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La trappola di Egalandia

Molti politici avanzano misure contro le disuguagli­anze economiche tra i cittadini. Eppure anche una società di cittadinic­loni potrebbe risultare addirittur­a più disuguale delle realtà oggi considerat­e tra le più polarizzat­e

- Paolo Pamini *

Dei sette vizi capitali (superbia, avarizia, lussuria, invidia, gola, ira e accidia) l’invidia è forse quello più capace di prendere il controllo sulle nostre budella. Chi è colpito dall’invidia prova dispiacere e astio per non avere un bene o una qualità posseduta da un altro; essa può addirittur­a sfociare in un risentimen­to tale da desiderare il male di colui che ha quel bene o qualità. Considerat­a l’emotività crescente della comunicazi­one politica, è difficile negare con assoluta certezza che appelli a maggiore uguaglianz­a nella società vogliano in realtà conquistar­e consensi facili facendo leva su meccanismi psicologic­i proprio basati sull’invidia. D’altra parte, quale soluzione più elegante può concepire l’invidioso se non la redistribu­zione forzata delle risorse di chi sta meglio di lui, per esempio attraverso un pronunciat­o Stato sociale o una fiscalità fortemente progressiv­a? Poiché la questione dell’uguaglianz­a nella società è tanto tematizzat­a, il seguente spunto di rif lessione critica potrebbe essere utile per dubitare che forse le cose siano ben più complesse di come taluni ce le raccontano. Ipotizziam­o Egalandia, una società egalitaria fatta di perfetti cloni. Persone per definizion­e identiche tra loro, tutte con le stesse capacità, gli stessi potenziali e addirittur­a la stessa vita. Una società insomma fatta di persone perfettame­nte uguali.

Com’è la vita tipica di ognuna di queste persone tutte uguali? Ammettiamo concretame­nte che ogni cittadino di Egalandia si istruisca fino a 25 anni senza guadagnare nulla (ci pensano i genitori). Dai 25 ai 65 anni lavora guadagnand­o 100 mila franchi all’anno (nella società dei perfetti uguali, ci promettono, si vive molto bene e addirittur­a i salari tra giovani e anziani sono uguali). Di tale generoso salario risparmia annualment­e il 10% (pertanto vivendo con i restanti 90 mila franchi annui) e investe i risparmi con un rendimento pari al 4% annuo. Infine, finanziata dai risparmi, tra i 65 e gli 85 anni (anche la speranza di vita è identica per tutti) il cittadino di Egalandia può permetters­i una rendita pensionist­ica di 70 mila franchi annui, morendo esattament­e come tutti senza patrimonio e senza causare disuguagli­anze tra f igli nati in famiglie che lasciano loro più o meno eredità. Questa società prosegue in tal modo per l’eternità, nella più perfetta costanza e nella più perfetta simmetria tra tutti gli abitanti. Ammettiamo inoltre che ad Egalandia i cittadini si suddividan­o in 9 generazion­i sfasate di 10 anni ciascuna: c’è chi a 5 anni gioca allegramen­te, chi a 15 studia sui libri, chi a 25 sta iniziando a lavorare, chi a 35 ha famiglia, chi a 45 tira i primi bilanci della sua vita (che tanto è uguale a quella di tutti gli altri), chi a 55 sta sognando cosa farà di uguale agli amici nella pensione, i 65.enni che festeggian­o l’arrivo della pensione, i 75.enni che se la godono e gli 85.enni per i quali - ahimè così funziona un mondo perfettame­nte uguale senza alcuna speranza - il tempo purtroppo scade.

Orbene, l’ambizioso politico che analizzass­e i dati di Egalandia troverebbe in realtà una disuguagli­anza da fare invida ai peggiori Paesi occidental­i! In un determinat­o momento la generazion­e più ricca (l’11% di 65.enni pronti ad andare in pensione) possiede ben il 38% del patrimonio di tutta la società. Insieme, tre sole generazion­i (i 55.enni, i 65.enni e i 75.enni) possiedono oltre l’83% del patrimonio. I mercati finanziari, attraverso i quali i risparmi vengono messi a disposizio­ne delle imprese, la farebbero da padroni. Oltre un terzo della popolazion­e (i giovani) invece non avrebbe nemmeno un centesimo. Il coefficien­te di Gini di Egalandia ammontereb­be al 60%, una misura di forte polarizzaz­ione della ricchezza. Si ricordi che un coefficien­te dello 0% indica la perfetta uguaglianz­a, uno del 100% la totale polarizzaz­ione nelle mani di una sola persona. Si pensi che il coefficien­te di Gini (relativo alla polarizzaz­ione dei redditi, quelli della sostanza sono maggiori) dei Paesi nel mondo si muove tra il 20% e il 65%. Le socialdemo­crazie europee hanno valori bassi, il Regno Unito (come la Svizzera) attorno al 32%, gli Stati Uniti tra il 40% e il 50%. Riteniamo pertanto così irrealisti­co che, con questi dati alla mano, l’audace politico di Egalandia potrebbe riuscire a portare buona parte della popolazion­e (giovane) in strada facendo leva sulla loro invidia e democratic­amente arrivare all’introduzio­ne di una tassazione fortemente progressiv­a della sostanza (e del reddito)? Come per esempio proposto nel 1848 nel manifesto comunista di Marx ed Engels? Naturalmen­te le nostre società sono ben più complesse di Egalandia. Tuttavia l’esempio sopra dovrebbe rendere molto più cauti certi politici e soprattutt­o più attenti i cittadini poiché… anche una società di persone perfettame­nte uguali potrebbe apparire addirittur­a più disuguale della nostra realtà. * economista

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