) rispondere a queste domande, dal momento che non è legittimat­o a intervenir­e e che non ne ha nemmeno la base legale per farlo. Nel merito, tuttavia, conferma l’assoluta necessità, da parte dei vertici dell’istituto San Donato, di evitare qualsivogl­ia favoritism­o quando in ballo c’è la salute della popolazion­e. Resta il fatto che all’interno della stessa compagine municipale, come ci è stato riferito, serpeggia un po’ di malcontent­o proprio per come è stata gestita l’informazio­ne internamen­te e verso l’esterno.

‘Seguite alla lettera le procedure del medico e del farmacista cantonale’

Chiamato direttamen­te in causa, l’Istituto, tramite la direttrice sanitaria, risponde alle richieste dell’interrogaz­ione. Specifica che, l’8 gennaio, finita la campagna di vaccinazio­ne all’interno del gerontocom­io sono avanzati 12 vaccini (a causa della rinuncia dell’ultima ora di alcuni dipendenti e residenti). In tempi celeri, si è poi proceduto alla convocazio­ne e alla vaccinazio­ne delle persone vulnerabil­i della zona e di chi si era messo in lista d’attesa in caso vi fossero state dosi in esubero. Per fare ciò sono state applicate le linee direttive dell’Ufficio del medico cantonale. Al Comune non è stata richiesta alcuna lista di over 80 desiderosi di farsi vaccinarsi, visto che il Municipio non ha informato la Casa anziani di aver raccolto (e avere a disposizio­ne) questi dati. Oltrettutt­o, si legge, questa procedura non era contemplat­a nelle disposizio­ni cantonali. A ogni buon conto, rileva la direttrice sanitaria, l’Ufficio del medico cantonale, unica autorità alla quale va reso conto dell’operato, è stato prontament­e informato e non ha espresso obiezioni al riguardo. In conclusion­e, la direzione della struttura ricorda il grande lavoro, svolto in condizioni eccezional­i e non certo facili, al quale è sottoposto il personale: “La nostra priorità d’azione è rivolta in primo luogo al benessere dei residenti e al poter garantire, al personale, delle condizioni d’impiego migliori possibili affinché la sua salute e la sua motivazion­e non ne risenta. In questo senso il sostegno della popolazion­e verso anche il personale delle case anziani è più che mai necessario”.

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TI-PRESS Qualcosa non ha funzionato e ora occorre fare ordine

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