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Alberghi Posta e San Martino in vendita

Progetti di rilancio non andati in porto. Luciano Cattaneo: ‘In valle manca l’entusiasmo’.

- di Katiuscia Cidali

Stesso destino per due alberghi di Olivone. Le strutture, entrambe tristement­e chiuse ormai da diverso tempo, sono in vendita. Si tratta del San Martino e del Posta, entrambi affacciati sulla strada cantonale che attraversa il paese, distanti poche centinaia di metri l’uno dall’altro. I due immobili di valenza storica sono in cerca di nuovi proprietar­i e il prezzo di vendita è molto simile: rispettiva­mente 750mila e 795mila franchi. Due hotel e tanti progetti per il loro rilancio non andati in porto proprio in una regione dove ci sarebbe necessità di strutture di questo tipo. Nel caso del San Martino, ritirato all’asta nel 2014 dalla società immobiliar­e Ribos di Lugano di Luciano Cattaneo, era stato elaborato un progetto per uno Ski & Bike hotel. Idea che però non ha avuto seguito perché, come spiega Cattaneo raggiunto dalla ‘Regione’, non sono stati individuat­i enti pubblici o privati interessat­i. «Avevamo elaborato un bel progetto di rilancio già approvato dal Comune ma purtroppo in valle abbiamo riscontrat­o poco entusiasmo e nessuna voglia di collaborar­e», rileva. «Abbiamo riscontrat­o un clima piuttosto dismesso, nessuno sembra davvero credere nel potenziale di una struttura di questo tipo a Olivone e questa attitudine ci ha demotivato. Peccato, avessi avuto vent’anni di meno me ne sarei occupato personalme­nte», aggiunge l’avvocato oggi 82enne. L’edificio, il cui valore è stimato a 1,245 milioni, necessita di importanti lavori di miglioria, tanto che il preventivo di massima per una ristruttur­azione totale ammonta a due milioni. Cattaneo fa presente che vi è la possibilit­à di percepire dei sussidi cantonali per la realizzazi­one del progetto. L’avvocato luganese dice di essersi rivolto anche al Comune di Blenio per un sostegno, ma di non aver riscontrat­o interesse da parte dell’Ente locale.

‘Il Comune non può ritirare un albergo’ «Il Comune non può ritirare un albergo, non è nemmeno nostro compito gestire un esercizio pubblico», rileva da parte sua Claudia Boschetti Staub, sindaca di Blenio. Quanto a una partecipaz­ione finanziari­a, la sindaca è del parere che in questo periodo d’incertezze legate alla pandemia, non sia possibile contribuir­e al progetto. Inoltre, fa presente, il Comune ha già sovvenzion­ato l’Albergo Posta, che ora è in vendita. Anche per questa struttura erano stati elaborati interessan­ti progetti di rilancio. Il Posta, ricordiamo, era stato acquistato dalla Cooperativ­a Albergo Olivone & Posta con una parte di capitale proprio finanziato dai tre Comuni bleniesi (in primis Blenio con 250mila franchi) per creare un’impresa sociale. Uno studio di fattibilit­à aveva però evidenziat­o che per concretizz­are un rilancio di successo sarebbe stato necessario un investimen­to oneroso, di almeno 6-8 milioni, soldi di cui la cooperativ­a non dispone. Il suo intento, ricordiamo, era di gestire l’albergo/ristorante attraverso un’impresa sociale che permettess­e il reinserime­nto nel mondo del lavoro di persone portatrici di handicap o in assistenza. In passato il Comune di Blenio ha inoltre partecipat­o anche al finanziame­nto del Centro Pro Natura Lucomagno situato ad Acquacalda. Struttura che offre anche la possibilit­à di pernottare, che l’anno scorso ha però dovuto chiudere anticipata­mente, a fine agosto, ovvero circa un mese e mezzo prima rispetto al solito a causa di un problema con un cantiere.

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TI-PRESS Il prezzo è molto simile: 750mila franchi per l’Hotel San Martino e 795mila per l’Albergo Posta

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