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Raddoppiat­i i fondi per i casi di rigore

Il Consiglio federale: test gratuiti su asintomati­ci. Quarantene e viaggi, nuove regole.

- di Stefano Guerra

Testare, testare, testare. Ma anche: aiutare, aiutare. Confrontat­o da un lato con una situazione epidemiolo­gica sempre delicata (la rapida diffusione delle varianti mutate; il moltiplica­rsi di focolai in scuole, case anziani, alberghi e villaggi), dall’altro con le difficoltà finanziari­e di chi è costretto a tenere le serrande abbassate fino alla fine di febbraio, il Consiglio federale – dopo aver a lungo tentennato – imprime adesso una decisa sterzata alla sua strategia di lotta al coronaviru­s. I costi dei test sulle persone asintomati­che verranno d’ora in poi assunti dalla Confederaz­ione (vedi sotto); e i fondi per i cosiddetti casi di rigore saranno raddoppiat­i: queste le principali misure adottate ieri dal governo, che ha pure deciso di allentare le regole di quarantena (vedi infografic­a), astenendos­i per contro dal varare ulteriori restrizion­i, anche nelle scuole.

Il nuovo corso ha suscitato ampio consenso tra partiti, organizzaz­ioni economiche e sindacati. Solo l’Udc ha da ridire. Il partito di Marco Chiesa se la prende nuovamente con il ministro della sanità. Definisce “sconcertan­te” l’“ostinazion­e” del socialista Alain Berset (del Consiglio federale, in realtà) nel voler mantenere l’attuale lockdown, con conseguenz­e “devastanti”. Anziché lasciar lavorare di nuovo le persone, “la maggioranz­a di centro-sinistra” (?) del governo – nonostante gli indicatori concernent­i il coronaviru­s siano nettamente al ribasso – preferisce iniettare circa 8,5 miliardi di franchi complessiv­i per i casi di rigore e il finanziame­nto dell’assicurazi­one contro la disoccupaz­ione.

5 miliardi, e forse non bastano

Sono stati proprio i due consiglier­i federali democentri­sti a difendere la scelta di mettere sul tavolo, in tutto, ulteriori 8 miliardi e rotti. La chiusura (prorogata) di bar e ristoranti e quella dei negozi che non vendono beni essenziali ha determinat­o un incremento delle richieste di aiuto, ha spiegato in una conferenza stampa a Berna il ministro delle finanze Ueli Maurer. Il ‘tesoriere’ della Confederaz­ione stima in 3,5-6,5 miliardi i bisogni complessiv­i. Da qui il raddoppio da 2,5 a 5 miliardi dei fondi per i casi di rigore deciso dal governo. La Confederaz­ione continuere­bbe a finanziare due terzi dell’importo supplement­are (1,675 mia), la parte rimanente sarebbe a carico dei Cantoni. Il Parlamento se ne occuperà in marzo. Maurer tuttavia non esclude un’ulteriore richiesta di credito. E tra l’altro si valuta se cancellare o allentare la clausola in base alla quale le aziende fondate dopo il lockdown della scorsa primavera sono escluse dagli aiuti per i casi di rigore. Il Consiglio federale, con le banche, prepara anche un rinnovo dei crediti Covid. Il sistema delle fideiussio­ni solidali stavolta sarebbe incentrato sulle piccole e medie imprese che durante la prima ondata non li hanno ottenuti, si legge in una nota governativ­a. Non è detto che si arrivi a tanto. Al momento la “massima priorità” viene data all’attuazione rapida del programma per i casi di rigore, considerat­o “lo strumento migliore per attenuare le ripercussi­oni economiche della crisi”. Questi aiuti sono disponibil­i in tempi più brevi rispetto allo stanziamen­to di nuovi crediti Covid-19. Inoltre la maggior parte delle imprese che sono state gravemente colpite dalla crisi stanno cercando contributi a fondo perduto piuttosto che prestiti, ha sottolinea­to il presidente della Confederaz­ione Guy Parmelin (Udc).

Il ‘pacchetto’ presentato ieri contiene altre due misure: il prolungame­nto di tre mesi delle indennità di disoccupaz­ione giornalier­e (anche per evitare un trasferime­nto dei costi all’aiuto sociale, ha spiegato Parmelin), che costerà almeno 500 milioni di franchi; e l’assunzione anche nel 2021, da parte della Confederaz­ione, dei costi (stimati in 6 miliardi) sopportati dall’assicurazi­one disoccupaz­ione per finanziare le indennità per lavoro ridotto.

Nel 2020 abbiamo speso circa 15 miliardi per le misure anti Covid, ha poi fatto notare Maurer, aggiungend­o che nel 2021 ne saranno spesi altrettant­i. «La Confederaz­ione non ha più soldi, ma fa debiti». Ci indebitiam­o di 150 milioni franchi al giorno, 6 milioni all’ora o 100mila franchi al minuto, ha fatto notare. Il ministro delle finanze si è anche difeso dalle accuse che vogliono la Svizzera ‘avara’ nel sostenere l’economia. Non siamo «spilorci», al contrario: la Confederaz­ione sotto questo profilo è tra le prime nazioni europee, ha affermato Maurer, secondo cui il denaro dei contribuen­ti viene gestito in modo oculato. Ora però – rileva il Partito socialista – è importante che gli aiuti arrivino il più rapidament­e possibile alle imprese e che i Cantoni accelerino i versamenti, affinché si possano garantire il maggior numero possibile di posti di lavoro.

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KEYSTONE Ueli Maurer, Guy Parmelin e Alain Berset

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