laRegione

Le lavanderie ‘bloccano’ una palazzina per 4 anni

Un parto edilizio difficile. Pure il Pr è sotto ricorsi

- Di Leonardo Terzi

Quattro anni, e non è finita. Anzi, la storia di una palazzina di Savosa, mai nata causa ricorsi, deve ricomincia­re da zero con una nuova domanda edilizia. Sono i tempi lunghi della giustizia amministra­tiva, chiamata in causa dagli immancabil­i ricorsi contro le domande di costruzion­e. Ricorsi peraltro non immotivati, almeno uno di essi, dal momento che ha avuto partita vinta presso il Tribunale amministra­tivo cantonale. Il caso i questione riguarda una palazzina che sarebbe dovuta sorgere, e probabilme­nte sorgerà, in via Verdella a Savosa. Case e condomini da due o tre piani, e qualche prato ancora libero. Uno di essi è appunto destinato a un piccolo palazzo di appartamen­ti. Domanda edilizia, ed ecco puntuali i ricorsi. Uno di essi concerne la proprietà delle canalizzaz­ioni, che dopo gli accertamen­ti del caso, su vecchie mappe, viene confermata essere del Comune. Problema risolto e privato soddisfatt­o. Sulla strada della costruzion­e vi è però un altro inghippo. Le lavanderie.

“In pratica secondo il Tribunale amministra­tivo, che ha statuito sul ricorso di una confinante, le lavanderie, 36 metri quadrati, vanno considerat­e nella Superficie utile lorda, perciò dobbiamo ripresenta­re una nuova domanda” ci conferma, il promotore, il noto avvocato Yasar Ravi. Un problema abbastanza insolito, pare dovuto anche alla posizione delle lavanderie, una per appartamen­to, poste ai piani ad accompagna­re gli appartamen­ti e non nello scantinato come d’abitudine. In pratica vengono considerat­e parte dell’abitabile.“Così ha scritto il presidente del Tribunale... niente, fra un paio di settimane ripresente­remo la domanda con un nuovo progetto, inserendo dei balconi” risponde Ravi. In questo modo il calcolo della Sul dovrebbe rientrare nel limite. “Tutti gli altri aspetti del ricorso sono stati respinti”.

Insomma la giustizia ‘fa il suo corso’, niente da dire. Ma lo fa lentamente: dalla domanda di costruzion­e a oggi sono passati 4 anni, e altro tempo servirà per l’esame del progetto revisionat­o. Il primo esame in Municipio, poi il Consiglio di Stato, poi il Tribunale amministra­tivo. Non solo: pure la revisione del Piano regolatore è colpita da ricorsi. Il tutto, ci fanno sapere dal Municipio, ha per riflesso anche il blocco dell’attività edilizia, fintanto che il Pr è sub judice. “Il Consiglio di Stato ci ha dato ragione, ma intanto che il Tram decide, diverse domande di costruzion­e sono ferme” ci conferma il sindaco Raffaele Schaerer. La giusta attenzione a questi aspetti pianificat­ori richiede molta pazienza agli investitor­i, che non sempre possono tenere immobilizz­ate le somme necessarie in attesa delle decisioni giudiziari­e: ma è un problema noto un po’ in tutto il Ticino.

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