Raddoppiati i fondi per i casi di rigore
Il Consiglio federale: test gratuiti su asintomatici. Quarantene e viaggi, nuove regole.
Testare, testare, testare. Ma anche: aiutare, aiutare. Confrontato da un lato con una situazione epidemiologica sempre delicata (la rapida diffusione delle varianti mutate; il moltiplicarsi di focolai in scuole, case anziani, alberghi e villaggi), dall’altro con le difficoltà finanziarie di chi è costretto a tenere le serrande abbassate fino alla fine di febbraio, il Consiglio federale – dopo aver a lungo tentennato – imprime adesso una decisa sterzata alla sua strategia di lotta al coronavirus. I costi dei test sulle persone asintomatiche verranno d’ora in poi assunti dalla Confederazione (vedi sotto); e i fondi per i cosiddetti casi di rigore saranno raddoppiati: queste le principali misure adottate ieri dal governo, che ha pure deciso di allentare le regole di quarantena (vedi infografica), astenendosi per contro dal varare ulteriori restrizioni, anche nelle scuole.
Il nuovo corso ha suscitato ampio consenso tra partiti, organizzazioni economiche e sindacati. Solo l’Udc ha da ridire. Il partito di Marco Chiesa se la prende nuovamente con il ministro della sanità. Definisce “sconcertante” l’“ostinazione” del socialista Alain Berset (del Consiglio federale, in realtà) nel voler mantenere l’attuale lockdown, con conseguenze “devastanti”. Anziché lasciar lavorare di nuovo le persone, “la maggioranza di centro-sinistra” (?) del governo – nonostante gli indicatori concernenti il coronavirus siano nettamente al ribasso – preferisce iniettare circa 8,5 miliardi di franchi complessivi per i casi di rigore e il finanziamento dell’assicurazione contro la disoccupazione.
5 miliardi, e forse non bastano
Sono stati proprio i due consiglieri federali democentristi a difendere la scelta di mettere sul tavolo, in tutto, ulteriori 8 miliardi e rotti. La chiusura (prorogata) di bar e ristoranti e quella dei negozi che non vendono beni essenziali ha determinato un incremento delle richieste di aiuto, ha spiegato in una conferenza stampa a Berna il ministro delle finanze Ueli Maurer. Il ‘tesoriere’ della Confederazione stima in 3,5-6,5 miliardi i bisogni complessivi. Da qui il raddoppio da 2,5 a 5 miliardi dei fondi per i casi di rigore deciso dal governo. La Confederazione continuerebbe a finanziare due terzi dell’importo supplementare (1,675 mia), la parte rimanente sarebbe a carico dei Cantoni. Il Parlamento se ne occuperà in marzo. Maurer tuttavia non esclude un’ulteriore richiesta di credito. E tra l’altro si valuta se cancellare o allentare la clausola in base alla quale le aziende fondate dopo il lockdown della scorsa primavera sono escluse dagli aiuti per i casi di rigore. Il Consiglio federale, con le banche, prepara anche un rinnovo dei crediti Covid. Il sistema delle fideiussioni solidali stavolta sarebbe incentrato sulle piccole e medie imprese che durante la prima ondata non li hanno ottenuti, si legge in una nota governativa. Non è detto che si arrivi a tanto. Al momento la “massima priorità” viene data all’attuazione rapida del programma per i casi di rigore, considerato “lo strumento migliore per attenuare le ripercussioni economiche della crisi”. Questi aiuti sono disponibili in tempi più brevi rispetto allo stanziamento di nuovi crediti Covid-19. Inoltre la maggior parte delle imprese che sono state gravemente colpite dalla crisi stanno cercando contributi a fondo perduto piuttosto che prestiti, ha sottolineato il presidente della Confederazione Guy Parmelin (Udc).
Il ‘pacchetto’ presentato ieri contiene altre due misure: il prolungamento di tre mesi delle indennità di disoccupazione giornaliere (anche per evitare un trasferimento dei costi all’aiuto sociale, ha spiegato Parmelin), che costerà almeno 500 milioni di franchi; e l’assunzione anche nel 2021, da parte della Confederazione, dei costi (stimati in 6 miliardi) sopportati dall’assicurazione disoccupazione per finanziare le indennità per lavoro ridotto.
Nel 2020 abbiamo speso circa 15 miliardi per le misure anti Covid, ha poi fatto notare Maurer, aggiungendo che nel 2021 ne saranno spesi altrettanti. «La Confederazione non ha più soldi, ma fa debiti». Ci indebitiamo di 150 milioni franchi al giorno, 6 milioni all’ora o 100mila franchi al minuto, ha fatto notare. Il ministro delle finanze si è anche difeso dalle accuse che vogliono la Svizzera ‘avara’ nel sostenere l’economia. Non siamo «spilorci», al contrario: la Confederazione sotto questo profilo è tra le prime nazioni europee, ha affermato Maurer, secondo cui il denaro dei contribuenti viene gestito in modo oculato. Ora però – rileva il Partito socialista – è importante che gli aiuti arrivino il più rapidamente possibile alle imprese e che i Cantoni accelerino i versamenti, affinché si possano garantire il maggior numero possibile di posti di lavoro.