La strategia dell’orso
Berna – Le misure per gestire gli orsi in Svizzera funzionano e sono in linea con le direttive paneuropee. Ne è convinto il Consiglio federale, che ha adottato ieri il rapporto ‘Gestione dell’orso in Svizzera’. Un postulato dell’ex consigliere nazionale Pierre Rusconi (Udc/TI) del dicembre 2012 chiedeva al governo di elaborare un rapporto sulla gestione dell’orso in Svizzera, sull’onda dell’abbattimento dell’orso M13, classificato come pericoloso. Il Consiglio federale ritiene che “l’aiuto all’esecuzione ‘Strategia Orso Svizzera’ sia in linea con le direttive vigenti a livello europeo e si è dimostrato valido”. In particolare, offre un margine di manovra sufficiente per una gestione adeguata degli orsi migratori. Dal rapporto è tuttavia emerso che c’è un potenziale di miglioramento nell’ambito della prevenzione dei danni. Il rischio che gli orsi sviluppino comportamenti problematici è minore se c’è un adeguato smaltimento dei rifiuti e una migliore protezione degli apiari e degli animali da reddito.
Negli ultimi 15 anni si è reso necessario abbattere due orsi, nel 2008 e nel 2013, e in totale il risarcimento dei danni è stato pari a circa 120mila franchi per le predazioni di animali da reddito e a 30mila franchi per gli apiari danneggiati. I costi, precisa il governo, sono a carico di Confederazione e Cantoni nella misura rispettivamente dell’80 e del 20%. La gestione dell’orso è stabilita nella “Strategia Orso Svizzera” e si basa sul principio che la coesistenza tra l’uomo e l’orso – a determinate condizioni – è possibile, sottolinea il Consiglio federale. Nonostante la presenza di singoli plantigradi sul suolo elvetico, in Svizzera non è prevista una reintroduzione attiva dell’orso.