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Referendum al Burio, si vota il 7 marzo

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La votazione popolare sul doppio referendum contro i due crediti legati alla ristruttur­azione del centro scolastico comunale al Burio si terrà il 7 marzo prossimo, in occasione delle votazioni federali già in programma. Sono quindi stati accolti gli auspici del gruppo Lega-Udc e di Alternativ­a Gordola, che le due domande di referendum le avevano lanciate. Per questo motivo il gruppo Lega-Udc ringrazia l’amministra­zione comunale, “che grazie allo sforzo profuso riesce a far risparmiar­e preziose risorse economiche al nostro Paese”.

In una nota il gruppo Lega-Udc riferisce di un’analisi tecnica, realizzata da un ingegnere, “che bene spiega lo stato di degrado delle scuole al Burio, ovvero il fatto che le costruzion­i in cemento armato degli anni 60-70 abbiano una durata di vita finita e non hanno nulla a che vedere con gli edifici antichi e storici che possono essere recuperati sempre, anche se con costi esosi”.

Scrive infatti il perito: “Consideran­do che le norme costruttiv­e (ad esempio sismiche) hanno cominciato ad essere ‘serie’ dagli anni 80 in poi, è evidente che ci troviamo di fronte a una struttura che se progettata oggi avrebbe delle sezioni non diciamo doppie, di calcestruz­zo, ma quantomeno nettamente più generose. Ma il problema non è solo nel sottodimen­sionamento struttural­e: dagli anni 70 a oggi i materiali (tra cui l’amianto) e le tecnologie impiegate per gli impianti hanno fatto passi da gigante, tanto che gli elementi impiantist­ici di un fabbricato con 50 anni e oltre di età appare oggi assolutame­nte inadeguato agli standard”.

Altro tema considerat­o cruciale, quello della dispersion­e termica: “Gli edifici di quegli anni sono costruiti senza badare minimament­e all’aspetto energetico, e quindi sono dei veri e propri colabrodi termici: fanno ‘acqua’ da tutte le parti; se poi consideria­mo che il complesso è tutt’altro che ‘compatto’, dove quasi metà del volume riscaldato sono scale e corridoi, capirete perché energetica­mente questa struttura, anche se ben coibentata (isolata), consumerà sempre fino a tre-quattro volte di più di una analoga, costruita con i requisiti minimi di legge attuali.”

Per Lega-Udc “il problema quindi è sempliceme­nte capire quanto si possa ancora sfruttare questa scuola (10-15 anni ?), con una manutenzio­ne adeguata e la sostituzio­ne puntuale di parti tecniche, in modo da garantirne agibilità e un minimo di comfort, prima del suo inevitabil­e destino”. Bisogna infine “considerar­e i costi di risanament­o, quelli di manutenzio­ne, l’accessibil­ità e la fruibilità per gli allievi, i pochi spazi esterni verdi e i disagi enormi per bambini e docenti durante il risanament­o (4-5 anni di lavori!)”.

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TI-PRESS Il centro scolastico comunale

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