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Rapinarono 4 giovani ‘per fare serata’: in aula

Quartetto rischia fino a 5 anni di carcere

- Di Guido Grilli

Rischiano fino a 5 anni di carcere quattro ventenni che lo scorso agosto in centro intimarono ad altrettant­i loro coetanei di consegnarg­li il denaro che avevano con sé.

“Dateci tutti i soldi che avete nel borsellino o va a finire male”. È stata più o meno di questo tenore la minaccia intimata da un quartetto di giovani ad altrettant­i coetanei una sera d’agosto della scorsa estate, nei paraggi dei bar di via Bossi – beffa del destino, proprio vicino alla sede della polizia cantonale e all’ufficio del giudice dei provvedime­nti coercitivi – tra bicchieri di birra e alcune dosi di cocaina consumate in gruppo prima della notte brava. Ora i protagonis­ti – tutti attorno ai 20-25 anni, tra cui un cittadino tunisino senza permesso che si trova tuttora in carcere in espiazione anticipata della pena – saranno rinviati a processo davanti alla Corte delle Assise correziona­li di Lugano con la grave accusa di rapina, un’imputazion­e che prevede fino a cinque anni di carcere.

Il bottino utilizzato ‘per fare serata’

Il dibattimen­to pubblico si terrà il 5 febbraio. Il malloppo ottenuto dalle vittime dagli autori del colpo si aggira attorno a poche centinaia di franchi. E bassa non è solo la somma del maltolto, ma pure la ragione che ha indotto i malintenzi­onati a entrare in azione: i soldi sottratti sono infatti stati utilizzati “per fare serata” da quanto è emerso dall’inchiesta penale, condotta dal procurator­e pubblico Nicola Respini che in aula formulerà le proposte di pena nei confronti degli imputati. A prendere parte alla rapina – ma occorrerà capire con quale ruolo – anche un minore, deferito davanti alla Magistratu­ra dei minorenni. La vicenda dovrà essere ricostruit­a nei suoi dettagli e chiarita, secondo le responsabi­lità di ognuno dei componenti del gruppo, dalla giudice unica, Francesca Verda Chiocchett­i. Durante gli interrogat­ori gli autori si sono rimpallati le responsabi­lità. Sarà dunque l’istruttori­a dibattimen­tale a stabilire chi ha fatto cosa. Tuttavia per il magistrato i quattro imputati vengono considerat­i correi e dunque tutti posti sullo stesso piano.

Fermati al bar mentre bevevano

a spese delle loro vittime

Intanto, quella sera l’esito delle indagini sulla rapina per gli agenti della polizia cantonale si sono risolte rapidament­e. Il quartetto, infatti, dopo la puntuale segnalazio­ne delle vittime, è stato rintraccia­to la sera stessa del ‘colpo’, prima della mezzanotte, dalle forze dell’ordine. Gli autori sono stati sorpresi in un bar di Lugano, mentre stavano bevendo a spese delle loro vittime. Tra i componenti della banda c’è chi si è dichiarato estraneo ai fatti, dicendosi certo di non aver compiuto nulla e di essersi trovato in balia degli eventi. Versioni che spetterà alla Corte delle Assise correziona­li valutare. L’inchiesta non avrebbe evidenziat­o l’esistenza di un ideatore o di un capo del gruppo. La rapina sarebbe inoltre stata compiuta senza il ricorso alla violenza. Gli inquirenti non hanno trovato armi al momento del loro fermo. Tuttavia tra le imputazion­i figura l’infrazione alla legge federale sulle armi. Altri reati di cui dovrà rispondere la banda, ognuno secondo le proprie responsabi­lità, riguarda la contravven­zione alla legge federale sugli stupefacen­ti, la guida in stato di inattitudi­ne – a carico del giovane in possesso dell’auto utilizzata per raggiunger­e Lugano non prima di aver caricato a bordo gli altri amici residenti nel Mendrisiot­to – e, per il cittadino tunisino, la ripetuta infrazione alla legge federale sugli stranieri. I quattro imputati saranno difesi dagli avvocati Marina Gottardi, Andrea Cantaluppi, Davide Fagetti e Olivier Ferrari.

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TI-PRESS Giovani contro giovani vicino alla sede della polizia

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