Paga tutto Berna
I test sugli asintomatici sono consentiti da metà dicembre, ad esempio nelle case per anziani o di cura, negli alberghi e sul posto di lavoro. Il problema è che nell’ultimo mese e mezzo tamponi e test antigenici rapidi sono stati utilizzati «troppo poco», ha detto in una conferenza stampa a Berna il ministro della sanità Alain Berset. Si tratta perciò di creare «un incentivo» per incoraggiarne l’impiego. Il Consiglio federale ha quindi deciso che dal 1o febbraio la Confederazione si farà carico anche dei costi dei test eseguiti su persone che non presentano sintomi (vedi anche a pagina 3). La fattura è stimata in un miliardo di franchi.
Il Consiglio federale, con l’avallo dei cantoni, getta così le basi di una strategia di test se non proprio di massa (come avviene nei Grigioni), quantomeno ad ampio raggio. Lo fa poiché, “molto probabilmente” (così scrive l’esecutivo), in oltre la metà dei casi il virus è trasmesso da persone asintomatiche, ignare di essersi contagiate. L’obiettivo è duplice: proteggere, mediante test preventivi ripetuti, le persone a rischio (ospiti di case anziani e istituti medico-sociali, utenti dei servizi spitex ecc.); e favorire l’identificazione o il contenimento precoce di focolai locali, ad esempio nelle scuole. Nel primo caso, i test rapidi – facoltativi – vengono eseguiti dal personale stesso nel quadro dei rispettivi piani di protezione; nel secondo, il Cantone può anche ordinarli e deve presentare all’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) un piano che riporti dove sono effettuati, su chi, con quale frequenza e il tipo di test impiegato. Non si parla di test a tappeto. Berset: «Un test di massa a livello cantonale effettuato una sola volta non servirebbe a molto, e ripeterlo ogni settimana avrebbe costi enormi». Ha senso invece testare nei luoghi frequentati da persone vulnerabili, oppure dove il virus può diffondersi rapidamente. I test individuali – per le persone senza sintomi – non saranno invece presi a carico dalla Confederazione.