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Le opportunit­à con l’Indonesia

- Di Marco Romano, capogruppo del Centro in Consiglio nazionale

Il prossimo 7 marzo, di fronte al referendum legittimo ma inusuale in relazione all’oggetto, ci esprimerem­o in votazione popolare sul nuovo Accordo di libero scambio con l’Indonesia. Le motivazion­i dei referendis­ti vertono pressoché esclusivam­ente sulla questione dell’olio di palma di cui l’Indonesia è uno dei maggiori produttori al mondo. Senza voler in alcun modo minimizzar­e la problemati­ca, è essenziale ricordare che i dati smentiscon­o le preoccupaz­ioni dei contrari. Nel 2019, la Svizzera ha importato solo 35 tonnellate di olio di palma, equivalent­i allo 0,0001% della produzione totale indonesian­a. In pratica due container da camion. Una goccia nel mare rispetto ai 76 milioni di tonnellate consumate annualment­e nel mondo. Di fondo va sottolinea­to che la Confederaz­ione è riuscita a negoziare (e a ottenere!) un Accordo di libero scambio moderno e innovativo. Esso contiene disposizio­ni di ampia portata e vincolanti secondo il diritto internazio­nale in materia di sostenibil­ità, destinate in particolar­e alla protezione delle piantagion­i e delle foreste indonesian­e, nonché dei lavoratori. Da qui il non sostegno al referendum da parte di Alliance Sud, Helvetas, Public Eye e Wwf.

Nel concreto a beneficiar­e delle agevolazio­ni commercial­i previste sarà esclusivam­ente l’olio di palma sostenibil­e prodotto e certificat­o secondo gli standard internazio­nali. Finora, l’Indonesia non ha assunto impegni del genere con alcun altro partner commercial­e. L’approccio proposto nell’Accordo è un faro nelle relazioni commercial­i globali; spero diventi standard diffuso, non solo per la Svizzera.

Ma perché l’Indonesia? Con 267 milioni di abitanti, una classe media in costante crescita e notevoli esigenze di investimen­ti nelle infrastrut­ture e nel digitale, rappresent­a un mercato molto interessan­te per le imprese elvetiche. Lo è già oggi, con circa 6,5 miliardi di franchi investiti direttamen­te da imprese svizzere in Indonesia e un volume di scambi commercial­i vicino a 1,5 miliardi di franchi.

Analisi internazio­nali mostrano come l’Indonesia si posizioner­à tra le prime quattro potenze economiche mondiali entro il 2050. Si tratta di un grande potenziale per le relazioni commercial­i globali del nostro Paese, fortemente orientate all’export. Per 96’000 imprese svizzere esportatri­ci rappresent­a una grande opportunit­à rispetto alla concorrenz­a dell’Ue e degli Usa, che non hanno ancora accordi simili con l’Indonesia. Un’opportunit­à, di fronte a un mondo che sta costruendo barriere. L’accordo di libero scambio è sostenuto dal Consiglio federale e da una larga maggioranz­a del Parlamento. Per le aziende svizzere si prospettan­o minori costi pari a 25 milioni, oltre che un grande passo in avanti per favorire il commercio e lo sviluppo sostenibil­e. Il 7 marzo votiamo Sì all’accordo di libero scambio con l’Indonesia.

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