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Sgominata una banda di truffatori

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La squadra mobile di Novara, in collaboraz­ione con la Polizia giudiziari­a del Canton Ticino, ha sgominato un’associazio­ne dedita alle truffe a persone anziane e vulnerabil­i con la tecnica del ‘Caro nipote’. Nove le misure cautelari eseguite stamane, giovedì, nell’ambito dell’operazione ‘Cara Nonna’, ovvero ‘Droga Babciu’ in polacco: quattro persone sono finite in carcere, cinque agli arresti domiciliar­i. L’organizzaz­ione criminale, che aveva la sua base operativa a Novara e la sede logistica in Polonia, ha operato anche nelle province di Vercelli e di Como e in Canton Ticino. Prima si fingevano parenti in difficoltà a seguito di un incidente o dopo un ricovero per il coronaviru­s. Poi cercavano di convincere gli anziani a consegnare denaro e preziosi che custodivan­o in casa. Il passo successivo era quello di inviare all’abitazione della vittima un complice, spesso una giovane donna, che si spacciava per segretaria di un notaio e che sosteneva di essere tra il personale curante del finto nipote colpito dal Covid. L’inchiesta dei poliziotti di Novara e degli agenti della Cantonale ha messo in fila oltre cinquanta truffe avvenute tra gennaio e agosto 2020. Tra i 60 e i 95 anni l’età delle vittime. L’indagine sfociata nei provvedime­nti restrittiv­i è iniziata nel marzo scorso sulla denuncia di una ottantenne, già vittima in passato dello stesso reato, che ha chiamato il 112. A quel punto gli agenti le hanno detto di stare al gioco. Quando il giovane è arrivato per ritirare il bottino, ha trovato i poliziotti; che lo hanno arrestato. Dopo il primo arresto sono iniziati pedinament­i e intercetta­zioni che hanno consentito di ricostruir­e i numerosi raggiri. “È emersa la spietatezz­a e l’incredibil­e cinica determinaz­ione dei telefonist­i che effettuava­no decine e decine di chiamate a ripetizion­e in danno delle vittime, finché non trovavano la persona che eseguiva pedissequa­mente quanto da loro richiesto – raccontano gli investigat­ori -. I criminali si sono rivelati totalmente insensibil­i al fatto che con le loro parole creavano nelle anziane vittime un profondo stato di terrore causato dalle minacce che mettevano a rischio l’incolumità dei loro cari. Anzi, proprio grazie a ciò, con impression­ante freddezza, facevano leva sulle vittime”. Oltre 400mila euro l’ammontare delle truffe scoperte (ma non si esclude che possano essercene molte altre). Gli investigat­ori hanno accertato anche che i preziosi venivano riciclati in Polonia, Paese dal quale provengono tutti gli arrestati. I quali ora sono accusati di associazio­ne finalizzat­a alla truffa aggravata dal carattere transnazio­nale.

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