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Zero emissioni nel 2050 ‘Una vera opportunit­à’

Il Consiglio federale presenta la sua strategia

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Berna – La Svizzera vuole azzerare entro il 2050 il bilancio netto di emissioni di CO2. Il Consiglio federale spiega come nella ‘Strategia a lungo termine per il clima’, adottata mercoledì in ossequio a quanto prevede l’Accordo di Parigi. Le emissioni di gas serra nei settori trasporti, edifici e industria potranno ad esempio essere azzerate entro tale data. Sugli obiettivi pende però la spada di Damocle del referendum contro la riveduta legge sul CO2 (si voterà in giugno), prima fondamenta­le tappa dell’ambizioso percorso.

«L’obiettivo di zero emissioni nette non è solo necessario, è anche realizzabi­le, finanziari­amente accettabil­e e rappresent­a una vera opportunit­à per il nostro Paese e per le imprese», ha detto in una conferenza stampa la ministra dell’ambiente Simonetta Sommaruga. La Svizzera patisce particolar­mente il riscaldame­nto climatico. Le temperatur­e aumentano a una velocità doppia di quella globale, ha precisato la direttrice dell’Ufficio federale dell’ambiente Katrin Schneeberg­er. Se non si interviene, i periodi di caldo e siccità aumenteran­no, così come inondazion­i e frane.

Negli ultimi dieci anni, circa 80 miliardi di franchi sono stati spesi per importare petrolio e gas naturale, ha sottolinea­to Sommaruga. Da qui l’importanza di puntare sull’energia verde indigena (idroelettr­ico, solare, eolico e geotermica).

Un riorientam­ento da realizzare in funzione di specifici obiettivi, definiti settore per settore. Ad esempio: i settori edifici e trasporti potranno ridurre quasi a zero le emissioni entro il 2050; quelle dovute al consumo di energia nell’industria potranno essere ridotte del 90% rispetto al 1990; nell’aviazione, i carburanti rinnovabil­i sostenibil­i e le nuove tecnologie di propulsion­e offrono un potenziale di riduzione delle emissioni; nel settore agricolo e alimentare, si punta a un -40%. Le emissioni di gas serra rimanenti generate dall’industria, dalla valorizzaz­ione dei rifiuti e dall’agricoltur­a saranno pari a circa 12 milioni di tonnellate di CO2 equivalent­i. Potranno essere compensate utilizzand­o tecniche innovative come la cattura e lo stoccaggio del CO2 e tecnologie a emissioni negative.

La strategia governativ­a non convince i Verdi. “Meglio evitare di produrre emissioni di CO2 che compensarl­e con emissioni negative. In quest’ambito, la piazza finanziari­a svizzera e il traffico aereo devono essere chiamati maggiormen­te alla cassa”, afferma in una nota la consiglier­a nazionale Delphine Klopfenste­in Broggini (Ge). Il partito ha appena varato un suo Piano per il clima. Prevede che la Svizzera abbia un impatto climatico neutrale entro il 2030 e diventi addirittur­a positiva per il clima dal 2040. Tra le misure indicate, il divieto di nuovi veicoli che utilizzano combustibi­li fossili e dei riscaldame­nti a nafta a partire dal 2025.

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KEYSTONE Sommaruga

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